Putin apre e chiude: sì a negoziati sull’Ucraina ma non alle condizioni di Biden

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“Le politiche dell’Occidente in Ucraina  sono distruttive”, ha detto il presidente russo in una telefonata con il cancelliere tedesco

AGI – No secco di Vladimir Putin alle condizioni del presidente Usa, Biden,  per lo stop alla guerra in Ucraina. Il presidente russo tira dritto e rimarca la sua linea: i negoziati non sono chiusi ma devono garantire gli interessi del Cremlino.

Secondo Putin “l’atto terroristico a Nord Stream” richiede un’indagine trasparente con la partecipazione dei russi. Poi, sempre nella telefonata con il cancelliere tedesco ha lamentato la “linea distruttiva degli stati occidentali, compresa la Germania, che hanno potenziato il regime di Kiev con le armi e hanno addestrato l’esercito ucraino”. “Tutto questo, così come l’ampio sostegno politico e finanziario all’Ucraina – sottolinea il Cremlino – comporta il completo rifiuto di Kiev di qualsiasi negoziato” e “incoraggia i nazionalisti ucraini radicali a commettere crimini sempre più sanguinosi contro i civili”.

Dal canto suo Olaf Scholz ha chiesto al presidente russo di ritirare le truppe dall’Ucraina per consentire una “soluzione diplomatica”. Soluzione diplomatica che al momento sembra allontanarsi nonostante i continui appelli del mondo politico e religioso.

Usare le armi per risolvere i conflitti è segno di debolezza e di fragilità. Negoziare, procedere nella mediazione e avviare la conciliazione richiede coraggio”. È il nuovo monito di Papa Francesco ricevendo  in udienza i membri della Ong ha messo in primo piano la necessità di arrivare alla pace.

Intanto mentre il dialogo tra i leader è tra ‘sordi’ si continua a combattere e a morire in Ucraina con il freddo e la fame che accompagnano missili e bombardamenti. Ma lo spettro della guerra aleggia anche fuori dai confini di Kiev.

Cinque ambasciate ucraine in Europa hanno ricevuto negli ultimi giorni pacchi insanguinati contenenti occhi di animali. Lo riporta l’agenzia ucraina Unian precisando che le ambasciate in questione sono quelle in Ungheria, nei Paesi Bassi, in Polonia, Croazia e Italia. A queste si aggiungono anche i consolati generali di Napoli e Cracovia (Polonia) e il consolato di Brno (Repubblica Ceca). Inoltre, sempre secondo Unian, ignoti hanno danneggiato l’ingresso della residenza dell’ambasciatore dell’Ucraina in Vaticano.

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