Art in Public Spaces: intervista al ministro della Cultura Elva Margariti

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Intervista a cura del Direttore Daniela Piesco 

Il Ministero della Cultura Albanese ha annunciato i 7 progetti vincitori della prima edizione del Concorso Internazionale “Arte negli spazi pubblici”.Un progetto per il quale il governo albanese ha stanziato un fondo di 200 milioni di ALL .Appare evidente che si tratta di un’iniziativa di portata molto ampia che non inizia e finisce solo nello studio di un artista .

I progetti vincitori appartengono ad artisti non solo albanesi, ma anche italiani, polacchi, greci e cinesi. Saranno implementati in spazi pubblici, come cavalcavia, rotatorie e nodi infrastrutturali, al fine di migliorarne l’immagine.

Dal momento della sua ideazione è stato chiaro l’obiettivo di “Art in Public Spaces” ossia quello di migliorare l’immagine degli spazi pubblici non semplicemente collocando un’opera artistica da qualche parte, ma realizzando opere a terra, trasmettendo gusto estetico, coinvolgendo interi team non solo di creatori, ma anche di architetti, ingegneri e designer.

I partecipanti provenivano da una varietà di paesi come Italia, Grecia, Turchia, Polonia, Cina, India, Messico e Pakistan. E naturalmente c’erano anche artisti albanesi.

Su 132 progetti, 30 si sono qualificati per la seconda fase durante la quale si è svolta la definizione del progetto, dei budget, dei gruppi di lavoro, delle scadenze. Dopo un lungo lavoro, la giuria internazionale composta dall’artista Helidon Xhixha (Presidente), dall’architetto Frida Pashako, dal giornalista e curatore Michele Bonuomo, dall’artista contemporaneo Gregor Hildebrandt e dal noto curatore Bernhart Schwenk, ha stilato una lista di 8 progetti vincitori, che sarà implementato nelle località dei comuni di Tirana, Kavaja, Divjaka, Malesi e Madhe.

Altri progetti, che non hanno vinto in questa edizione, ma sono stati molto valutati dalla giuria, hanno la possibilità di essere adattati ad altri luoghi di questo bando ed essere implementati nella prossima edizione, oppure saranno collocati in altre località, al di fuori l’elenco di quelli annunciati, in altri comuni del paese.

Ne parliamo con il ministro della cultura della Repubblica d’Albania Elva Margariti nata a Tirana nel 1980

In precedenza, Margariti ha ricoperto la carica di Consigliere Territoriale e Coordinatore Nazionale per il Programma di Sviluppo Rurale Integrato (Programma 100 Villaggi) presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri dell’Albania.

Nel 2008 Margariti ha conseguito la Laurea Magistrale in Architettura presso l’Università degli studi di Firenze, in Italia, con lode nei settori del design, della riqualificazione e della rivitalizzazione degli spazi costruiti e della bioarchitettura.

Nello stesso anno ottiene l’iscrizione all’ordine degli architetti di Firenze. Ha un’esperienza relativamente lunga come libera professionista in vari campi dell’architettura e dell’urbanistica e dello sviluppo, e come associata di diversi studi di design sia in Italia che in Albania.

Da menzionare,nel 2004-2005 le sue esperienze progettuali nel campo del design, basato sui principi della bioarchitettura, approfondite in Finlandia presso l’Università di Tecnologia di Tampere.

Successivamente, nel 2006, la sua formazione si arricchisce nel campo della rivitalizzazione del patrimonio culturale preservando le tecniche tradizionali, presso la Tongji University of Technology di Shanghai. Nello stesso anno entra a far parte del team per la progettazione e l’organizzazione della mostra “Cultural Heritage Preservation Rehabilitation and Reuse”, “The Tuscan Tradition”, presso l’Urban Planning Exhibition Hall di Shanghai.

Dal 2009 collabora con studi di progettazione architettonica e assiste i dirigenti di Firenze nei progetti di illuminazione per la loro architettura e la loro vita. L’esperienza in questo campo è culminata nella mostra “Lo stile dello Zar” (2009) al Museo del Tessuto di Prato e nella mostra permanente al Museo di Storia della Scienza “Galileo Galilei” a Firenze (2010).

Dal 2015, per un periodo di 3 anni, ha ricoperto il ruolo di Coordinatrice didattica del Corso di Laurea Magistrale in Architettura e del Corso di Laurea in Architettura e Ingegneria Ambientale presso l’Università Cattolica di Nostra Signora del Buon Consiglio, in collaborazione con il Università di Firenze.

