La danza del Capitello

Puglia

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Presentato il restauro del “Capitello della danza” del Museo Archeologico Regionale Ribezzo di Brindisi 

C’era un sole dicembrino avvolgente, lo scorso 17 dicembre a Brindisi, nel suggestivo contesto del Museo Archeologico Regionale Ribezzo, dove è stato presentato alla cittadinanza e ai tanti presenti il restauro del “Capitello della Danza”.

Il bene, tornato al suo antico splendore, dopo circa sei mesi di studio e lavoro, è uno dei gioielli storico-architettonici più preziosi della città di Brindisi.

Il Capitello è stato vincitore della tappa pugliese dell’iniziativa di Coop Alleanza 3.0 “Opera tua” con cui i soci e i consumatori hanno votato il capolavoro locale da restaurare con un intervento culturale e finanziario che la Coop, con Fondaco Italia e Associazione Beni Italiani Patrimonio Mondiale, porta egregiamente avanti da anni, restaurando e valorizzando opere in tutta Italia.

La presentazione del restauro ha visto quali relatori l’Arch. Emilia Mannozzi, Direttrice del Polo Biblio-museale di Brindisi, Il Dott. Aldo Patruno, Direttore del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio-Regione Puglia, il Dott. Aldo Pulli, Membro del Consiglio di Amministrazione di Coop Alleanza 3.0 e la Dott.ssa Daniela Pirro, Restauratrice di Beni Culturali ed esecutrice del restauro del capitello.

La Direttrice Emilia Mannozzi, che ha fortemente voluto salvare e valorizzare il Capitello della Danza, si è soffermata sulle peculiarità del bene, opera unica nel suo genere, proveniente dal perduto complesso abbaziale benedettino dedicato all’apostolo sant’Andrea che sorgeva sull’isola prospicente il porto di Brindisi, dove successivamente è stato realizzato il Castello Alfonsino. Nel suo excursus, la Direttrice ha delineato quanto è stato necessario affinché il bene venisse restaurato e tutti i numerosi progetti che il Polo Biblio-museale di Brindisi, grazie al lavoro sinergico di tutto il suo staff, porta avanti per valorizzare quanto è contenuto nel pregevole contenitore museale, intendendosi avvalere anche delle nuove tecnologie e di professionalità d’avanguardia, come per la valorizzazione del Capitello della Danza.

La parola è poi andata al Dott. Aldo Pulli, che ha esposto grande soddisfazione per il lavoro compiuto e ha presentato tutti i meritevoli progetti che Coop Alleanza 3.0 porta avanti nell’ambito non solo culturale, ma anche in quello sociale ed ambientale, in una vera e propria maratona etica di iniziative degne di nota che fanno della Coop una realtà virtuosa.

Il Dott. Aldo Patruno ha fatto una necessaria riflessione su quanto la Regione Puglia abbia da offrire e si stia alacremente operando per permettere al territorio pugliese di implementare modelli virtuosi e strutturali di valorizzazione e sviluppo del patrimonio culturale materiale e immateriale. Patruno ha quindi ricordato come il Museo Archeologico Ribezzo di Brindisi, cuore del Polo Biblio Museale Provinciale, insieme ai Poli Biblio Museali di Foggia, Lecce Taranto e BAT e alle 120 Community Library comunali, rappresenti una delle meravigliose articolazioni del sistema regionale dei Poli Integrati Territoriali su cui la Regione Puglia ha investito i fondi pubblici europei, nazionali e regionali negli ultimi anni.

Il Direttore Generale del Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio della Regione Puglia si è quindi soffermato sul Capitello e su quanto un restauro (o comunque una operazione culturale importante) necessiti sempre di un corale lavoro di squadra, sinergico e condiviso.

La parola è quindi andata alla restauratrice pugliese Daniela Pirro che ha dapprima illustrato tutte le peculiarità storico-artistiche del bene, quindi tutte le fasi di restauro.

Dodici figure, due maschili e una femminile alternate per ogni faccia, animano letteralmente questo capitello: si tengono per mano, ora abbassando ora alzando le braccia all’altezza delle spalle, impressi nell’atto di compiere una danza medievale, la caròla. L’opera, che Pina Belli D’Elia e Tessa Garton fanno risalire al primo decennio del 1100, presenta dettagli -molti dei quali emersi solo dopo il restauro- ascrivibili ad un repertorio figurativo davvero incredibile: dai volti a pera rovesciata di ascendenza longobarda, agli occhi di matrice bizantina, dai nodi celtico-sassoni delle cinture fino ai turbanti di derivazione saracena.

Ogni intervento effettuato è stato preceduto da un’analisi scientifica e dalla supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Brindisi e Lecce. Ripresa fotografica in luce normale e a luce radente, macrofotografia, riprese in luminescenza ultravioletta, analisi macro dei film pittorici con microscopio digitale: queste le indagini che hanno consentito la scelta di ciascun intervento da eseguire, rimuovendo le superfetazioni naturali (sedimentazioni e concrezioni calcaree organogene di notevole spessore che occultavano numerosi dettagli) e le cromie non originali, sovrammesse sui frammenti di pigmenti stesi con  legante di origine proteica, che attestano la originale policromia del capitello. Sono seguite poi tutte le fasi necessarie al recupero dell’opera, dalla disinfestazione al consolidamento puntuale, dalla pulitura selettiva con resine a scambio ionico e anionico, con Sali o micro-frese di precisione utilizzate con l’ausilio del microscopio digitale, fino ai risanamenti delle lesioni e alle reintegrazioni plastiche finali.

Un restauro conservativo scientifico e accurato su un capitello che ha recuperato tutta la sua originaria luce e che oggi, finalmente, è tornato a danzare in tutto il suo fascino ancestrale e la sua bellezza ieratica e al tempo stesso straordinariamente dinamica.

 

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