Ascesa e caduta di Elizabeth Holmes che voleva essere Steve Jobs

Economia & Finanza

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Trentotto anni, astro nascente della Silicon Valley, founder della startup Theranos che millantava di aver sviluppato un dispositivo medico rivoluzionario che poteva individuare malattie grazie a poche gocce di sangue, è stata condannata a 11 anni e tre mesi di prigione, più tre anni di condizionale

di Alessio Nisi

© GLENN CHAPMAN / AFP – Elizabeth Holmes

 

AGI – Visionaria sì, lo era. Aveva come modello Steve Jobsvoleva che la sua Theranos fosse la next big thing dell’innovazione, come l’iPhone del cofounder di Cupertino. Era talmente dentro la sua visione da aver smarrito la verità.

Per questo Elizabeth Holmes, 38 anni, astro nascente della Silicon Valley, founder della startup che millantava di aver sviluppato un dispositivo medico rivoluzionario che poteva individuare malattie grazie a poche gocce di sangue, è stata condannata.

Non si tratta di una “punizione per il sogno della signora Holmes”, ma di una punizione per “la decisione di ingannare gli investitori”, ha spiegato il procuratore Jeff Schenk  nell’arringa finale dell’udienza che ha condannato la Holmes a 11 anni e tre mesi di prigione, più tre anni di condizionale.

“La tragedia di questo caso è che la signora Holmes è brillante” ed è riuscita a lasciare il segno in un mondo “dominato dall’ego maschile”, ha osservato poi la giudice. Ma ci sono anche ampie prove di “manipolazioni e bugie usate per fare affari”, ha aggiunto.

Il magistrato ha spiegato di non aver considerato l’apparente noncuranza di Elizabeth Holmes per i potenziali rischi per i pazienti, visto che è stata assolta dall’accusa di averli frodati. Ha inoltre dichiarato di non aver tenuto conto di tutte le perdite generate dal crollo della sua società, ma solo di una parte di quelle incassate da dieci investitori, ovvero 121 milioni di dollari. L’importo che l’azienda dovrà restituire agli investitori sarà deciso in un secondo momento, ha detto ancora il giudice.

Elizabeth Anne Holmes è stata a lungo descritta come una visionaria e una nuova Steve Jobs, un paragone incoraggiato dal dolcevita nero che la donna indossava quasi sempre, come il defunto leader della Apple. Figlia di un assistente parlamentare e di un ex direttore della Enron (azienda travolta da un enorme scandalo di frode) aveva solo 19 anni quando ha fondato Theranos nel 2003: l’idea era creare uno strumento di diagnosi del sangue che fosse rapido, indolore ed economico rispetto ai tradizionali esami di laboratorio.

Come Steve Jobs, era stata ammessa all’ Università di Stanford e, come lui, aveva abbandonato gli studi. Ha scelto di utilizzare il denaro che i suoi genitori avevano messo da parte per finanziare lo startup della sua azienda, con sede a Palo Alto, nel cuore della Silicon Valley.

Perché Theranos? Da bambina, si racconta, odiava gli aghi. Così ha voluto inventare una macchina in grado di fare centinaia di diagnosi ematiche da una sola goccia di sangue prelevata dal polpastrello. “Per me non c’è niente di più importante di quello che le persone passano quando qualcuno che amano si ammala gravemente”, diceva la Holmes in un video sul sito web della compagnia. “La sensazione di essere indifesi è straziante e se posso costruire qualcosa per cambiare questa situazione, è quello che voglio fare nella mia vita”.

La Holmes è riuscita in pochi anni a guadagnarsi la fiducia di personaggi di spicco (tra cui  il magnate dei media Rupert Murdoch, l’ex Segretario di Stato Henry Kissinger e il Segretario alla Difesa di Donald Trump Jim Mattis) e a raccogliere fondi da investitori prestigiosi attratti dal suo profilo.

Era “intelligente, articolata, determinata”, ha raccontato durante il processo proprio Jim Mattis. Tanto determinata che nel 2014, Forbes ha valutato la fortuna della Holmes a 4,5 miliardi di dollari e l’ha descritta come la più giovane donna miliardaria a non aver ereditato il proprio patrimonio. “Pensavo che sarebbe stata la prossima Apple”, ha dichiarato Adam Rosendorff, che un tempo era il direttore del laboratorio dell’azienda, durante il processo.

Al suo apice, la società è stata valutata quasi 10 miliardi di dollari. Ma nel 2015 lo scandalo è scoppiato quando il Wall Street Journal ha rivelato che la macchina che aveva creato non ha mai funzionato. E Elizabeth lo sapeva. Al punto da apporre personalmente i loghi di colossi farmaceutici  sui documenti ufficiali di Theranos che promuovono i suoi prodotti, senza il permesso delle aziende interessate.

Ramesh “Sunny” Balwani, ex socio di Elizabeth Holmes e direttore operativo di Theranos, è stato processato separatamente ed è stato riconosciuto colpevole di frode (la sentenza è prevista per il 7 dicembre).

Anche durante il processo, la Holmes non ha indietreggiato e ha continuato a cercare di convincere la giuria della sua buona fede. Ora, sposata con un figlio di 18 mesi e incinta di un secondo figlio, prepara le prossime mosse: l’appello contro la sentenza e la cauzione. Nel frattempo la sua storia continua ad affascinare i media di tutto il mondo. Tra sogno e verità, Elizabeth ha incarnato un certo modello legato alla Silicon Valley. Un modello datato e non più legato alla realtà.

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