Si tratta del quarto rialzo consecutivo di questa entità. La Casa Bianca: “Aiuterà a raffreddare l’inflazione”. Per Powell “è ancora presto per parlare di stop agli aumenti”
di Danilo Di Mita
AGI – La Federal Reserve si è mostrata ancora ‘aggressiva’ e ha alzato i tassi d’interesse di 75 punti base portandoli in una forchetta compresa tra il 3,75 e il 4 per cento.
Nel motivare la sua decisone la Fed ha spiegato che “gli indicatori recenti indicano una crescita modesta della spesa e della produzione”, mentre “negli ultimi mesi l’incremento dei posti di lavoro è stata robusta e il tasso di disoccupazione è rimasto basso”.
Allo stesso tempo, “l’inflazione rimane elevata, a causa degli squilibri della domanda e dell’offerta legati alla pandemia, all’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e dell’energia e a pressioni più ampie sui prezzi”.
La Fed è dunque all’opera per “raggiungere la massima occupazione e un tasso di inflazione del 2% nel lungo periodo”, a fonte di un costo della vita che a settembre si è attestata all’8,2%.
Un impegno ribadito durante la conferenza stampa dal presidente Jerome Powell che ha confermato la determinazione dell’istituto centrale a riportare “l’inflazione al 2%, e abbiamo gli strumenti per farlo”, un tema, quello della stabilità dei prezzi, fondamentale per l’economia, per questo saranno “appropriati” altri rialzi dei tassi e che una politica monetaria restrittiva sarà necessaria “per un certo tempo”.
Poi, “a un certo punto – ha sottolineato – sarà appropriato rallentare l’andamento dei rialzi” anche se ancora non è chiaro quale sarà il livello dei tassi necessario per riportare l’inflazione al livello di guardia del 2%. Il rallentamento del rialzo dei tassi d’interesse probabilmente potrebbe esserci già a dicembre o a limite febbraio, ma “ancora non abbiamo deciso”.
Quello che è certo è che l’economia statunitense “ha molto rallentato negli ultimi mesi, e gli indicatori più recenti puntano a livelli di spesa modesti”; tuttavia, ha aggiunto il governatore, “l’occupazione resta molto alta” e il “mercato del lavoro è squilibrato”, mentre i dati sull’inflazione “si sono nuovamente rivelati superiori alle attese”. occupazione nel settore privato statunitense è aumentata a ottobre più delle attese.
I dati del mercato del lavoro Usa a ottobre sono in effetti risultati oltre le attese: il settore privato, segnala il rapporto mensile redatto da Automatic Data Processing (Adp), ha creato nel mese scorso 239.000 nuovi occupati, contro i 195.000 attesi dagli analisti e a fronte dei 192.000 di settembre.
I salari sono cresciuti del 7,7% su base annuale, in calo di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente.
Sulla decisione della Fed è intervenuta anche la Casa Bianca secondo la quale l’aumento dei tassi “aiuterà a ridurre l’inflazione mentre un aumento dei tassi ipotecari dovrebbe raffreddare l’inflazione nel mercato immobiliare.