Margariti è madre di una bambina di 11 anni e orgogliosa sostenitrice di programmi culturali che promuovono l’identità culturale albanese tra i bambini.

L’ intervista

La fusione tra arte e spazio publico è al centro del vostro progetto internazionale vuole parlarcene?

Il titolo stesso del progetto racconta meglio il suo interno. È la prima volta che organizziamo un progetto nazionale con caratteristiche internazionali, perché vi hanno partecipato artisti di tutto il mondo. Volevamo portare l’arte fuori dalle gallerie, dagli edifici dove è solitamente offerto alla vista di una parte del pubblico e negli spazi pubblici, dove l’arte può essere ammirata da tutto il pubblico.
Non è facile, certo, perché è organizzato con fondi pubblici, quindi la responsabilità è molto grande, ma sono convinta che sia il modo giusto per dare nuovo slancio alla scena artistica albanese.
D’altra parte, è anche un modo per dare una nuova immagine agli spazi pubblici. Ma attraverso la partecipazione puntiamo anche a promuovere il nostro Paese. E con questa edizione credo che stiamo raggiungendo questo traguardo.

Crede che ci sia una  mancanza di informazioni sull’arte pubblica, in particolare sull’arte contemporanea? Qual’e’ è stata la sfida che volevate vincere con questa iniziativa?

Nell’era di Internet, dei social media, dei feed di notizie e dell’infinito bombardamento senza sosta delle informazioni, quest’ultime non mancano di certo. Soprattutto quando l’accesso a queste informazioni è gratuito. Eppure, non è la prima volta che in Albania si tengono concorsi internazionali per opere d’arte o di architettura. L’esperienza mondiale in questo campo ha molto da darci e abbiamo quindi utilizzato tali esperienze. Ad esempio, abbiamo seguito la migliore esperienza svedese, dove vi sono le le strutture statali a gestire operazioni simili negli spazi pubblici. È vero però che era la prima volta che si svolgeva un concorso di queste dimensioni, che non riguardava solo la realizzazione di un’opera d’arte, ma anche gli interventi concreti sul terreno.
Tuttavia, lo Stato può creare le condizioni, ma alla fine è l’individuo con il proprio spirito artistico e imprenditoriale a decidere di quale scena artistica far parte.
Naturalmente, la trasformazione degli spazi pubblici in destinazioni artistiche attraverso installazioni di arte moderna e’ stata per noi un esperienza nuova sia per quanto riguarda la scala di organizzazione, sia per cio’ che concerne la concezione ed estensione geografica.
La nostra vera sfida è stata l’inizio di un lungo viaggio, fare quindi un primo passo all’interno di un processo. Questo processo è anche legato ad un nuovo approccio all’arte e alla cultura, non come prodotti esclusivi per una élite, ma come stile di vita, come collegamento diretto con il grande pubblico. Non è necessario essere un artista per godere della bellezza. Essa si trova dentro ogni persona comune. Importante è svegliarla, cosa che in una società consumistica è spesso difficile, ma non impossibile.

Oltre ad affrontare le preoccupazioni immediate, la vostra amministrazione ha provveduto a disporre  un documento strategico per garantire la sostenibilitá dei nuovi programmi di arte pubblica?

Abbiamo redatto un documento strategico che garantisce continuità e garantisce che una parte dei fondi pubblici sarà utilizzata per rivitalizzare la vita artistica e culturale con tutti gli effetti collaterali positivi di stimolare il settore delle arti e della cultura. L’Albania è un paese con un grande potenziale turistico e, in questa prospettiva, arte e cultura sono dei buoni complementi non solo all’offerta turistica, ma anche alla rigenerazione dell’economia locale ossia al miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

Quanto è importante l’arte pubblica all’interno di un quadro politico come quello albanese?

La politica in Albania assume spesso la forma di un dibattito in cui le passioni e le emozioni di un popolo tipicamente mediterraneo e balcanico. Penso che ci sia una dose di teatralità anche nella politica degli altri paesi vicini. Credo che questo mostri proprio l’elemento artistico in noi, così come in altri popoli vicini. Detto questo, in noi, l’arte può servire a risvegliare l’elemento della bellezza, della tenerezza e della riflessione. Può altresi’ servire a mostrare che c’è vita al di fuori del dibattito politico. Si consuma tanta politica giornalmente e l’arte può servire a diversificare il nostro cibo quotidiano. Questo non vuol dire che l’arte sia immune dal dibattito politico. Ma credo che siamo tutti d’accordo sul fatto che dovremmo investire di più in arte e cultura. E questo è importante. Spetta al Governo aprire la strada attraverso nuove opportunità e idee innovative. A questo punto basta copiare dai migliori del mondo e prendere i loro esempi adattandoli al nostro contesto.

