Il mercato del Bari tra obiettività e illusioni

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Il campionato di B è fermo e a farla da padrone è il mercato, argomento tanto caro ai tifosi che quando si apre con le sue bancarelle di luglio e di gennaio, pendono dai suoi affari manco fossero banconote da 500 euro cadute dal cielo, anche a costo di bere tutte le bufale tipiche di questo periodo perché – diciamocelo pure – è sempre il “nome” a piacere e a soddisfare i palati della tifoseria del web che mal vede, invece, le scommesse. E siccome a gennaio i giocatori buoni, sani e validi si tende a trattenerseli salvo clamorose e cospicue offerte milionarie, è bene per tutti non farsi pericolose illusioni, meglio è per tutti rimanere coi piedi per terra accettando di buon grado quanto il mercato offre tenendo conto di certi parametri tecnici, fisici ed economici, e tenendo conto, soprattutto, che fino adesso Polito si è dimostrato una garanzia in tal senso.

Non potremo mai dimenticare la voce che si sparse in città nel 2010 quando qualche bontempone giurò di aver visto Pavel Nedved in Via Sparano e, di conseguenza, molte testate giornalistiche (tranne quelle serie) ne raccolsero la primizia divulgandola illudendo i tifosi. E siccome a noi non piace raccogliere dalle bancarelle nomi tanto per ottenere qualche like in più, preferiamo parlare solo degli affari ufficialmente conclusi o che stanno lì lì per concludersi. I like, le faccine sorridenti, i pollici alti, le farneticazioni, le elucubrazioni mentali e robaccia simile li lasciamo volentieri ad altri che campano e vivacchiano su questi riscontri virtuali avendo, invece, il massimo rispetto di quelle testate che danno notizie provenienti d fonti certe, e da noi ce n’è qualcuna seria per fortuna. Chi, tra i nostri lettori, vorrà donarci del suo tempo leggendoci o chi vorrà darci un riscontro e supportarci condividendo, ma anche criticando, le nostre idee e le nostre notizie, gliene saremo grati e ne saremo ben lieti ed orgogliosi, non cerchiamo la quantità. Del resto per diminuire la quantità di lettori ed aumentare la qualità crediamo sia sufficiente essere sinceri.

E’, come noto, notizia recente quella di Simeri e di Paponi che hanno firmato con l’Imolese, l’ex squadra di Benedetti (evidentemente c’è feeling e interazione tra il Bari e la società emiliana), Cangiano è tornato a Bologna che, a sua volta, ha provveduto a girarlo in Olanda dove, a quanto pare, avrà modo di giocare con continuità, a breve ci sarà l’ufficialità del passaggio di D’Errico al Crotone, un giocatore croce e delizia per la tifoseria barese che è divisa tra chi lo avrebbe voluto ancora tra le fila del Bari e chi lo preferirebbe altrove.

Ma il tema caldo e spinoso riguarda Cheddira e Caprile, i due giocatori più rappresentativi del Bari cresciuti in modo esponenziale sul campo e, di conseguenza, in termini economici, due giocatori (Cheddira soprattutto) inseguiti da mezza serie A e B le cui società sono pronte a dissanguarsi pur di averli.

Polito, si ricorderà, in tempi non sospetti, mentre i valori crescevano a suon di gol e di parate, disse che a gennaio non si sarebbero mossi per nessun motivo, fatto sta che al cospetto di super offerte a suon di milioni di euro appare difficile resistere tanto più, come diceva Oscar Wilde, che “l’unico modo per liberarsi da una tentazione è cedervi”.

“Mamma Filmauro”, in questi casi, vede e provvede nel senso che, percepita l’aria, potrebbe intervenire precettando i due giocatori assicurandoli al Bari fino a fine stagione. Del resto finché il cordone ombelicale sarà attaccato, nel bene o nel male, al Vesuvio, le cose andranno sempre così, occorre farsene una ragione. E se vogliamo dirla tutta a chi, comprensibilmente, vorrebbe l’autonomia, questo cordone ha pur sempre generato due promozioni in quattro anni ed una terza sfiorata per un gol valido annullato a Reggio Emilia, un solo anno fisiologicamente sbagliato, ed un quarto posto prestigioso in B, dunque non tutti i mali son venuti per nuocere. Senza i De Laurentiis e le interazioni con la Filmauro non sappiamo come sarebbero andate le cose in termini di risultati, dunque va bene così per adesso, poi si penserà, perché è facile pretendere l’autonomia, molto meno facile attendersi, senza la famiglia romano-napoletana, i risultati che una piazza come Bari merita. Per carità, a tutti – compreso noi – piacerebbe vedere il Bari avere autonomia decisionale e muoversi con le proprie gambe ma per adesso non è possibile. La Filmauro è anche il Bari, è bene ricordarlo.

Cosa ne sarà del Bari quest’anno? Si punterà ad una tranquilla salvezza, cercando l’assestamento in categoria magari divertendo e stupendo qua e là preparandosi al rilancio l’anno prossimo, o si cercherà di puntare dritto alla A o, quanto meno, ai playoff? Sta di fatto che se verranno trattenuti i nazionali Caprile e Cheddira vorrà dire che il progetto per tentare la promozione non verrà interrotto, questo almeno è il segnale chiaro e preciso, perché sostituire certezze con scommesse vorrebbe dire spezzare il sogno dei  tifosi che stanno dando dimostrazione di esserci e soprattutto di essere una vera e propria miniera su cui fare affidamento per il futuro, e deluderli potrebbe essere molto pernicioso.

C’è da sfoltire la rosa, c’è da sistemare il ribelle Marras e Scavone oltre quei giocatori che fino adesso non hanno trovato spazio come Gigliotti e Bosisio senza dimenticare le mezze delusioni fin qui accertate come Ceter, Salcedo e Schiedler anche se, a naso, questi ultimi tre dovrebbero rimanere anche in prospettiva futura, nel senso che il progetto potrebbe prevederne la crescita e lo sviluppo tecnico e tattico nella speranza che il prossimo anno possano sbocciare definitivamente. E’ il caso anche di Zuzek, Dorval e Benedetti, questi ultimi due, a quanto pare, già in rampa di lancio per l’eventuale prossimo anno in B. Perché se la società si è data tre anni di tempo per ambire alla A è chiaro ed evidente che il lavoro di mercato è soprattutto in prospettiva più che nell’immediato. Se invece si vuol tentare la promozione sin da subito il mercato dovrà avere ben altre scelte.

Del resto il Bari fino adesso con le big ha quasi sempre deluso le aspettative, ed un motivo ci sarà, evidentemente non ha i mezzi tecnici per avere la meglio su di esse al di là delle sconfitte o dei pareggi immeritati conseguiti, bisogna ammettere che ci sono squadre più attrezzate del Bari. Perché fino adesso i fatti hanno detto che la squadra di Mignani ha avuto la meglio (nel senso che ha vinto) solo con le squadre di medio-bassa classifica e mai con quelle di testa, e per ambire alla A occorre anche qualche acuto con squadre di testa, cosa mai avvenuta fino adesso pur ottenendo qualche confortante pareggio qua e là e due vittorie prestigiose a Cagliari e col Brescia in casa, differentemente dalle stesse big che, invece, hanno vinto spesso tra di loro. E comunque se adesso è al quarto posto, qualche merito ce l’avrà pure.

E siccome a noi piace essere realisti e non vendere fumo, anche a costo di far arrabbiare certa tifoseria, preferiamo mantenere un profilo basso. Che si conquistino presto, dunque, quei 15-18 punti per la salvezza matematica, magari divertendo, e poi si vedrà.

Massimo Longo

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