La Cina difende la gestione della pandemia e preme sull’Oms

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I tamponi ai viaggiatori considerati “pratiche discriminatorie” da Pechino che invita i Paesi che hanno imposto restrizioni a non indulgere in “manipolazioni politiche”

di Eugenio Buzzetti

© Liu Xiao/XINHUA/Xinhua tramite AFP
– produzione di kit di test dell’antigene per COVID-19 presso un’azienda di apparecchiature mediche a Xi’an, nella Cina nordoccidentale

 

AGI – Pechino difende la gestione della pandemia di Covid-19 dalle critiche degli Stati Uniti e dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e sollecita i Paesi che hanno imposto restrizioni all’arrivo di viaggiatori dalla Cina a non indulgere in “manipolazioni politiche” e “pratiche discriminatorie”. Ieri, l’Oms aveva accusato Pechino di sotto-rappresentare il reale impatto dell’ultima ondata di contagi, soprattutto in relazione ai ricoveri e ai decessi.

In risposta al persistere dei dubbi, la Cina esorta l’Oms a mantenere una posizione “scientifica, obiettiva e imparziale” rispetto alla pandemia, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri, Mao Ning, che ha sottolineato la “stretta cooperazione” tra la Cina e l’agenzia sanitaria fin dall’inizio della pandemia, e minimizzato i timori della comunità internazionale definendo “sotto controllo” la situazione della pandemia nel Paese.

A irritare Pechino sono, poi, le restrizioni introdotte da alcuni Paesi per i viaggiatori dalla Cina. Ieri anche l’Unione Europea ha sollecitato i Paesi membri a richiedere il tampone negativo 48 ore prima dell’imbarco, un invito a cui anche la Germania, nelle ultime ore, ha deciso di allinearsi, annunciando che chiederà il tampone rapido a chi entra nel Paese dalla Cina. Pechino torna a chiedere misure “realistiche, scientifiche e moderate”.

Senza citare direttamente il Giappone o l’Ue, la Cina esprime contrarietà rispetto a “manipolazioni politiche” della pandemia e a “pratiche discriminatorie”. I dati diffusi da Pechino dopo l’allentamento delle restrizioni della politica di zero Covid sono oggetto di attento scrutinio a livello internazionale. Le varianti BF.7 e BA.5.2 sono le maggiori responsabili dell’ultima ondata di contagi, mentre la variante XBB, nota come Gryphon, conta solo per una minoranza di contagi: non si sarebbe verificata, inoltre, una combinazione della variante Delta con la variante Omicron, e la possibilità di un’epidemia innescata dal sotto-lignaggio XBB viene giudicata dai virologi molto bassa, anche grazie all’azione neutralizzante di anticorpi generati dalla guarigione dall’infezione di una delle due varianti prevalenti in Cina.

I dati di Pechino non riflettono, però, settimane di forti pressioni sul sistema sanitario e di stress per obitori e forni crematori. Stime dell’istituto britannico Airfinity ritengono probabile la morte di 1,7 milioni di persone entro la fine di aprile, per l’effetto di tre ondate di contagi a cavallo con le festività del capodanno lunare, che quest’anno cade il 22 gennaio.

E l’assenza di dati affidabili sul contagio preoccupa sempre di più anche i cinesi stessi, che in questi giorni stanno assistendo alla scomparsa di molte celebrità, a un ritmo più rapido del solito: tra questi c’è la soprano Chu Lanlan, star dell’opera di Pechino, morta a soli 40 anni, l’attore ottantatreenne Gong Jintang, che ha recitato in molte serie tv seguite dal grande pubblico, e l’ottantasettenne giornalista ed ex accademico dell’Università di Nanchino, Hu Fuming, oltre a sedici scienziati e ingegneri di alto livello, tutti scomparsi tra gli ultimi giorni del 2022 e l’inizio del 2023.

Nessuno di questi decessi viene attribuito al Covid-19, di cui Pechino conta ufficialmente solo 22 morti dall’inizio di dicembre scorso, ma il rapido aumento di morti improvvise ha innescato più di un dubbio tra gli utenti dei social sul livello di sottovalutazione dell’attuale ondata di contagi da parte delle autorità. Intanto Pechino ha annunciato la riapertura, dopo quasi tre anni, del confine con Hong Kong, a partire dall’8 gennaio prossimo, data in cui non sarà più necessario effettuare la quarantena al rientro in Cina.

 

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