Inaugurazione Bubbio

Arte, Cultura & Società

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Servizio di Elisabetta Tizzani, photographer, di Bubbio. Viva soddisfazione da parte dell’Amministrazione e della Biblioteca comunali di Bubbio, rispettivamente rappresentate dal Sindaco, Stefano Reggio, e daella Direttrice, Elisa Gallo, quest’ultima anche Presidente della locale sezione dell’Associazione Italiana Combattenti Interalleati (A.I.C.I.), per il successo dell’inaugurazione della Mostra di Arti Visive “Sociurgia – dall’Opera d’Arte all’Opera Sociale”, avvenuta lo scorso 29 ottobre presso la Confraternita dei Battuti, la quale così si consacra come uno dei più attrattivi spazi espositivi dell’acquese, e forse anche della regione.

Grande successo a Bubbio per la mostra “La Sociurgia”

 Nell’àmbito della Rassegna “Dal Mare alle Langhe”, ideata per rimarcare lo stretto rapporto tra Liguria e Piemonte, si è inaugurata sabato 29 ottobre alle 16 a Bubbio (AT), presso la Confraternita dei Battuti di via XX Settembre, la mostra “La Sociurgia. Dall’Opera d’Arte all’Opera Sociale”, che sarà visitabile fino al 20 novembre. L’evento ha avuto il patrocinio del Comune di Bubbio e dell’AICI (Associaz. Italiana Combattenti Interalleati), nonché la collaborazione delle Cantine Torelli.

Dopo i saluti del Sindaco di Bubbio, Stefano Reggio, ha preso la parola il giornalista e scrittore Antonio Rossello, che ha chiarito in un intervento molto articolato il concetto di Sociurgia intesa come idea e metodo per comprendere tutti gli aspetti della vita, partendo dall’Arte per arrivare ai suoi riflessi sulla Società. “Sociurgia”. In alcuni ambienti della società civile, culturali ed artistici si sta discutendo e portando avanti la concettualizzazione di un termine innovativo: «sociurgia» (un nome composto ibrido, latino e greco, che da societas, ossia «società», + ἔργον, ossia «opera», letteralmente significa «opera sociale»). Si denota quindi una funzione sociale attiva, operante, in cui la promozione e la divulgazione costituiscono una dimensione che sul fronte di cultura, arte, tradizione… inferisce tutto il resto, la conoscenza, la curiosità, la relazione, i valori sociali. Quella interdipendenza naturale, necessaria, etica che non concepisce cultura, arte, ossia tutto ciò che attiene lo spazio dello spirito, appunto, come luogo a parte, elitario e autoreferenziale, ma come bene pubblico. Mezzo comune di progresso e civiltà. Forse nulla di sostanzialmente nuovo, ma una rinnovata dialettica tra contenuti e forme, utile a creare movimento per recuperare dal passato insegnamenti, dalla presente nuova linfa e tentare di oltrepassare contraddizioni sotto gli occhi di tutti. Alcuni intellettuali a livello nazionale si sono già espressi in interviste rilasciate allo stesso Rossello:

Luigi Iacquinta, Presidente di Vera Rinascita (Napoli): Il termine ” sociurgia” acquisisce a mio parere una valenza importantissima in questo segmento di secolo, dove i valori sociali, artistici e di cultura si stanno inevitabilmente affievolendo. La funzione delle “reti sociali” con il sapiente mezzo divulgativo di internet e dei mezzi di comunicazione, diventa ancora più importante se si riesce a divulgare questi aspetti nel pubblico, superando i confini elitari ed autoreferenziali in cui ormai questi valori sono confinati.

Angelica Lubrano, scrittrice, (Savona): L’attività artistica di uno scrittore, di un pittore o di uno scultore può essere definita “opera sociale”, cioè una mission tesa a favorire la realizzazione di persone libere e responsabili? Sono personalmente convinta di sì. L’alternativa è la mercificazione fine a se stessa, cioè opere come i “cinepanettoni” per guadagnare. Insomma un fatto antico, ma esploso in modo virulento con la rivoluzione industriale: è l’alienazione dell’uomo, delle sue braccia, ma anche del frutto del pensiero di cui hanno parlato Fichte, Hegel, Feuerbach, Marx ed Engels…

Rossello ha poi ceduto il microfono allo scrittore e critico d’Arte Marco Pennone, che ha svolto una prolusione dal titolo “La Zattera della Medusa e la Sociurgia”, già pubblicata in forma integrale da questa testata come articolo separato, sviluppando una originale metàfora tra il quadro di Géricault e la condizione umana. Infine è brevemente intervenuto il Direttore Artistico, il pittore, scultore,  ceramista e organizzatore culturale Ettore Gambaretto, che ha elogiato gli Artisti che hanno risposto con entusiasmo alla sua chiamata.

L’inaugurazione dell’evento ha riscosso un successo che è andato al di là di ogni previsione: gli Artisti ed il pubblico che riempivano l’Oratorio hanno applaudito spesso “a scena aperta”, hanno fatto riprese e scattato molte foto, si sono intrattenuti con i relatori per approfondire varie tematiche.

Silvana Morra di Bubbio, insegnante d’Arte in pensione e pittrice, commenta: “In quasi tutti gli espositori/artisti si nota una genuina ricerca espressiva, a volte ingenua , ma sempre emotivamente sincera, come spesso non accade in artisti anche affermati, che si adagiano nella ripetitività di una formula di successo ormai priva di tensione emotiva. Il tutto e un po’ affollato, ma questo da modo di vedere l’evoluzione del pensiero della tecnica della diversa sensibilità e maturità, è una mostra piena di fervore di vita.”

Infine, Nicola Papa, già Sindaco di Denice (AL), fautore del locale Museo a Cielo Aperto, così commenta dal suo profilo Facebook: Ho avuto il piacere, oltre che visitare l’interessante mostra organizzata dal dinamico maestro Gambaretto , di incontrare e salutare alcuni artisti che hanno condiviso e partecipato, in tempi non lontani, ad un mio progetto culturale quando Denice rappresentava punto di incontro e di aggregazione artistica.

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