La Fed alza tassi di 75 punti base, sesto rialzo da inizio 2022

Economia & Finanza

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Si tratta del quarto rialzo consecutivo di questa entità. La Casa Bianca: “Aiuterà a raffreddare l’inflazione”. Per Powell “è ancora presto per parlare di stop agli aumenti”

di Danilo Di Mita

© MANDEL NGAN / AFP
– Il presidente della Federal Reserve Jerome Powell

 

AGI – La Federal Reserve si è mostrata ancora ‘aggressiva’ e ha alzato i tassi d’interesse di 75 punti base portandoli in una forchetta compresa tra il 3,75 e il 4 per cento.

Si tratta del quarto rialzo consecutivo di questa entità per l’istituto guidato da Jerome Powell nel tentativo di contrastare la crescita dell’inflazione, mentre dall’inizio dell’anno siamo ormai al sesto rialzo (inclusi gli incrementi dello 0,25% a marzo e dello 0,50% a maggio).

Nel motivare la sua decisone la Fed ha spiegato che “gli indicatori recenti indicano una crescita modesta della spesa e della produzione”, mentre “negli ultimi mesi l’incremento dei posti di lavoro è stata robusta e il tasso di disoccupazione è rimasto basso”.

Allo stesso tempo, “l’inflazione rimane elevata, a causa degli squilibri della domanda e dell’offerta legati alla pandemia, all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia e a pressioni più ampie sui prezzi”.

La Fed è dunque all’opera per “raggiungere la massima occupazione e un tasso di inflazione del 2% nel lungo periodo”, a fonte di un costo della vita che a settembre si è attestata all’8,2%.

Un impegno ribadito durante la conferenza stampa dal presidente Jerome Powell che ha confermato la determinazione dell’istituto centrale a riportare “l’inflazione al 2%, e abbiamo gli strumenti per farlo”, un tema, quello della stabilità dei prezzi, fondamentale per l’economia, per questo saranno “appropriati” altri rialzi dei tassi e che una politica monetaria restrittiva sarà necessaria “per un certo tempo”.

Poi, “a un certo punto – ha sottolineato – sarà appropriato rallentare l’andamento dei rialzi” anche se ancora non è chiaro quale sarà il livello dei tassi necessario per riportare l’inflazione al livello di guardia del 2%. Il rallentamento del rialzo dei tassi d’interesse probabilmente potrebbe esserci già a dicembre o a limite febbraio, ma “ancora non abbiamo deciso”.

Quello che è certo è che l’economia statunitense “ha molto rallentato negli ultimi mesi, e gli indicatori più recenti puntano a livelli di spesa modesti”; tuttavia, ha aggiunto il governatore, “l’occupazione resta molto alta” e il “mercato del lavoro è squilibrato”, mentre i dati sull’inflazione “si sono nuovamente rivelati superiori alle attese”. occupazione nel settore privato statunitense è aumentata a ottobre più delle attese.

I dati del mercato del lavoro Usa a ottobre sono in effetti risultati oltre le attese: il settore privato, segnala il rapporto mensile redatto da Automatic Data Processing (Adp), ha creato nel mese scorso 239.000 nuovi occupati, contro i 195.000 attesi dagli analisti e a fronte dei 192.000 di settembre.

I salari sono cresciuti del 7,7% su base annuale, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente.

Sulla decisione della Fed è intervenuta anche la Casa Bianca secondo la quale l’aumento dei tassi “aiuterà a ridurre l’inflazione mentre un aumento dei tassi ipotecari dovrebbe raffreddare l’inflazione nel mercato immobiliare.

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