Una notte con i senzatetto della Stazione Termini

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Il reportage dell’AGI sui clochard che affollano lo scalo ferroviario più grande di Roma e i volontari dei City Angels che donano loro cibo, vestiario o una semplice chiacchierata perché “in questa città si muore di freddo ma anche di solitudine”.

di Paolo Tripaldi

Nella capitale sono 12 mila le persone che vivono per strada. Solo dieci giorni fa, due hanno perso la vita per ipotermia

© Paolo Tripaldi/ AGI – I volontari di City Angels

 

AGI – Pietro è polacco e vive in via Giolitti sotto ai portici della stazione Termini da tanto tempo, alcuni anni ormai, ha una sedia a rotelle, dei cartoni e alcune buste dalle quali non si separa quasi mai. Questa è tutta la sua vita. “Non ci ha mai voluto chiedere niente, non si è mai avvicinato come fanno gli altri”, racconta all’AGI Roberta Corrias, volontaria dei City Angels, una delle associazioni impegnate all’assistenza dei bisognosi che vivono nei dintorni della più grande stazione ferroviaria della capitale.

Ieri Pietro ha superato la sua diffidenza si è avvicinato ai volontari con la caratteristica pettorina di colore rosso ed ha chiesto loro solo un paio di pantaloni. I volontari hanno segnato la taglia e nel giro di un’ora sono riusciti a consegnargli il capo d’abbigliamento con la giusta misura di cui aveva bisogno. Stava già dormendo sotto una coperta ma quando ha visto i pantaloni ha regalato ai volontari il suo primo sorriso che si è riuscito a intravedere attraverso la folta barba grigia.

Geraldine, una donna di origine sudamericana, ha chiesto ai volontari un posto per dormire  in una struttura di ricovero per senzatetto. I volontari si sono impegnati a chiamare i centri di accoglienza per trovarle una sistemazione. “Grazie a domani mattina” ha detto Maria ai ragazzi dopo aver accettato un piatto di pasta.

Oltre al centro Caritas di via Marsala, che accogliere numerosi senzatetto, da pochi giorni è disponibile anche una tensostruttura inaugurata dal comune di Roma a Testaccio. I nuovi posti sono una settantina.

Nelle ultime settimane fa molto freddo la notte e sono numerosi i clochard che non riescono a trovare alloggio nelle strutture di accoglienza dei senzatetto. Solo dieci giorni fa a Roma due clochard hanno perso la vita per ipotermia in due diversi luoghi della città. Il primo lo hanno trovato in un rifugio di fortuna in piazza di Porta Maggiore. Il secondo cadavere si trovava, invece, su una panchina di un parco nel quartiere periferico di Spinaceto.

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© Paolo Tripaldi/ AGI

I volontari di City Angels

Nella capitale 12 mila chlochard

+“Purtroppo due settimane fa abbiamo perso due senzatetto per il freddo – spiega Roberta Corrias –  I senzatetto a Roma sono tantissimi, si parla di 12 mila persone, quindi è difficile arrivare da tutti. Hanno messo a disposizione nuovi posti letto ma purtroppo non bastano mai e noi come squadre sul territorio ci adoperiamo proprio per arrivare agli ultimi per l’assistenza a chi o non si lascia andare e non dà fiducia e quindi non riesce ad entrare nelle strutture, oppure perché semplicemente i posti sono sempre limitati rispetto al numero dei senzatetto”.

I volontari dei City Angels distribuiscono ai senzatetto una bibita calda, un pasto, coperte e alcuni indumenti. La serata per i volontari impegnati nella zona della stazione Termini parte dalla piccola sede di via Carlo Cattaneo, un locale dell’Esquilino sequestrato dalle forze dell’ordine alla mafia cinese e messo a disposizione dal comune alle associazioni di volontariato. Qui arrivano gli indumenti per i bisognosi raccolti in tutta Roma, soprattutto coperte ma anche giacconi, pantaloni, camicie e scarpe sia maschili che femminili.

“Noi portiamo cibo e bevande ma, soprattutto, in questo periodo di emergenza freddo anche vestiti e coperte, e quando siamo fortunati riusciamo a portare anche sacchi a pelo, o scaldamani  – dice ancora la volonatria dei City Angels – abbiamo dei ristoratori che ci sostengono quindi portiamo la pasta calda appena fatta, prepariamo noi del tè caldo,  poi merendine e quindi qualcosa di dolce. Abbiamo anche il sostegno di una associazione di donne che tutti gli anni preparano delle coperte di lana fatte a mano con l’uncinetto e ogni anno riescono a fornirci anche 900 coperte. In Più quest’anno con l’associazione Taxiperamore abbiamo raccolto decine di coperte in tutti i municipi e una gran parte l’abbiamo distribuita proprio questa settimana”.

