La risposta della rete alla stretta sui rave

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Il decreto-legge accende polemiche sul web tra chi è favorevole a una maggiore severità, e chi teme un’interpretazione liberticida della norma. Nel 50% delle conversazioni si menziona il raduno di Predappio per la celebrazione del centenario della Marcia su Rom

di Kpi6 per Agi

© Jérémie Lusseau / Hans Lucas / Hans Lucas via AFP – Un rave

 

AGI – Regole più severe per i rave party illegali: uno dei primi provvedimenti dell’esecutivo appena insediato è il decreto legge per contrastare i raduni illegali, che arriva a ridosso del rave organizzato a Modena, conclusosi dopo un accordo tra i partecipanti e le forze dell’ordine.

Il Decreto Legge 31 ottobre 2022, n. 162  introduce all’articolo 5 un nuovo tipo di reato, “l’invasione di terreni o edifici per raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”, una novità che ha provocato molte critiche al Governo e che sta facendo discutere anche all’interno della comunità dei giuristi.

I detrattori del decreto sostengono che la nuova norma possa applicarsi a raduni e manifestazioni di qualsiasi tipo, rappresentando una compressione della libertà di manifestazione, senza alcuna attinenza con i rave party. I sostenitori favorevoli al decreto, invece, ritengono che siano necessari ordine, decoro e tutela della proprietà privata, sanzioni severe per disciplinare alcuni tipi di raduni illegali.

Con gli algoritmi di intelligenza artificiale di Kpi6 abbiamo analizzato le conversazioni in rete su un argomento entrato in poche ore tra i trending topics, e che ha provocato migliaia di discussioni, agganciandosi ad altri thread che proprio in quelle ore popolavano la rete, come la manifestazione di Predappio in occasione del centenario della Marcia su Roma.

Quasi il 50% delle discussioni inerenti i rave party e il relativo decreto legge, comprendono dei riferimenti alla manifestazione di Predappio; una sorta di contenuto ibrido utilizzato per discutere, più in generale, di diritti, libertà e priorità politiche. Il confronto tra rave party e le celebrazioni dei nostalgici del ventennio fascista, è riproposto in rete nella metà delle discussioni inerenti il decreto. Il concetto alla base del dissenso è: si vietano i rave, e non si vietano i raduni in violazione della legge Scelba. Disparità di giudizio.

Analizzando gli argomenti più utilizzati dagli utenti contrari al decreto, troviamo la forte preoccupazione per una potenziale restrizione della libertà di manifestare. Si contestano gli strumenti – le nuove norme del decreto anti-rave rendono possibili le intercettazioni telefoniche – e l’arbitrarietà dei divieti.

La norma inserita nel Decreto-legge 31 ottobre 2022, n. 162 già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, consentirebbe, infatti, attraverso il nuovo articolo 434-bis del Codice Penale, l’estensione dei divieti e delle sanzioni ai raduni di qualsiasi tipo, come l’occupazione di un liceo o un picchetto di operai in una fabbrica.

Molti contestano anche la procedura: un decreto-legge al quale non corrisponderebbero reali motivi di necessità e urgenza, pubblicato in seguito a un fatto di cronaca (il rave di Modena). Un decreto bandiera, per dare un segnale politico forte al Paese, potenzialmente applicabile ad ogni raduno, del quale non si ravvisa necessità.

Tra i sostenitori del provvedimento, invece, troviamo richieste di maggiore ordine e severità per contrastare la circolazione delle droghe ai raduni. La proprietà privata va tutelata e protetta da qualsiasi occupazione non autorizzata, e il cosiddetto buonismo della Sinistra italiana, ora, dovrà rassegnarsi al nuovo Governo di Giorgia Meloni.

Gli utenti favorevoli al decreto sostengono che i rave party provocano danni alle strutture occupate illegalmente, trasformandosi in zone degradate dove si consumano liberamente sostanze stupefacenti. Palesi violazioni delle leggi vigenti, che finalmente verranno sanzionate, si legge sul web.

Analizzando le audience che si confrontano sui social media su questi argomenti, gli uomini sono in maggioranza, sia tra i favorevoli che tra i contrari, mentre osserviamo una fascia generazionale più anziana tra i sostenitori del decreto, fino a 64 anni di età.

Quando si parla di rave party e del raduno di Predappio, i temi correlati più consistenti sono la norma definita “liberticida” dai suoi detrattori, il Partito Democratico responsabile di non avere impedito la nascita di questo Governo, lavorando ad un sistema di alleanze più ampio, e infine del Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, non adeguatamente solerte, secondo l’audience, a intervenire durante la celebrazione della Marcia su Roma del 28 ottobre. Tutti temi collegati con sentiment nettamente negativo, e contenuti fortemente ostili.

*Analisti: Gaetano Masi, Pietro La Torre. Fabiana Giannuzzi. Giornalista, content editor: Massimo Fellini 

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