Foto SSC Bari
Scrivi Cittadella e i brividi corrono dietro la schiena a rinvangare un triste passato per fortuna alle spalle. Perché proprio quel maledetto pareggio per 2-2 giocato qui segnò la fine di un Bari calcio che non è mai piaciuto a nessuno e manovrato da loschi figuri che, poi, lo hanno mandato all’inferno. Ma oggi è stata un’altra storia a prescindere dalla netta vittoria.
E si, perché il Bari di oggi è una Bari vivo, forte, che non ha nulla di matricola anche se lo è sempre, ricordiamolo tutti bene, un Bari che ha dominato la squadra del Cittadella, in casa sua, e che ha convinto tutti, anche i più scettici. Ma è bene, come diciamo sempre, rimandare a tempi migliori trionfalismi e osanna, perché è ancora troppo presto, al di là della confortante posizione in classifica, per pensare in grande. Continuiamo tutti a guardarci le spalle perché a maggior ragione che questa B è un torneo molto equilibrato, sono sufficienti due sconfitte per ritrovarsi alle porte dell’inferno.
Dunque è un Bari che continua a non perdere, a prolungare la sua striscia positiva da otto turni, pur senza convincere (tranne oggi), ma che continua nella sua strada conquistando punti su punti spesso insperati ma mai come oggi strameritati.
Diciamo, intanto, che è tornato finalmente alla vittoria dopo sette turni, guarda caso dopo Venezia, che è qui da due passi, una terra, quella veneta, che ha portato fortuna ai biancorossi che hanno sbancato le due squadre regionali.
Una grande prestazione che ha divertito i tifosi baresi oggi presenti in massa al “Tombolato”, una vittoria meravigliosa che ha messo a tacere i maligni soprattutto chi ha fischiato ingenerosamente Schiedler.
Quando si vince per tre a zero c’è poco da discutere, il Bari ha meritato di vincere ed il Cittadella di perdere, non c’è altro da dire in tal senso. Piuttosto c’è da segnalare che tanti episodi sono andati in un’unica direzione: tre errori della difesa veneta, tre gol del Bari, e chi riesce ad ottimizzare al massimo tre errori vuol dire che è una squadra con qualità e con basi solide, c’è niente da fare. Tra l’altro non crediamo sia il caso minimizzare i meriti dei biancorossi in relazione agli errori degli avversari perché gli errori sono stati causati dalla pressione del Bari che ha costretto i giocatori a retrocedere e, di conseguenza, indotto all’errore. Dunque bravo il Bari a costringere all’errore il Cittadella.
Bravo anche Mignani che ha dimostrato di svestirsi dagli abiti di integralista puro sposando, finalmente, un cambio modulo in attacco, abbandonando il trequartista, ruolo ormai desueto nel calcio, e preferendo quello dei due propulsori dietro l’unica punta, e i risultati si son visti: Botta ha giocato finalmente molto bene, Folorunsho, al di là del gol, è apparso più propositivo, Schiedler è stato servito di più, e ha giocato la migliore partita fin qui e se diciamo che è stato il migliore in campo non crediamo di dire una bugia. Il francese ha risposto oggi ai fischi ingenerosi caduti su di lui. Per carità anche noi lo abbiamo criticato perché fino a domenica scorsa non aveva ancora convinto. Noi, è appena il caso di ricordare a tutti, descriviamo ciò che ci è dato dal momento, noi cogliamo l’attimo, facciamo l’istantanea di ciò che guardiamo ed in base a quello espiriamo il nostro giudizio e passeremmo per non credibili agli occhi dei lettori se fino a domenica scorsa avessimo detto che il francese stava giocando bene. No, abbiamo solo detto e scritto la verità, così come abbiamo scritto che i fischi erano stati ingenerosi e fuori luogo, abbiamo altresì scritto che occorreva aspettarlo ma anche che non lo si poteva attendere per un vita, evidentemente il giocatore ha percepito l’aria in settimana e ha sfoderato una prestazione ottima che ci auguriamo lo sblocchi psicologicamente e poi professionalmente perché oggi ha dimostrato di avere bei numeri, senza dimenticare il fatto che con questo Marocco c’è poco da stare tranquilli riguardo il ritorno di Cheddira. Oggi ha fatto gol, ha fornito l’assist a Maita che poi ha segnato il terzo gol, si è disimpegnato bene, forse pecca ancora nel possesso palla e nel gestire il pallone una volta ricevuto, ma crediamo che la strada sia ormai tracciata.
Qui a Bari funziona così: si tende a non aspettare mai un giocatore, un allenatore, non c’è la pazienza, manca l’equilibrio, perché si tende a volere tutto e subito, così è accaduto per Caputo, così per tanti altri giocatori che non si è voluto aspettare preferendo i fischi e le critiche feroci. A Bari è sport olimpico fischiare qualcuno, salvo poi essere puntualmente smentiti dai fatti. Se solo certi tifosi si limitassero a supportare chi è in difficoltà o, al limite, a critiche costruttivamente piuttosto che fischiare, forse le cose andrebbero molto meglio nel mondo del tifo biancorosso e nelle conseguenze, ma qui a Bari è un esercizio difficile da eseguire. Purtroppo.
E della scelta di Mignani di gettare in campo Benedetti ne vogliamo parlare? Una scelta coraggiosa che lo ha ripagato alla grande: L’ex giocatore dell’Imolese ha dimostrato grandi numeri e adesso sarà dura lasciarlo in panchina. Insomma, bravissimo Mignani.
Ora il Bari è terzo in classifica col Genoa, questa vittoria ci fa vedere il campionato in un’altra prospettiva che lascia ben sperare per il futuro. Eppure se riflettiamo bene, non è che il Bari, oggi, abbia fatto sfracelli: oggi il Bari ha giocato la sua onesta partita, è stato bravo a sfruttare a suo vantaggio gli errori avversari, ha sfiorato altri gol e poi si è difeso benissimo respingendo ogni pallone in difesa con Vicari e Di Cesare che hanno letteralmente giganteggiato là dietro, forse la loro migliore partita fino ad oggi. Ha impressionato la lucidità nel proporre gioco e nel gestire la partita.
La verità è che occorre essere orgogliosi di questa squadra che, lo ricordiamo, proviene dalla C, perché è una squadra che continua a non perdere, che ha tanta dignità e dimostra di esserci sempre, dà segnali precisi di vitalità anche quando non vince perché rimane comunque in carreggiata. Poi ci mettiamo anche certi segnali “divini”, come il palo di oggi e la respinta di Caprile d’istinto sulla ribattuta, e allora…
Massimo Longo