La Cgia di Mestre: “Contro il caro bollette 15 miliardi potrebbero non bastare”

Economia & Finanza

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Secondo gli artigiani di Mestre, da settembre fino alla fine del 2022, in aiuti per famiglie e imprese, Francia e Germania hanno destinato una spesa di 264,2 miliardi e 71,6 miliardi mentre il Governo Draghi ne ha erogati solo 62,6 miliardi
Gas e caro energia

AGi – Per contrastare il caro bollette, “il Governo Meloni potrebbe disporre per questo ultimo scorcio del 2022 un importo non superiore a 15 miliardi di euro”: lo sottolinea la Cgia di Mestre secondo cui tale importo non è comunque sufficiente. Di questi 15 mld, “10 lasciati in ‘eredita” dall’Esecutivo Draghi e altri 5 dovrebbero giungere dall’Ue. Bruxelles, infatti, potrebbe consentire ai singoli paesi di recuperare i fondi strutturali 2014-2020 non ancora spesi o non impegnati in modo vincolante“.

Per contrastare il caro bollette, ricorda la Cgia su dati dell’Ufficio Studi, “nell’Ue a 27 solo gli esecutivi di Germania e Francia hanno stanziato in termini assoluti più risorse di quelle messe in campo dal governo Draghi. Se tra settembre 2021 fino ad ora Berlino ha approvato una spesa in piu’ anni pari a 264,2 miliardi di euro, Parigi, invece, ha destinato 71,6 miliardi, mentre il Governo Draghi ne ha erogati 62,6 miliardi.

Gli artigiani di Mestre rilevano che sebbene erogati in più anni è vero che le famiglie e le imprese tedesche potranno beneficiare su un ammontare complessivo di aiuti pari al 7,4 per cento del Pil. Tuttavia, va comunque ricordato che la Germania è la prima potenza industriale dell’Unione Europea, conta 24 milioni di abitanti in più del nostro Paese e solitamente affronta, dal punto di vista meteorologico, mesi invernali molto più rigidi dei nostri.

Se, invece, analizziamo le risorse stanziate per mitigare il costo delle bollette di luce e gas in rapporto al Pil, l’unico paese che precede i tedeschi è Malta (7,7 per cento). Seguono la Germania (7,4), la Lituania (6,6), la Grecia (5,7) e i Paesi Bassi (5,3). In termini complessivi, in questo ultimo anno i 26 paesi dell’Ue (non sono disponibili i dati dell’Ungheria) hanno messo a disposizione di famiglie e imprese 566,2 miliardi di euro, pari al 3,9 per cento del Pil europeo.

Quanto al 2023, la Cgia sottolinea che se l’intenzione dell’esecutivo sembra quella di non ricorrere a nuovo debito, le risorse per contenere il caro bollette non potranno che essere recuperate “attraverso un taglio alla spesa pubblica, visto che appare impensabile poter agire sul fronte delle entrate“. Stando ai dati pubblicati nel Nadef 2022, quest’anno la spesa pubblica complessiva (includendo quindi anche gli interessi passivi) “dovrebbe sforare il tetto dei mille miliardi,a 1.029 miliardi di euro. Cifra, quest’ultima, in aumento di 43,1 miliardi rispetto al 2021. Le entrate finali, per contro, raggiungeranno quest’anno la soglia dei 932,5 miliardi di euro, in aumento di 75,2 miliardi rispetto al 2021”.

Gli artigiani di Mestre rilevano che “sia sul fronte delle uscite sia per quelle delle entrate l’effetto dell’inflazione si è fatto sentire, contribuendo ad alimentare in maniera importante gli incrementi. Ora, tenendo presente che quasi il 90 per cento della spesa complessiva è pressoché incomprimibile (pensioni, prestazioni sociali, sanità, interessi passivi, retribuzioni dei dipendenti pubblici, consumi intermedi, investimenti, etc.), non sarà per nulla facile con la prossima legge di bilancio recuperare le risorse da destinare al contenimento dei costi delle bollette 2023 a famiglie e imprese”.

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