Bruxelles aumenta gli aiuti militari a 3,1 miliardi e approva la missione di addestramento di almeno 15 mila soldati ucraini. Kuleba chiede di inasprire le sanzioni a Teheran per aver fornito i droni a Mosca. Nuovo scambio di 218 prigionieri tra Mosca e Kiev, tra cui 108 donne
Kuleba: “L’Iran è complice delle aggressioni e dei crimini”
Il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, ha accusato Teheran di essere “complice” dell’invasione russa alla luce del crescente numero di droni kamikaze iraniani utilizzati dalle forze di Mosca.
“Fornire armi per condurre una guerra di aggressione in Ucraina e uccidere cittadini ucraini rende l’Iran complice del crimine di aggressione, dei crimini di guerra e degli atti terroristici della Russia contro l’Ucraina”, ha affermato Kuleba in una dichiarazione citata dalle agenzie ucraine, “chiediamo a Teheran di interrompere immediatamente la fornitura di qualsiasi arma alla Russia. Altrimenti, l’Iran e la sua leadership avrà la responsabilità più grave, anche nell’ambito dei procedimenti legali internazionali riguardanti i crimini della Russia contro l’Ucraina”.
Il ministero degli Affari Esteri ucraino ha ricordato che solo nell’ultima settimana la Federazione Russa ha scagliato più di cento droni kamikaze iraniani contro edifici residenziali, centrali elettriche, impianti di trattamento delle acque reflue, ponti e campi da gioco in diverse città ucraine, uccidendo o ferendo decine di persone.
Gli Stati Uniti hanno minacciato di sanzioni chiunque sia coinvolto nella produzione di droni iraniani, utilizzati con intensita’ sempre maggiore da Mosca per attaccare le citta’ ucraine. Lo ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato, Vedant Patel. “Chiunque faccia con l’Iran affari che possano avere un qualsiasi legame con lo sviluppo di droni o missili balistici o con il flusso di armi dall’Iran alla Russia dovrebbe fare molta attenzione e fare la sua due diligence”, ha avvertito Patel, “gli Usa non esiteranno a utilizzare sanzioni o assumere iniziative contro i responsabili”.
Lo scambio di prigionieri tra Mosca e Kiev
Russia e Ucraina hanno effettuato un nuovo scambio di prigionieri che ha coinvolto 218 persone, tra cui 108 donne. Lo riferiscono le autorità di entrambi i Paesi, secondo Reuters. Andriy Yermak, capo dello staff presidenziale ucraino, ha spiegato che tra le donne liberate ci sono 12 civili. “È stato il primo scambio completamente femminile”, ha sottolineato su Telegram, aggiungendo che 37 donne erano state catturate dai russi dopo la resa del contingente asserragliato nelle acciaierie Azovstal di Mariupol.
Il ministero dell’Interno ucraino, da parte sua, ha dichiarato che alcune delle donne coinvolte nello scambio erano in prigione dal 2019 dopo essere state arrestate dalle autorità filorusse nei territori occupati nel Donetsk e nel Lugansk. Secondo Mosca, Kiev ha liberato 80 marinai civili e trenta militari.