L’economia cinese è ripartita ma gli obiettivi annuali restano a rischio

Economia & Finanza

Di

La crescita sale del 3,9% su base congiunturale ma le strette misure per il Covid e la paura della recessione globale minano le aspettative sul 2022. Surplus commerciale a 84 miliardi, export di Pechino a +5,7%

di Giorgia Ariosto

AGI – L’economia cinese nel terzo trimestre è rimbalzata a un ritmo più veloce del previsto, ma la rigida politica zero Covid, il prolungato crollo del settore immobiliare e i rischi di recessione globale stanno mettendo a dura prova gli sforzi di Pechino per promuovere una robusta ripresa.

La Cina ha fissato un obiettivo di crescita per quest’anno di circa il 5,5%, molto più ottimistico delle ultime previsioni del Fondo Monetario Internazionale che stima una crescita del 3,2%, la più bassa dal 1976, ad eccezione dell’anno 2020 segnato dalla pandemia. E Pechino rischia quindi di mancare l’obiettivo annuale.

Il Pil cinese è cresciuto del 3,9% su base annua nel terzo trimestre, battendo le previsioni degli analisti nonostante il rallentamento causato dalle misure sanitarie. I dati sono stati pubblicati il giorno dopo la riconferma di Xi Jinping a capo del Partito Comunista Cinese e sono arrivati con sei giorni di ritardo, senza alcun annuncio o conferenza stampa, contrariamente alla prassi abituale.

L’uscita era prevista per martedì scorso, ma è stata rinviata all’ultimo minuto senza alcuna spiegazione. A differenza di molti Paesi che stanno scegliendo di convivere con il virus e di eliminare le restrizioni, la Cina continua a seguire una politica sanitaria inflessibile e queste misure, che spesso portano alla chiusura improvvisa di aziende e fabbriche, penalizzano le attivita’ e gli spostamenti e pesano sui consumi delle famiglie.

Nel secondo trimestre, il Pil cinese si è fermato, crescendo solo dello 0,4% su base annua, la peggiore performance dal 2020, dopo il 4,8% del primo trimestre. Ma ora “l’economia sta mostrando segni di ripresa”, ha dichiarato Zhao Tonglu, alto funzionario dell’Ufficio nazionale di statistica. Da un trimestre all’altro, il Pil è aumentato del 3,9%, un buon segno, mentre tra il primo e il secondo trimestre era diminuito del 2,6%.

Il presidente Xi Jinping ha ribadito al Congresso del Partito Comunista la validità della sua politica del Covid zero, nonostante il suo impatto sull’attivita’ economica. “Mettiamo le persone e le loro vite al primo posto”, ha detto, riferendosi al presunto lassismo delle democrazie occidentali.

La pubblicazione dei dati sulla crescita è stata accompagnata da una serie di dati economici: le vendite al dettaglio, il principale indicatore dei consumi delle famiglie, sono rallentate a settembre. Il mese scorso le vendite sono aumentate del 2,5% su base annua, rispetto al 5,4% di agosto. La produzione industriale è rimbalzata a +6,3% su base annua dal 4,2% di agosto. Infine, il tasso di disoccupazione è salito a settembre al 5,5%, rispetto al 5,3% del mese precedente.

Tuttavia, questo dato fornisce un’immagine incompleta della situazione economica: il tasso di disoccupazione in Cina è calcolato solo per gli abitanti delle città. Esclude di fatto i milioni di lavoratori migranti, che sono particolarmente vulnerabili nelle aree rurali. Molti, infatti. avevano perso il lavoro dopo la prima ondata dell’epidemia nel 2020.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube