L’Unione degli Studenti chiede un esame diverso e immaginato con le organizzazioni. “Questa modalità non tiene conto dell’eredità che ci ha lasciato la pandemia”
di Andrea Cauti
AGI – La pubblicazione delle linee guida dell’esame di Stato di quest’anno ha visto fin da subito la protesta dell’Unione degli Studenti, che richiede una maturità diversa e immaginata con le organizzazioni studentesche. “Questa modalità di esame non tiene conto dell’eredità che ci ha lasciato la pandemia ed è concentrata su una valutazione serrata e meccanica, che tiene conto più dei risultati delle singole prove che del percorso scolastico e formativo svolto nel corso degli anni – esordisce Bianca Chiesa, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti – inoltre non tiene conto della necessità di ripensare un nuovo esame di Stato che possa essere un momento realmente formativo e in cui lo studente possa esercitare il suo pensiero critico, innanzitutto attraverso l’inserimento di una tesina multidisciplinare”.
“Dal 10 al 12 febbraio ci troveremo a Roma per l’assemblea nazionale sulla rappresentanza e la partecipazione, per immaginare una proposta di riforma della rappresentanza studentesca che renda la componente studentesca realmente protagonista del proprio presente e del proprio futuro – annuncia ancora Bianca Chiesa – pretendiamo che le studentesse e gli studenti d’ora in poi siano protagonisti dei processi decisionali che riguardano le loro scuole. Non accettiamo più di subire decisioni passivamente: richiediamo l’immediata convocazione del Forum delle associazioni studentesche e che il ministro si presenti all’assemblea nazionale per ascoltare le nostre proposte”, conclude.