La Commissione Ue presenta un piano d’azione per il Mediterraneo Centrale

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Bruxelles mira innanzitutto a “rafforzare l’attuazione del meccanismo volontario di solidarietà” concordato il 22 giugno scorso, l’agenzia Frontex giocherà un ruolo ancora più importante, più chiarezza sul ruolo delle Ong

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© Aris Oikonomou / Hans Lucas / Hans Lucas via AFP
– Ursula von der Leyen e Charles Michel

 

AGI – Maggiore collaborazione tra i Paesi Ue per rendere efficaci i ricollocamenti dei richiedenti asilo e i rimpatri dei migranti irregolari, con l’agenzia Frontex che giocherà un ruolo ancora più importante, ma anche sostenere i Paesi di partenza e transito per prevenire gli arrivi illegali e pericolosi; e cooperare nella ricerca e soccorso in mare, facendo più chiarezza sul ruolo delle navi private che operano.

Sono i punti fondamentali del Piano d’azione Ue per il Mediterraneo centrale presentato dalla Commissione europea dopo la crisi tra Italia e Francia sulla nave ong Ocean Viking.

“Gli ultimi eventi hanno acceso i riflettori sulla rotta del Mediterraneo centrale, dove nel 2022 sono arrivati oltre 90 mila migranti e rifugiati, partiti principalmente da Libia e Tunisia e originari principalmente di Egitto, Tunisia e Bangladesh, con un aumento di oltre il 50% rispetto al 2021”, ha ricordato l’esecutivo europeo.

In vista del Consiglio straordinario Affari interni convocato per il 25 novembre proprio per affrontare il nuovo aumento di flussi migratori attraverso la rotta che coinvolge l’Italia, la Commissione ha proposto venti azioni da applicare nell’immediato. Bruxelles mira innanzitutto a “rafforzare l’attuazione del meccanismo volontario di solidarietà” concordato il 22 giugno scorso.

“Gli Stati membri devono accelerare l’attuazione del meccanismo affrontando le strozzature finora individuate, migliorando la flessibilità, razionalizzando i processi e attuando il finanziamento di misure alternative“.

Di qui la necessità di “rivedere le procedure operative standard per il ricollocamento al fine di ottenere procedure più efficienti e rapide, anche per fornire un rapido sostegno agli Stati membri che ricevono arrivi via mare”. La Commissione inoltre a mettere in campo “un approccio più coordinato sulla ricerca e il soccorso”.

“Fornire assistenza a qualsiasi persona trovata in pericolo in mare fino al momento dello sbarco sicuro, indipendentemente dalle circostanze che portano le persone a trovarsi in tale situazione, è un obbligo giuridico per gli Stati membri dell’Ue”, ha ribadito Bruxelles.

Tuttavia “una sincera cooperazione e solidarietà tra gli Stati membri, nonché il coordinamento tra tutti i soggetti e le parti interessate pertinenti, sono essenziali per prevenire incidenti mortali in mare, mantenere la sicurezza della navigazione e trovare soluzioni sostenibili alle sfide attuali”, si legge nel documento che non fa riferimento direttamente alle ong che operano nelle acque che separano il Nord Africa dall’Italia.

Di qui la scelta di “promuovere una cooperazione più stretta, migliori pratiche e migliori modalità per lo scambio di informazioni e il coordinamento, in particolare tra gli Stati costieri e di bandiera, anche al fine di agevolare una migliore cooperazione tra gli Stati membri e le navi di proprietà o gestite da soggetti privati”, si legge nella parte del piano che riguarda direttamente le organizzazioni di volontari.

“Frontex, insieme agli Stati membri interessati, effettuerà una valutazione mirata della situazione nel Mediterraneo centrale per identificare le esigenze di un sostegno rafforzato attraverso operazioni congiunte, sorveglianza aerea e marittima, sviluppo di capacità e consapevolezza situazionale per gli Stati membri all’esterno frontiere”, ha stabilito Bruxelles.

“La Commissione, con la partecipazione e il sostegno degli Stati membri, rilancerà il gruppo di contatto europeo per la ricerca e il salvataggio, invitando, se opportuno, i Paesi partner, le organizzazioni internazionali e le parti interessate”, ha proposto l’esecutivo europeo.

Infine, la Commissione intende “rafforzare la programmazione strategica e orientata alle politiche e l’attuazione dei suoi finanziamenti esterni per affrontare le sfide migratorie, prevenire le partenze irregolari e salvare vite umane lungo tutte le rotte migratorie”.

“Si prevede attualmente che almeno 580 milioni di euro per il periodo 2021-2023 nell’ambito di Ndici-Global Europe e di altri strumenti saranno utilizzati attraverso la programmazione regionale multinazionale per il sostegno in materia di migrazione ai partner in Nord Africa, insieme a programmi bilaterali dell’Ue con i singoli Paesi”, ha ricordato Palazzo Berlaymont.

Si propone dunque di “avviare – entro la fine dell’anno – l’iniziativa Team Europe sulla rotta del Mediterraneo centrale per combinare le attività degli Stati membri con la cooperazione e il coordinamento a livello dell’Ue, attraverso un approccio globale, creando nuove opportunità di coordinamento con i Paesi partner, così come con le agenzie delle Nazioni Unite competenti”.

Il piano d’azione, infine, pone l’accento sulla necessità di arrivare all’adozione “di tutte le proposte nell’ambito del Patto sulla migrazione e l’asilo prima della fine di questa legislatura”, ovvero la prima metà del 2024, “per garantire che venga messa in atto una soluzione sostenibile bilanciando solidarietà e responsabilità”.

 

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