È vero che il concetto di Arte Pubblica era inesistente nel vostro vocabolario?E che le cose sono iniziate a cambiare proprio con le vostre campagne di sensibilizzazione? Ecco vi e stata una collaborazione tra la societá civile e l’autorità?

Il concetto di arte pubblica non è una novità nel nostro Paese, tant’e’ che se venite in Albania ne vedrete un bel po’ della categoria, e non solo nella capitale. Uno dei primi progetti del Primo Ministro Rama, quando era sindaco di Tirana, è stata la pittura delle facciate dei palazzi della capitale, una forma di arte pubblica, che ha suscitato l’interesse del pubblico sin dall’inizio degli anni 2000. Dopo il 2013 altri progetti si son susseguiti, soprattutto durante il nostro mandato, attraverso il programma di Rinascita Urbana, e in questo contesto e’ nato Art in Public Spaces, con naturalezza e con una collaborazione tra la società civile, il mondo accademico, la comunità degli artisti e le autorità statali. Il progetto si estende ad una vasta gamma e comprende molte comunità diverse di professionisti, artisti, culturisti, tenendo naturalmente presente che quest’organizzazione e’ la prima del suo genere su tale scala.

Tutto questo ha portato a nuove opportunitá artistiche?

Certo. Questo è un processo del quale più lo conosciamo e mandiamo avanti, più avrà successo. Abbiamo soprattutto imparato quanto sia assetata il terreno dell’arte nel nostro Paese. I sette progetti vincitori erano solo alcuni della lunga lista di progetti molto apprezzabili e di alta qualità. Circa 24 altri progetti che non hanno vinto saranno utilizzati per altri spazi pubblici. Oltre 130 candidature, a dimostrazione di un grande interesse per il progetto.

L’Arte Pubblica è la prova visiva che l’arte ha preso un controllo dando vita a una società albanese più creativa..

Attraverso questa iniziativa abbiamo creato una nuova opportunità per gli artisti nonchè un ponte di comunicazione più diretta tra arte, cultura e pubblico. Abbiamo al contempo, creato occasioni per realizzare reti e contatti tra artisti e professionisti di diversi settori, come architetti, ingegneri, designer, per dare vita a nuove sinergie tra diverse professioni. Lo stato non può rendere la società più creativa, ma può fungere da catalizzatore per il rilascio di energie creative.

Può lasciarci qualche cenno sulla cerimonia di premiazione ?Chi sonno stati i vincitori e soprattutto dove verranno realizzate le loro opere?

Sono contenta che abbiamo avuto cinque diverse nazionalità nell’elenco dei vincitori (su sette progetti vincitori: Albania, Grecia, Italia, Cina, Polonia). I loro progetti si estenderanno dal nord al sud dell’Albania, adattandosi alle caratteristiche dei luoghi in cui saranno ubicati. Uno dei criteri di questo concorso era che le opere corrispondessero alle caratteristiche del territorio trasformandosi in toponimi simbolici dello stesso.

Gli artisti e progetti vincitori sono :

L’artista Kristo Krisiko, che vive e lavora in Grecia, con l’idea del progetto “Meteor”, che avrà sede a Golem, Kavaje.

L’artista Lio Ruowang di Tongguan. Shaanxi Province, Cina, con l’idea progettuale “Wolves Coming”, da collocare all’ingresso di Koplik, Malesi e Madhe.

L’artista Ergys Krisiko, di Tirana, Albania, con l’idea del progetto “L’arrivo degli uccelli”, da collocare presso il cavalcavia della costruzione di frecce a Tirana.

L’artista Karolina Halatek di Lodz, Polonia, con l’idea del progetto “Terminal of Tirana”, da collocare presso il Centro Ospedaliero Universitario “Madre Teresa”, Tirana.

Lo scultore Sadik Spahia di Tirana, Albania, con idea progettuale “Zabel”, da collocare all’uscita di Koplik, Malesi e Madhe.

L’artista Vasil Dhiamandi di Tirana, Albania, con l’idea del progetto “Nest”, da collocare alla rotonda di Divjaka.

L’artista Alfred Milot Mirashi, di Montesarchio, Italia, con l’idea del progetto “Albanian Key”, da collocare all’incrocio della dogana Hani i Hotit.La sua scultura verrà installata nella rotonda di accesso all’Albania del Nord Hani I Hotit.

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