L’alcol infiamma le liti

Dopo l’accoltellamento della turista israeliana avvenuto la sera dello scorso 31 dicembre, davanti agli sportelli elettronici della biglietteria di Termini, i presidi delle forze dell’ordine sono aumentati in tutta la zona anche di notte. Ma i senzatetto sono comunque tanti e non mancano i problemi e le liti spesso causate da chi ha anche problemi con l’alcol. “Noi ci occupiamo di assistenza ai senzatetto e garantiamo anche un minimo di sicurezza – spiega Roberta Corrias – avendo una divisa facciamo da deterrente per brutte intenzioni, se c’è un malintenzionato e ci vede girare ci pensa due volte prima di intervenire. Se così non fosse dove possibile interveniamo direttamente e collaboriamo con le forze dell’ordine”.

All’arrivo in piazza dei Cinquecento i volontari dalla giacchetta rossa e il basco azzurro si occupano di assistere i senzatetto che si trovano vanati all’ingresso della stazione. “Non dormiamo qui, buttano l’acqua a terra – dice uno dei senzatetto –  passa una macchina che spruzza l’acqua e poi gela tutto”. Alla vista dei volontari si avvicinano numerosi clochard, c’è chi chiede ancora coperte, chi come  Mario, un senzatetto italiano, chiede che gli sia messo da parte un cappotto di grande taglia. Poi c’è quello che tutti chiamano ‘il professore’, parla sette lingue, dicono gli altri, indossa due giacconi per il freddo e le sere le passa a scrivere a mano su fogli di carta che raccoglie in giro. “Ci cercano e ci salutano anche se non vogliono prendere il cibo da noi – dicono i City Angels – vogliono scambiare due parole. In questa città si muore di freddo ma anche di solitudine”.

I portici di via Marsala sono riparo di altri senzatetto, perlopiù magrebini. Anche loro sono felici di incontrare i volontari e prendere un pasto caldo. “Fate un grande lavoro”, dice uno dei ragazzi che racconta di essere in Italia dal 2014 dopo essere stato in Francia e Germania: “Ci sono volontari che danno da mangiare anche in Germania, ma qui.

La tendopoli tra le mura romane

Da più di un mese nel sottopasso tra via Marsala e via Giolitti sono  stati ultimati i lavori per murare gli spazi aperti tra i pilastri della struttura che venivano utilizzati dai senzatetto per trovare riparo ma che rappresentavano anche un rischio per la loro stessa incolumità visto il notevole traffico automobilistico.  “Direi che hanno fatto bene a fare questo intervento – dice Roberta Corrias – in questo caso era davvero pericoloso per loro stare nel sottopasso. In più di un’occasione siamo intervenuti per salvare alcuni senzatetto. Ultimo il caso di un uomo che aveva ingerito un litro e mezzo di spirito puro”.

Il lavoro dei volontari è andato avanti ininterrottamente anche durante la pandemia Covid 19: “siamo stati operativi tutto il giorno e tutti i giorni anche in lockdown. La sera continuavamo a dare assistenza ai senzatetto e il giorno consegnavamo i pacchi alimentari alle famiglie bisognose segnalate dal municipio”. La serata prosegue senza problemi poi la situazione si fa più problematica in viale Pretoriano, a ridosso delle antiche mura romane, a pochi metri dal centro Caritas è sorta una piccola tendopoli. Qui stazionano e dormano alcuni nordafricani.

Vivono nelle tende da campeggio e la sera accendono anche il fuoco per riscaldarsi. I volontari si preoccupano di distribuire loro delle coperte, un magrebino riceve un paio di scarpe numero 43 e una giacca nuova. Mentre tutto sembra andare al meglio un giovane nordafricano estrae un coltello, urla e si accanisce su una tenda al cui interno si trovava un altro immigrato. I volontari cercano di farlo calmare ma la presenza di un coltello richiede l’immediato intervento delle forze dell’ordine e danno quindi l’allarme al 112. “Tutte le sere fa così dice uno degli immigrati”, riferendosi all’uomo con il coltello, “abbiamo paura a dormire sapendo che lui è qui intorno”.

Una pattuglia della Guardia di Finanza interviene dopo pochi minuti e riesce a bloccare e portare via l’aggressore. “Noi gli portiamo da mangiare e coperte – dicono i volontari – ma loro lo sanno che se si comportano male chiamiamo la polizia”.

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