Gelo e neve sull’Italia. L’inverno è tornato

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Per Carlo Cacciamani, direttore nazionale dell’Agenzia nazionale di Meteorologia, “stupisce che le persone si stupiscano” del maltempo di questi giorni. Primi fiocchi di neve nell’alta Tuscia viterbese, in Alto Adige il freddo inizia a farsi gelo con la colonnina del mercurio a -20

di Fabio Greco

© Sonia Montrella –

 

AGI – “Godiamoci un po’ d’inverno!”. Carlo Cacciamani, direttore nazionale dell’Agenzia nazionale di Meteorologia, si “stupisce che le persone si stupiscano” del maltempo di questi giorni. “A gennaio – ricorda, conversando con l’AGI – in genere, nevica, non solo sulle zone alpine e appenniniche ma anche pianeggianti. È chiaro che è in corso un cambiamento climatico e l’effetto è che nevica di meno, ma abbiamo vissuto due anni di siccità e adesso il fatto che qualche giorno nevichi o piova non deve destare stupore”.

È tornato l’inverno, insomma, così come deve essere nel primo mese dell’anno, e come resterà nei prossimi giorni: la Campania è nella morsa del gelo con il Vesuvio imbiancato così come l’Irpinia, i Monti nel Vallo di Diano e i Lattari.

E se qualcuno pensava che le “catene a bordo” fossero uno slogan del passato, deve ricredersi e stare attento: sulla strada tra Agerola e Gragnano questa mattina l’autista di un pullman di linea ha perso il controllo del mezzo a causa del ghiaccio e per poco non è stata una strage di studenti, diretti ai diversi istituti superiori di Castellammare di Stabia.

Primi fiocchi di neve anche nell’alta Tuscia viterbese, e perfino su Viterbo e sul comprensorio della Cimina, strada che collega il capoluogo della Tuscia alla zona sud della provincia. In Calabria resta alta l’attenzione sulle conseguenze del maltempo dopo le mareggiate che nelle ultime ore hanno investito soprattutto l’alto Tirreno Cosentino, provocando danni.

Nella regione è allerta gialla, così come in Sicilia e in Sardegna. Sui rilievi calabresi già ieri era caduta la neve. Il Tirreno è ancora mosso e si teme un peggioramento della situazione dopo le piogge di questa notte. È in Alto Adige che il freddo inizia a farsi gelo. La colonnina di mercurio a mezzogiorno, ai 3.399 metri dell’anticima di Cima Libera, ha registrato -21,5 gradi. Temperatura di -20 gradi agli oltre 3.000 metri sia del Pizzo Lungo sopra Predoi in Valle Aurina che di Cima Beltovo sopra Sopra. Freddo anche nei centri abitati di montagna. Questa mattina Solda si è svegliata con -16 gradi, San Giacomo in Val di Vizze con -17 e in Vallelunga con -19.

Nella località di fondovalle la temperatura non supera i 7 gradi sopra lo zero di Gargazzone nella valle dell’Adige. “Tra sabato e lunedì, nella sua risalita verso Nord – spiega Giulio Betti, metereologo del Cnr molto seguito su Twitter – il fronte occluso collegato al minimo attualmente sul basso Tirreno, potrà portare neve e bassa quota su: medio adriatico, zone appenniniche settentrionali, Emilia Romagna, medio-basso Piemonte, interno ligure e Trentino. Saranno giorni freddi e ventosi”.

Il gelo preoccupa gli agricoltori, che hanno già sofferto la siccità. “Il grande freddo di questi ultimi giorni sta mettendo a dura prova le colture in campo e, di conseguenza, la ridotta produzione si riflette sulla spesa quotidiana, con un aumento dei prezzi al consumo”, spiega Coldiretti, riferendosi al rischio che si brucino fiori e gemme di piante ed alberi, con pesanti effetti sui prossimi raccolti e sul carrello della spesa, dopo che il caldo anomalo aveva favorito il risveglio vegetativo anticipato di noccioli, pesche, ciliegie, albicocche, agrumi e mandorle. L’acqua, però, resta una benedizione.

“È presto per potere fare un computo dell’apporto pluviometrico – spiega ancora Cacciamani all’AGI – siamo in una perturbazione circolante, e vedremo a fine febbraio, se le condizioni di siccità severa che abbiamo visto saranno state mitigate. Male, la pioggia e la neve sicuramente non fanno. In realtà i problemi grossi ce li abbiamo se non nevica: ben venga la neve, fondamentale per il ripristino della risorsa idrica. Ci sono disagi, certo, ma dal punto di vista del recupero del bilancio idrologico, questo è positivo“.

Inoltre, la pioggia di questi giorni è una pioggia “buona”, e non catastrofica come quella delle alluvioni: “Gli eventi estremi – continua il meteorologo – concentrano tanta acqua in poche ore, e quella quantità non ripristina il deficit pluviometrico; per non parlare dei danni creati dalle piogge intense senza il vantaggio che quell’acqua venga trattenuta dal terreno, poiché va tutta in ruscellamento. La pioggia buona e efficace è quella di moderata intensità, in modo che il terreno abbia capacità di assorbirla e rimpolpare le falde”.

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