Cenni di speranza per i lavoratori di Ansaldo Energia dopo duri giorni di lotta
Vi sono tuttavia alcune note di sconcerto da parte Uilm- U.I.L. a margine dell’ultima assemblea nello storico stabilimento genovese.
Genova. Ripercorriamo gli avvenimenti degli scorsi giorni di dura lotta sindacale che hanno impegnato i lavoratori di Ansaldo Energia e tenuto con il fiato sospeso l’intero capoluogo ligure, ma non solo, per il drammatico stato di crisi in cui è piombata una realtà simbolo del patrimonio industriale del Paese. Le cronache apparse sui media consegneranno i fatti alla storia.
Giovedì 13 ottobre, è finalmente pervenuta una lettera della Cassa Depositi e Prestiti (CDP), azionista di maggioranza con circa l’88% dell’azienda, recante la promessa di ricapitalizzazione. Si è trattato di quasi di una nuova partenza. Con la revoca dell’ulteriore sciopero per il giorno successivo, che avrebbe dovuto essere generale di tutte le fabbriche genovesi per le sigle Fiom-C.G.I.L. e Fim-C.I.S.L., ma non per Uilm –U.I.L., che, per ragioni di seguito meglio espresse dai suoi esponenti, ne aveva limitato la continuazione al solo, e direttamente coinvolto, stabilimento Ansaldo.
Si è così avvertita la possibilità di avviare una trattativa che fino a due giorni prima era sembrata un miraggio. Si sono dissolte le tensioni della prima giornata di agitazione, mercoledì 12, con il blocco del casello di Genova Ovest e della sopraelevata, e di tutta la zona tra via Di Francia e via Cantore, che aveva comportato soltanto l’invio di una prima, da tutti ritenuta insoddisfacente, lettera di impegno generico da parte di CDP.
Ecco, dunque, la seconda grande mobilitazione, appunto giovedì 12, con prima il presidio dello stabilimento di Campi, quindi cortei, viabilità cittadina paralizzata nei quartieri di ponente, voli aerei sospesi, qualche tensione con le forze dell’ordine, infine il segnale tanto atteso dagli oltre 2mila lavoratori di Ansaldo Energia giunto nel pomeriggio. A fronte della seconda risolutiva lettera di CDP, i lavoratori di Ansaldo energia hanno pertanto tolto l’occupazione dell’aeroporto di Genova, che ha dunque potuto tornare alla normalità, dopo lo stop ai voli provocato dalla protesta.
Venerdi 14, con slogan e canti ritmati da battiti delle mani, la situazione di Ansaldo Energia e tutte le fasi delle due giornate di lotta, sono state ricapitolate dai rappresentanti sindacali radunati in assemblea, non in mensa, come era previsto, ma nel cortile dell’entrata. Alla generale soddisfazione si sono accompagnati momenti di tensione. Pubblichiamo le dichiarazioni rilasciate da parte della Uilm-U.I.L.
«Oggi all’assemblea indetta dalle Rsu Fim, Fiom e Uilm sulla vertenza Ansaldo Energia, a un rappresentante della Uilm è stato impedito di parlare grazie al carosello dei soliti noti. Per noi che abbiamo vissuto la stagione degli accordi separati è vecchia storia che è anacronistica quanto l’intolleranza. Oggi al nostro congresso nazionale Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha lanciato la sfida dell’unitarietà che noi sposiamo totalmente».
Lo hanno denunciato in una nota congiunta il segretario ligure della Uil Mario Ghini ed il coordinatore ligure della Uilm Antonio Apa.
«Impedire a un delegato sindacale di parlare in assemblea – hanno sottolineato i due sindacalisti – è decisamente un atto antidemocratico. Non è la prima volta che all’Ansaldo accadono atti di intolleranza nei confronti dei nostri iscritti e dei nostri delegati ma abbiamo spalle larghe e tanta esperienza da trasferire. Tuttavia non è possibile che tutte le volte che si palesa un contrasto rispetto alla strategia sindacale, i soliti noti si organizzino con ridicoli caroselli che hanno solo l’obiettivo di non fare chiarezza sulla vertenza. Che i soliti noti vengano alla nostra assemblea – conclude la nota – dai noi potranno trovare una platea accogliente, laica e riformista, in grado di ascoltare anche la loro opinione».
Aggiunge Fabiano Sciaccaluga (RSU Uilm di Ansaldo Energia): «Ci hanno impedito di parlare in assemblea: ancora una volta si verifica in Ansaldo un vero capolavoro di democrazia: nel momento in cui qualcuno osa discostarsi dal pensiero preconfezionato da un’ala di Sindacato, ecco che puntualmente scatta il solito cliché antidemocratico impedendo l’espressione dell’idea divergente. Non è storia nuova: era successo ai Segretari Ghini, Apa e addirittura al Nazionale UILM Rocco Palombella, invitato in Ansaldo in assemblea anni fa. Grave atto che mina l’unitarietà sindacale e mancanza di rispetto per gli attivisti sindacali della UILM ed i loro iscritti che generosamente hanno partecipato alle 16 ore di sciopero unitario di questi giorni. La UILM si è permessa di affermare che, dopo le 16 ore di sciopero, la dimensione ed i metodi della manifestazione non erano giustificati rispetto all’obiettivo da cogliere: uno sciopero generale per una lettera di CDP di valore non vincolante? No grazie! In questi giorni abbiamo ritenuto opportuno e giusto accendere i riflettori su Ansaldo Energia, ma sin dall’inizio abbiamo sostenuto che occorre un piano industriale da parte del CDA del management Ansaldo, che venga trasferito al CDA di CDP e poi avvallato dal CDA di CDP. Il tutto non appena ci sarà il Governo in carica. Perché invece mettere a ferro e fuoco la città, sapendo sin dall’inizio che in mancanza del Governo queste risposte certificate non sarebbero mai arrivate?»