Fondo nazionale per le imprese creative

Economia & Finanza

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di Silvia Passerini

I deputati Madia e Sensi in data 20 ottobre 2020 hanno presentato una proposta di legge per l’Istituzione di un fondo, che è stato stampato il 26 settembre di quest’anno.

La creatività oggi è considerata un importante mezzo per la diffusione dello sviluppo ecosostenibile. Nel settore creativo rientrano le attività economiche dinamiche che a livello internazionale sono classificate «industrie creative», come il settore del design, dell’architettura, dell’audiovisivo, dei videogiochi. In particolare si legge nell’Art. 2 della proposta: “a) settore creativo: il settore che comprende tutte le attività dirette allo sviluppo, alla creazione, alla produzione, alla diffusione e alla conservazione dei beni e dei servizi che costituiscono espressioni culturali o artistiche ovvero altre espressioni creative e, in particolare, quelle relative all’architettura, agli archivi, alle biblioteche, ai musei, all’artigianato artistico, all’audiovisivo, compresi il cinema, la televisione e i contenuti multimediali, al software, ai videogiochi, al patrimonio culturale materiale e immateriale, al design, ai festival, alla musica, alla letteratura, alle arti dello spettacolo, all’editoria, alla radio, alle arti visive, alla comunicazione e alla pubblicità; b) imprese creative, le imprese che: 1) rientrano nella definizione di micro, piccola e media impresa prevista dalla raccomandazione n. 2003/361/CE della Commissione europea, del 6 maggio 2003; 2) hanno un oggetto sociale che rientra, in via prevalente o esclusiva, nelle attività indicate alla lettera a), classificate dai codici ATECO individuati tenendo conto delle indicazioni dell’Unione europea, nonché degli studi e delle prassi amministrative più avanzati in materia.”

La Commissione europea ha incentivato già da un decennio una politica destinata a «liberare il potenziale delle industrie creative», rafforzando le industrie creative nella politica industriale europea con comunicazioni, Libri verdi e programmi di scambio di best practices tra le diverse esperienze, e con la previsione di appositi finanziamenti per diverse aree. Anche molti singoli Stati (come la Gran Bretagna, i Paesi nordici, l’Olanda, la Germania e l’Austria) hanno previsto strategie e azioni in favore delle industrie creative.

In Italia, nonostante il riconoscimento degli effetti positivi dell’industria creativa rispetto a quella tradizionale, non esiste ancora un’iniziativa che sostenga la nascita e la crescita di imprese creative e qualsivoglia attività di relazione e produzione. A livello territoriale, invece, si registra la presenza di diversi programmi sia regionali sia comunali, diretti a diffondere la conoscenza delle industrie creative sul territorio.

Altro aspetto importante è la crescente richiesta di introduzione di elementi creativi all’interno della pubblica amministrazione, come mezzi di crescita economica sostenibile e di miglioramento delle prestazioni.

L’obiettivo di questa proposta di legge, quindi, è sostenere il settore creativo attraverso incentivi, contributi a fondo perduto e finanziamenti agevolati, per rendere competitive soprattutto le piccole e medie imprese. E ancora si vuole incentivare la collaborazione tra imprese creative e settore tradizionale, istituire il Centro di eccellenza per le imprese creative, promuovere l’innovazione industriale e sperimentale per migliorare la qualità e l’efficienza anche del settore pubblico con strumenti creativi.

Annualmente il Ministro dello sviluppo economico dovrà presentare una relazione alle Camere circa l’andamento dello stato di attuazione della legge e ogni due anni è prevista una valutazione sui risultati.

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