Ucraina: Natale a Zaporizhzhia, nessuna messa a mezzanotte

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Monsignor Pavlo Honcharuk, vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia racconta la festa in guerra, celebrata sotto i missili che cadono e tra le case distrutte. Tutta la comunità è comunque mobilitata nel distribuire cibo, vestiti e medicine

di Nicola Graziani

© Celestino Arce / NurPhoto / NurPhoto via AFP

 

AGI – Fa troppo freddo, si rischia di divenire bersagli facili per i missili. Nessuna Messa di mezzanotte a Zaporizhzhia, Ucraina, città sinonimo di sofferenze e paure nucleari. A spiegarlo, in una lunga conversazione con l’Osservatore Romano, monsignor Pavlo Honcharuk, vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia.

È Natale, ma è un Natale di guerra. “Ieri ho parlato con un ventenne: i suoi genitori racconta il presule sono stati uccisi, la casa è stata distrutta, lui è rimasto completamente da solo, vive in una stazione della metro e ogni giorno deve pensare a come procurarsi cibo e vestiti”, racconta il prelato, “Storie del genere ce ne sono tante. Però grazie a Dio lui è vivo ed è in salute. Molti invece hanno perso la vita o sono rimasti feriti, anche con gravi disabilità”. Che senso può avere, gli chiediamo, festeggiare la nascita del Figlio di Dio in tali condizioni? E spesso sotto i missili che cadono, tra le case distrutte, tante volte senza luce, al freddo, con il dolore nel corpo per le ferite subite e con la sofferenza per la perdita dei propri cari?

“Il Natale – afferma monsignor Honcharuk – ci fa pensare alle fondamenta della nostra fede, tutto quello che ci aiuta a superare queste difficoltà e reggere il colpo che riceviamo dalla crudele realtà che viviamo”.

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© Celestino Arce / NurPhoto / NurPhoto via AFP

Una parte del territorio della diocesi è sotto occupazione russa dal 2014, altri luoghi sono stati occupati dopo il 24 febbraio scorso, in molte parti passa la linea del fronte e altri centri abitati subiscono continui bombardamenti. “La situazione riferisce il vescovo è molto complicata e diversa in ogni parte della diocesi, però grazie a Dio ci sono tanti volontari e benefattori che ci sostengono, anche se negli ultimi mesi gli aiuti sono diminuiti e con l’arrivo del freddo i bisogni delle persone aumentano”.

Tutta la comunità è comunque mobilitata nel distribuire cibo, vestiti, medicine, prodotti per l’igiene e per la prima infanzia, nonostante sorgano pure nuovi problemi logistici: “Per portare i carichi, per esempio dalla Polonia a Kharkiv (oltre 1000 km), gli autisti aggiunge devono affrontare avverse condizioni climatiche e prestare molta attenzione nelle zone precedentemente occupate, perché ai margini delle strade potrebbe essere ancora rimasto del materiale esplosivo”.

Il vescovo di Kharkiv-Zaporizhzhia dice che a Natale celebreranno la messa, ma non di notte. All’ultimo momento saranno fissati gli orari per le celebrazioni liturgiche, che si svolgeranno nel formato più contenuto, facendo attenzione alla sicurezza dei partecipanti.

Aggiunge, Monsignor Honcharuk che, da un lato, le persone si stanno preparando al Natale perché vogliono vivere l’atmosfera festiva, sperimentare un po’ di gioia e distrarsi, almeno per un attimo. Dall’altro lato, però, c’è grande paura per nuovi possibili attacchi russi. “Vedremo come andrà, è difficile prevedere e pianificare qualcosa “, dice, “qui tutto cambia molto velocemente”.

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