La busta coi soldi nel coniglio pasquale, i caloriferi rubati: le intercettazioni nell’obitorio di Saronno

Lombardia

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Non solo il presunto racket del caro estinto ma tanti singolari episodi di presunta corruzione nell’ordinanza che ha disposto dieci misure cautelari per addetti dell’obitorio, impresari funebri e medici
© Agf – Corruzione

 

AGI – “Il coniglio…ma dentro la busta mi sono stupita, grazie! Non me l’aspettavo…”. Pasqua 2021. Sabrina De Carlo, addetta all’obitorio dell’ospedale di Saronno, riceve dal medico di base Anna Maria Fazio dei dolci in regalo, tra cui il classico animaletto di cioccolato.

Uno strano rapporto di lavoro il loro, così come emerge dall’ordinanza del gip di Busto Arsizio letta dall’AGI che ha disposto dieci misure cautelari nell’ambito dell’indagine su presunti episodi di corruzione nella struttura dove vengono portate le salme subito dopo il decesso.

Secondo gli inquirenti, De Carlo ha lavorato per diverso tempo nello studio della dottoressa durante una finta malattia che la teneva lontana dall’obitorio, certificata proprio da Fazio. La sorpresa nel coniglio “con tutta evidenza era una somma di denaro, verosimilmente corrisposta a De Carlo quale compenso per l’attività prestata a favore della dottoressa Fazio”.

Il furto del manichino della Croce Rossa

Nelle oltre 500 pagine dell’ordinanza, non mancano ipotesi di presunte ruberie singolari. Come il furto dal magazzino dell’ospedale che avrebbe messo a segno un altro addetto dell’obitorio Giovanni Di Paola, ritenuto uno dei principali artefici del racket a favore di alcune imprese funebri ‘amiche’ che per sdebitarsi avrebbero pagato delle ‘micro mazzette’ da 50 euro ma ripetute nel tempo. Due persone intercettate parlano di lui in questo dialogo.

“Come i caloriferi, li ha fatti sparire…Sai che sotto lì, nei sotterranei mettono le cose che non funzionano bene o che vogliono buttare o che…”. “Sì, quelle da…”. “Lui va là e quelle che funzionano le prende e poi…Una volta l’ho visto prendere un manichino della Croce Rossa”. “Ma perfino questo”. “E ho detto cazzo, questo costa sei-settemila euro perché io sono della Croce Rossa dal 1998, no? Quei manichini lì costano un sacco di soldi per fare le prove. Per la rianimazione e tutto quanto. Dopo un po’ gli ho chiesto: ma il manichino che hai portato via? Ah l’ho regalato alla Croce Rossa…ma te ci credi?”. “Ma va…quello è un affarista, un disgraziato”.

“Il cotone del morto”

“L’avvenuta sottrazione da parte di Di Paola – scrive la giudice Tiziana Landoni – trovava ulteriore riscontro negli esiti della perquisizione domiciliare” nella quale sarebbe stato trovato almeno una parte del materiale portato via”. Un po’ di tutto: “occhiali panoramici, mascherine, panni, sapone, asciugamani, carta igienica, bende” che, stando ad alcune intercettazioni, l’uomo avrebbe rivenduto.

Il 24 marzo 2021 Di Paola riceve una telefonata da un dipendente di un’impresa di pulizia che lavora nell’ospedale di Saronno. L’uomo porge una richiesta particolare. “Ti chiedo proprio un grande favore…un po’ di cotone del morto. “Cotone? Cosa ne devi fare?”. “Per metterlo nel naso di mio cognato morto”.

De Paola “si rendeva subito disponibile a procurargli tutto il materiale che era nella sua disponibilità in quanto presente nel magazzino dell’obitorio in quanto  comunemente in uso agli operatori per lo svolgimento delle loro attività”. L’indagato avrebbe anche preso e rivenduto dei computer “ospedalieri” grazie alla complicità della moglie addetta alle pulizie.

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