Buchi e nodi nella sanità

Ambiente, Natura & Salute

Di

Prevista a fine ottobre prossimo la grande mobilitazione nazionale, a Roma, di tutte le lavoratrici e i lavoratori che operano in Sanità, nel pubblico, nel privato e nel terzo settore. La crisi sociale ed economica a cui si aggiunge il conflitto bellico che perdura da febbraio ha eclissato il problema dell’indebolimento del Sistema Sanitario nazionale con il rischio di renderlo irreversibile.
Negli anni il tentativo di contrastare l’inasprimento del debito pubblico ha portato a tagli indiscriminati e a dismisura nella spesa sanitaria, 37 miliardi di tagli al fondo sanitario nazionale in un decennio, rendendo ancor più fragile il sistema sanitario e la pandemia ne ha dimostrato le criticità e le disparità a livello inter-regionale. La legge di bilancio per il 2022 prevede “due miliardi l’anno per tre anni, per potenziare gli interventi delle Regioni e delle Province autonome in diversi settori, tra i quali la preparazione e la risposta a una pandemia influenzale, la proroga dei rapporti di lavoro flessibile e la stabilizzazione del personale del ruolo sanitario, il potenziamento dell’assistenza territoriale e lo snellimento delle liste di attesa. Viene inoltre autorizzata l’ulteriore spesa per i contratti di formazione specialistica dei medici”.
Altri due miliardi di euro l’incremento per il finanziamento del programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario pubblico.

Pertanto, il Parlamento ha autorizzato il Governo a prelevare ed utilizzare le risorse pubbliche necessarie per l’esecuzione delle politiche pubbliche e delle attività amministrative dello Stato e ha definito contabilmente l’allocazione, la gestione e il monitoraggio delle risorse finanziarie dello Stato.

A questo punto dove possiamo scorgere le motivazioni per l’attuale blocco? Tra gli allegati tecnici per Azioni/Capitoli quello per il Ministero della Salute vede centinaia di pagine e prevede centinaia di milioni di euro che il MEF corrisponderà per il piano nazionale di ricostruzione per la salute pubblica, attraverso la promozione di un approccio multidisciplinare One Health, investendo anche nella trasformazione digitale del Servizio sanitario nazionale. Ogni missione e ogni programma in cui si articola vedono la stima della quota di Spese di personale per il relativo programma, quanti di questi programmi hanno avuto una effettiva attuazione….
I sindacati lamentano che “mentre le regioni subiscono la mancata compensazione delle maggiori spese sostenute per il covid nel 2021, un personale stremato e disilluso fa fronte quotidianamente alla situazione in un contesto fatto di organici insufficienti, turni massacranti, con quote importanti di personale precario immesso prima e durante la pandemia che – pur potendo in teoria essere stabilizzato anche grazie all’allargamento dei criteri che abbiamo contribuito a determinare – resta spesso nel limbo a causa del permanere sostanziale dei limiti alla spesa in materia di personale mentre quote importanti di salario sono messe in discussione, ancora una volta a causa del perverso meccanismo dei tetti di spesa.”

Ad aprile già era emerso un buco nel bilancio della regione Puglia che oscilla fra i 220 e i 230 milioni di euro, motivato dalla pandemia e dalle azioni poste in essere dalla sanità pugliese per affrontare l’emergenza, includendo le spese importanti della Protezione Civile. Si aggiungano le spese per l’assunzione di personale precario per fronteggiare lo stato emergenziale e i minori entroiti per il blocco delle prestazioni sanitarie e della mobilità attiva: viaggi della speranza di pazienti da altre regioni. Si consideri anche l’elevato livello della spesa farmaceutica e il calo della popolazione: ben 4 milioni in meno di abitanti negli ultimi quattro anni, che comporterà minori trasferimenti di fondi dallo Stato, si stimano ben 100-120 milioni in meno.
Sempre pari a 100 milioni di euro la stima dei fondi oggi necessari alla Regione Puglia per poter attuare le politiche in tema di stabilizzazione e internalizzazione del personale per quest’anno 2022, già quasi agli sgoccioli e nulla di fatto nonostante le assicurazioni e le promesse.
Ma sembra che la situazione pugliese di disavanzo non sia una condizione eccezionale, inoltre la regione potrebbe intervenire con un piano di rientro forse triennale, si è detto, con un aumento delle tasse o il taglio delle risorse per altri dipartimenti o infine un aiuto dal governo. Tuttavia si era assicurato che le perdite non avrebbero inciso sul piano di assunzioni, rammentiamo le indicazioni operative dell’assessore Palese di luglio in materia di gestione del personale, ma ad ottobre è ancora tutto fermo senza speranze.
Per il PNRR tanto bistrattato il nuovo spot parla di “Italia domani si fa insieme”, ma quello che si osserva è lo storico divario Nord- Sud dove un Nord accorto e ben finanziato ad esempio l’Emilia-Romagna annuncia per il mese di ottobre bandi per stabilizzare…internalizzare anche personale sanitario in servizio in altre regioni, pertanto ovunque abbia maturato servizio precario.

Quindi constatando l’inerzia di altre regioni, in particolar modo del sud, il capitale umano qualificato e formato a spese di altri fondi sanitari regionali potrà essere inserito in organico al Nord.

Un Sud che non riesce ad arginare il suo depauperamento ottenendo sempre minori risorse e lasciando che il suo capitale umano fugga altrove.

 

Foto di Darko Stojanovic da Pixabay

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube