“Quattro uomini e una stella”

Calabria

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Grazie all’impeccabile lavoro dell’associazione “Nova”, capitanata da Matteo Petramala, è stato presentato presso la città dei ragazzi, a Cosenza, “Quattro uomini e una stella”, il libro scritto da Carlo Tumino e Christian De Florio, i “Due papà per scelta”, che hanno raccontato, e continuano a raccontare, attraverso i canali social, la loro storia, e quella dei loro due bambini.

Tutto inizia in una calda giornata estiva, i due si conoscono su una spiaggia di Rimini durante un torneo di beach volley, e scoppia l’amore, un colpo di fulmine ha fatto sì che dopo soli tre mesi, i protagonisti in questione abbiano firmato un contratto per vivere insieme, a Milano.

Sembra la scena di un film, ma è tutto così naturale, vero, che dopo l’unione civile, nel 2017, hanno desiderato allargare la famiglia.

Questo libro racconta non solo la loro quotidianità, ma anche il percorso che li ha portati a coronare il sogno della genitorialità, con la scelta di ricorrere alla maternità surrogata negli Usa, paese con una solida legislazione in materia, e l’incontro con Krista grazie al quale sono nati Juju e Seba.

Un desiderio forte per entrambi, ma che ardeva in modo più intenso per Christian, che fin dal primo incontro ne parla a Carlo: «Il desiderio di diventare papà l’ho avvertito sin da giovane, forse perché un papà non l’ho mai avuto, anche se non c’è una vera e propria risposta a questa domanda, l’amore è una sfida e proprio per questo probabilmente non ha una risposta ben definita». Per Carlo invece, la paternità è un desiderio portato a compimento attraverso l’impegno e la dedizione all’altro, valori trasmessi a loro volta dai suoi genitori: «È stato bello essere figlio, e quindi ho sempre pensato che qualcun altro dovesse avere la mia stessa fortuna. Nel nostro nucleo non abbiamo ruoli predefiniti, come spesso avviene nella cultura familiare italiana, semplicemente è il luogo dove tutto prende vita. Non importa da chi sia composta, ma come ci si sente quando si sta insieme».

Insomma, è la storia di due padri e due figli, e tanto amore da dispensare. Due padri che prima ancora sono esseri umani, con le proprie fragilità, i propri difetti, i propri sogni, i propri desideri. Desideri che hanno unito, hanno aspettato, hanno assecondato.

Perché accanto alla natura, c’è anche il naturale, fatto di persone libere che si amano e scelgono il percorso da affrontare per coronare i propri sogni. E, niente e nessuno ha potuto arginare il sogno di questi due ragazzi, che hanno saputo mescolare nei colori forti dell’affetto, un valore assoluto, come quello identitario. Un’identità che ha subìto gli sguardi di una società che non l’accetta, e si deve ancora oggi difendere da voci poco gradite. Ma, si sa, la costruzione di un amore, come cantava Fossati, è sempre un processo molto delicato: ci vuole pazienza, coraggio, passione, dedizione, condivisione. Per dare vita ad un meccanismo strabiliante e indimenticabile, come far nascere un’altra vita.

In Italia, una coppia omosessuale non può adottare né tantomeno ricorrere ad altre vie per avere un figlio. E così Carlo e Christian optarono per gli Stati Uniti, dove si affidarono a un’agenzia. Via Skype incontrarono la prima possibile surrogata, Krista. Qui il secondo colpo di fulmine, vicendevole : «C’è stata alchimia immediata, è una ragazza splendida che ci ha conquistato con il suo candore e la sua semplicità. Spesso non si sa che anche la donna surrogata deve scegliere gli aspiranti papà. È un match».

Poco prima del parto, presero un aereo per Las Vegas e qui vissero giorni intensi, avvolti dal calore della famiglia della donna.

«Prima di entrare in sala parto, ci ha preso per mano e abbiamo recitato una preghiera. È stato un momento bellissimo che ci ha trasmesso un enorme senso di famiglia», confessano.

La scelta del paese in cui affrontare questo percorso ha ragioni specifiche, spiegano: «Abbiamo scelto di farlo negli Usa nonostante i costi molto elevati, perché non volevamo neanche l’ombra dello sfruttamento di una donna. Krista ci ha concesso un dono, permettendo la creazione di una nuova famiglia. Il percorso è molto controllato negli Usa e garantisce tutte le parti coinvolte: la donatrice di ovuli, la gestante e i futuri genitori, infatti, sono seguiti da un avvocato. Devono inoltre sottoporsi a test e colloqui psicologici e, in alcuni stati, presentare una fedina penale immacolata ».

Se avessero potuto scegliere, avrebbero forse optato per l’adozione, ma in Italia non è possibile.

Anzi, appena tornati nel Bel Paese, la realtà si è presentata in tutta la sua complessità. Muniti di regolare certificato di nascita americano, richiesero la trascrizione al Comune di Coriano, poiché, secondo la legge, il comune di residenza di uno dei genitori dovrebbe iscrivere nel registro dell’anagrafe i bambini in quanto figli di italiani. Ma venne fatto intendere loro che le possibilità di un’accettazione della domanda erano scarse. Decisero così di ritirare la richiesta, e di rivolgersi a un altro comune di residenza che accettasse la richiesta. Semplice burocrazia? Non proprio. Perché Sebastian e Julian a causa di questa impasse, per settimane non hanno avuto diritto a un pediatra del sistema sanitario pubblico e non hanno potuto fare i vaccini. A questo si aggiungeva per Carlo e Christian l’impossibilità di richiedere il congedo parentale :«Per il bene dei nostri bambini siamo stati costretti a cercare una città che ci accettasse come famiglia», dicono con amarezza.

Ma come si può spiegare al sistema marcio, di un paese retrogrado e bigotto, la bellezza, la libertà e la spontaneità di due esseri così piccoli e luminosi, come due stelle?

Sebastian che vuole accarezzare le formiche, Julian che telefona a Lady Gaga chiedendole di portare la pappa,  i frequenti viaggi negli Stati Uniti per mantenere vivo il rapporto con il ramo americano della famiglia, ma anche le notti passate a lavorare e ad accertarsi continuamente che i bambini stiano bene.

Poi le domande difficili, quelle che ti costringono a cercare le parole per rispettare la promessa che ci si è fatti: dire sempre la verità.

Quella dei due giovani genitori è una battaglia, combattuta a denti stretti, con un’armatura pesante e infrangibile, pronti a proteggere a tutti i costi Julian e Sebastian, così da poter splendere nel cielo della notte libero da ogni pregiudizio, proprio come l’amore, che muove il sole e l’altre stelle.

Mariachiara Monaco

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