“Restituiremo tutto. Torniamo alla vita normale. La pace per l’Ucraina si sta avvicinando”. Risoluzione dell’Assemblea Onu perché la Russia paghi i danni di guerra, Cina vota contro
AGI – “Restituiremo tutto. Torniamo alla vita normale. La pace per l’Ucraina si sta avvicinando. Per tutto il nostro Paese”. Lo ha dichiarato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nel suo messaggio video notturno.
“Alla vigilia dell’inverno, gli occupanti russi hanno distrutto assolutamente tutte le infrastrutture critiche per il popolo”, ha proseguito il presidente ucraino, “assolutamente tutti gli oggetti importanti della città e della regione vengono sottratti. È felicità per tutti quando la Russia viene espulsa. La felicità che ci sarà in quelle città e comunità che la Russia ha privato della vita normale sia dopo il 24 febbraio che nel 2014. Restituiremo tutto. Torniamo alla vita normale. E sappiamo che la pace per l’Ucraina si sta avvicinando. Per tutto il nostro Paese”.
In serata, lL’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha approvato una risoluzione che chiede alla Russia di pagare le riparazioni per i danni causati con l’invasione dell’Ucraina.
Il testo, promosso da Kiev e da molti suoi alleati, è stato approvato con 94 voti favorevoli, 14 contrari e 73 astenuti. La risoluzione afferma che la Russia deve “essere ritenuta responsabile di tutte le violazioni del diritto internazionale in Ucraina”. Viene poi chiesta l’istituzione di un meccanismo internazionale di riparazione e raccomandata la creazione di un “registro internazionale dei danni” per documentare le perdite subite dall’Ucraina, dai suoi cittadini e dalle sue imprese durante il conflitto.
La Cina ha votato contro la risoluzione. “Al fine di mantenere la fiducia nell’Assemblea generale, al fine di proteggere lo spirito di cooperazione e solidarietà multilaterale, a sostegno dello stato di diritto e della giustizia, la Cina voterà contro il progetto di risoluzione”, ha affermato il rappresentante di Pechino, secondo quanto riporta Ukrinform. Hanno inoltre votato contro la risoluzione Russia, Bielorussia, Zimbabwe, Iran, Corea del Nord, Cuba, Mali, Nicaragua, Siria, Commonwealth delle Bahamas, Repubblica Centrafricana, Eritrea ed Etiopia.