Il Bari sbanca il Casinò di Venezia. Che gioia e che emozioni

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Foto SSC Bari

Il Bari sbanca il casinò. Belli, bellissimi come il Ponte dei Sospiri, come la Basilica di San Marco e il suo campanile, come il Ponte di Rialto, come Stairway to Heaven dei Led Zeppelin. Un Bari da Biennale dove il Presidente De Laurentiis dovrebbe esser di casa. Certe emozioni andrebbero controllate ma di questi tempi si fa molta fatica a contenerle, soprattutto noi in tribuna stampa quando in realtà dovremmo essere rigidi nelle esultanze, ma con questo Bari, signori, è molto difficile rimanere silenti, esultare è inevitabile e al diavolo la deontologia professionale, in fondo siamo baresi tutti, con un cuore e con i colori sempre nel cuore.

Insomma un Bari straordinario, un quadro del Tintoretto, Bari come la “Serenissima” che navigando per Canal Grande in gondola, regala sfumature preziose all’ambiente e fanno volare il Bari.

Una gara perfetta, al Venezia è stato concesso solo il colpo di testa del gol del pareggio con Ceccaroni e un paio di tiri indolori, poi solo Bari anche senza dominare, e tanta contenuta, molto contenuta, sofferenza, perché il Bari non ha mai patito le pene dell’inferno in quanto Vicari e Di Cesare hanno imperato su tutti i palloni.

Un Bari da favola in cima alla classifica alla sua quinta vittoria in trasferta e alla sua quarta vittoria consecutiva. Non sappiamo se ci sono precedenti, forse si forse no, ma importa poco. Sappiamo che questo che stiamo vivendo e vedendo è solo un grande Bari che rende orgogliosa una città intera ma anche chi vive fuori Bari, oggi presenti in massa. Un Bari molto simile a quello di Conte, un Bari capace di stupire, un Bari che riesce a colpire quando è in difficoltà fino a far propria la partita, e oggi le cose sono andate più o meno così.

Il Bari che meritatamente è passato in vantaggio ad inizio ripresa con un gran gol di Mirco Antenucci che ha raccolto un assist di Cheddira, poi col solo unico tiro in porta, peraltro di testa su corner, c’è stato il pareggio e poi il rigore nettissimo trasformato da Cheddira, lanciato da un assist chirurgico di Salcedo, che ha fatto esplodere la curva stracolma di tifosi biancorossi. Un esodo biblico come da tempo non si vedeva.

Ottavo risultato utile consecutivo, superato il Bari di Conte, la squadra, che è sempre una neopromossa, è bene ricordarlo, sta facendo qualcosa di eclatante. Che bellezza così in trasferta, e poi che bello far gol e vincere sotto la curva dei baresi.

Che gioia: eravamo in D mandati da persone maldestre che ci han voluto del male, che ci han fatto del male, e adesso siamo primi in B, altre volte il Bari è stato primo in B, ma esserlo in questo campionato dà un sapore diverso, dà di è resurrezione, il Bari sta interpretando un desiderio di rivincita e di rivalsa di una città intera.

Vittorie in casa di grandi squadre che lotteranno per la A, ed il Venezia, nonostante la sua prova sotto tono, è forte, ha giocatori di Champions, mica una squadretta qualsiasi, occorre prendere atto che la fotografia, ad oggi, è questa e ci auguriamo che rimanga così a lungo.

Per tutta la gara si sono sentiti quasi sempre i tifosi del Bari, si giocava al “Penzo” ma sembrava di giocare in casa. Abbiamo nel tifo una marcia in più, gli altri non possono competere, queste sono grandi gioie, grandi soddisfazioni, ci siamo emozionati perché cogliamo il senso di ciò che sta accadendo, questa è una squadra straordinaria.

Cheddira come Barreto, insomma ed il pensiero va inevitabilmente a Ciro Polito. Il giocatore è al settimo gol consecutivo. Entra in tutte le azioni più importanti, oggi anche come uomo assist. Ricordiamo che Di Cesare e Antenucci hanno quasi 40 anni e continuano a giocare come ragazzi affamati e mai satolli.

Un grande gruppo questo grazie a Mignani che ne ha creato uno fantastico, oggi anche chi è entrato ha fatto il proprio dovere. L’impressione è che dopo il rigore del Bari si fosse sicuri della vittoria perché con questo Bari non si ha paura.

Giù la maschera, Mignani e De Laurentiis, questo Bari può fare grandi cose, altro che salvezza. Però, nel dubbio, è sempre bene rimanere coi piedi per terra perché l’euforia, come ha detto anche Mignani, non fa quasi mai bene, l’entusiasmo alle stelle si, ma la troppa euforia è meglio di evitarla. Ora il vaporetto, una sguardo languido ai palazzi decadenti ma affascinanti di Venezia, un altro alle gondole, uno alla luna, e poi felicemente a casa col volo dal Marco Polo.

Massimo Longo

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