Papa Ratzinger, che cosa c’entravano alcol e droga con l’aborto?

Teocrazia e Cristianità oltre Tevere

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Papa Ratzinger, che cosa c’entravano alcol e droga con l’aborto?

Sicuramente papa Ratzinger da vivo non leggeva le mie lettere. Le leggerà adesso che è nell’aldilà (forse, chissà…), avendo tanto tempo a disposizione? Questa che segue uscì su La Stampa il 18 febbraio del 2010

Benedetto XVI, incontrando i vescovi della Romania (11 febbraio), ha dichiarato che le famiglie cattoliche dei Paesi dell’Europa Orientale “durante il tempo della prova…hanno testimoniato, talora a caro prezzo, la fedeltà al Vangelo…ma oggi esse stesse non sono immuni dalle piaghe dell’aborto, della corruzione, dell’alcolismo e della droga, come pure del controllo delle nascite mediante metodi contrari alla dignità della persona umana”. Quando sento l’espressione “persona umana”, vado sempre col ricordo ad un mio caro fratello che insegnava greco e latino, e correggeva gli alunni chiedendo loro a che cosa servisse quell’aggettivo vicino a persona: c’era forse il rischio di confonderla con le persone divine? Ma certo non avrebbe mai osato fare tale appunto al colto Papa. Forse però, riguardo al suo discorso, gli avrebbe fatto notare che non si può fare d’ogni erba un fascio, e che mettere sullo stesso piano l’aborto, che può anche essere necessario ed inevitabile, e la corruzione e l’alcolismo e la droga, significa offendere la dignità della donna. Riguardo poi ai “metodi contrari alla dignità della persona” (vedete come sta bene senza l’aggettivo?) voglio sperare che il Pontefice non si riferisca all’uso del profilattico, giacché questo non serve solo ad evitare gravidanze indesiderate, ovviamente non volute da Dio, ma anche il diffondersi di malattie. Il Vangelo e la ragione non permettono di dimostrare che il ricorso ai contraccettivi artificiali sia un male.

Renato Pierri

 

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