De Puyfontaine si è dimesso dal cda di Tim

Economia & Finanza

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Il manager è il ceo di Vivendi, primo socio del gruppo. Fonti vicine al colosso francese: “L’investimento nella compagnia telefonica italiana è di lungo periodo”
Arnaud de Puyfontaine

 

AGI – Arnaud de Puyfontaine, ceo di Vivendi, si è dimesso “con effetto immediato” dal consiglio di amministrazione di Tim in cui sedeva dal 2015. L’addio del manager segue quello di un altro membro del cda indicato dai francesi, Frank Cadoret, lasciando quindi immaginare che alla base di queste dimissioni ci sia una strategia ben ponderata da parte di Vivendi, primo socio di Tim con il 24% circa del capitale.

Una strategia che si legge tra le righe della nota ufficiale con la quale Tim ha dato notizia delle dimissioni di de Puyfontaine. Il Ceo di Vivendi, infatti, ha segnalato “come in questa fase di dialogo costruttivo fra i principali azionisti di Tim e le istituzioni sotto la guida del nuovo governo, sia fondamentale che tutte le parti siano libere di lavorare in maniera costruttiva e trasparente nell’interesse della società e di tutti i suoi azionisti“.

In questo senso, ritiene “opportuno dedicarsi, come Chief executive officer di Vivendi, a ristabilire per Tim un percorso di crescita e ad assicurare che il valore reale del gruppo e della rete, nella sua unicita’, siano correttamente riconosciuti”.

Il consigliere ha quindi “confermato che Tim e l’Italia restano centrali nei piani di investimento di Vivendi”. In sostanza, come detto all’AGI da fonti vicine al colosso francese dei media, de Puyfontaine intende “lasciarsi le mani libere” in un momento in cui sono nel vivo le trattative per il futuro della rete unica, con il governo che sta assumendo la regia dell’intera operazione.

Non è un mistero, in effetti, che la valutazione che Vivendi dà alla rete sia molto superiore a quella fornita da Cdp, secondo azionista di Tim. Il prossimo 25 gennaio, tra l’altro, si svolgerà un nuovo incontro a livello interministeriale sulle trattative sul futuro della rete di Tim.

In questo scenario, l’obiettivo di Vivendi, proseguono le fonti, è sempre quello “di far emergere il valore di Tim che ancora non è apparso in modo risolutivo“, per cui bisogna “concentrarsi tutti per un dialogo costruttivo e trovare la soluzione piu’ giusta” sulla rete. Una soluzione che ‘stuzzica’ gli investitori, almeno a giudicare dall’esito con cui sono state accolte le dimissioni in Borsa dove il titolo ha chiuso con un guadagno del 3,33%.

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