Alla Buchmesse di Francoforte si analizza lo stato dell’editoria

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la più grande e importante fiera libraria di dimensione internazionale gli italiani consolidano la posizione di prima industria culturale del paese

AGI – A Francoforte è in corso la Buchmesse, la più grande e importante fiera libraria di dimensione internazionale, e l’editoria italiana si presenta – come scrive Il Libraio, accreditata rivista di settore – consolidando la sua posizione di prima industria culturale italiana con una crescente proiezione all’estero che potrà ora rafforzarsi ancora grazie all’occasione del 2024, quando il Paese sarà ospite d’onore alla Fiera Internazionale del Libro”.

Occasione che per l’Italia dovrà avere il valore di una “Expo della cultura e della creatività, che permetta al Paese di farsi conoscere ancora meglio in tutto il mondo, non solo in Germania”, come ricordato da Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione Italiana Editori e commissario straordinario del Governo per l’Italia ospite d’onore alla Buchmesse.

Secondo il Rapporto sullo stato dell’editoria curato dall’Aie, l’Associazione Editori Italiani, nei primi 9 mesi del 2022 in Italia – in termini di saggi e romanzi, attraverso le librerie fisiche e online e nella grande distribuzione -, “sono stati venduti libri per 1,022 miliardi, in calo dell’1,9% rispetto al 2021, ma comunque in crescita del 14,4% rispetto al 2019”, anche se tra le case editrici resta alta la preoccupazione a causa dell’aumento dei costi di produzione, e della carta in particolare. Le copie vendute sono state complessivamente “70,905 milioni, in calo dell’1,7% sul 2021 ma in crescita del 16,0% sul 2019”, una forbice che rispetto al 2021 si sta riducendo nelle ultime settimane, ma contemporaneamente si assottigliano i margini degli editori, si legge sempre nel Rapporto Aie che guarda con una certa preoccupazione l’ultimo trimestre dell’anno e il periodo natalizio, “sempre decisivi per determinare il risultato complessivo dell’annata”.

Anche perché il nostro Paese ogni anno investe oltre un milione di euro in contributi per le traduzioni e negli ultimi vent’anni la forbice tra diritti comprati e venduti all’estero si è ridotta: nel 2020, ultimi dati disponibili, sono stati venduti 8.586 titoli e comprati 9.127 titoli.

La fotografia del mercato dei libri del 2021 mostra pertanto un’immagine del settore post pandemia che “non solo ha retto l’onda d’urto, ma ha segnato lo scorso anno una forte crescita in tutti i settori, con vendite complessive pari a 3,429 miliardi di euro (+10,7%)”, ciò che lo conferma essere la prima industria culturale del Paese, quarta industria editoriale europea dietro solo a Germania, Regno Unito e Francia.

Levi ha poi anche spiegato che in vista del 2024 “siamo già al lavoro: metteremo il libro italiano al centro, ma l’evento dovrà riguardare non solo l’editoria, bensì tutta l’industria culturale. I numeri che presentiamo testimoniano la solidità dell’industria editoriale italiana, ma non possiamo nemmeno nascondere che il continuo aumento dei costi della carta e il peso dell’inflazione sui consumatori ci fanno guardare all’immediato futuro con preoccupazione”, ha concluso.

 

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