Il nuovo proprietario della piattaforma aveva dato tempo ai dipendenti fino a ieri pomeriggio: se volevano conservare il posto di lavoro, la scelta era tra concedersi “fino in fondo, incondizionatamente”, e andarsene
AGI – Si moltiplicano le dimissioni da Twitter alla scadenza dell’ultimatum di Elon Musk, che aveva dato tempo ai dipendenti fino a ieri pomeriggio se volevano conservare il posto di lavoro. La scelta era tra concedersi “fino in fondo, incondizionatamente”, e andarsene.
Mercoledì scorso Elon Musk, proprietario e capo di Twitter per tre settimane, ha chiesto ai dipendenti del social network di impegnarsi a “lavorare per lunghe ore ad alta intensità”, “per costruire un Twitter 2.0 rivoluzionario e avere successo in un mondo sempre più competitivo”.
“Solo una prestazione eccezionale varrà un punteggio sufficiente”, ha affermato in questa lettera interna consultata da AFP. I dipendenti hanno avuto tempo fino a giovedì pomeriggio per cliccare sulla casella “sì”, pena l’abbandono di Twitter con un compenso corrispondente a tre mesi di stipendio.
Un metodo che stona anche negli Stati Uniti, dove il diritto del lavoro è meno protettivo nei confronti dei dipendenti che in molti paesi sviluppati. La metà dei 7.500 dipendenti del gruppo è già stata licenziata due settimane fa dal multimiliardario.