La lega si ricompatta in silenzio e risale la china

Politica

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di Vincenzo Caccioppoli

Gli ultimi sondaggi lo hanno confermato, uno dei partiti che sta maggiormente guadagnando in questi primi tre mesi di governo Meloni è sicuramente la Lega, almeno tra i partiti che compongono la maggioranza di governo.Le ultime rilevazioni vedono il partito di Matteo Salvini superare l’asticella del 9% dei consensi ,con quasi un punto percentuale guadagnato rispetto al 25 settembre. Questo è un dato che dimostra come la nuova veste assunta dal partito di Salvini, fermatosi ad un passo da una scissione dolorosa all’interno, dopo le critiche piovute da più parti per la gestione troppo personalistica portata avanti dal segretario.

La lega si sa è un partito verace che dalle radici della sua storia ( è l’unico partito sopravvissuto alle nefaste conseguenze delle inchieste di Tangentopoli ) prende vigore e da il meglio di sè, ma nello stesso tempo proprio il superamento di questo rigido radicalmente territoriale, con la decisione di Salvini di dare vita ad un nuovo partito nazionale, che lasciasse un pò da parte la difesa di alcune battaglie storiche, un pò troppo divisive forse, per occupare magari lo spazio lasciato libero da altri partiti, come per esempio quello di prendersi cura di disagiati, classe operaia, precari, pensionati. Il 34,3% ottenuto alle Europee del 2019 rappresenta proprio il risultato di un percorso politico che ha portato il partito vero quella che pareva un destino di marginalizzazione.

Poi una serie di errori di comunicazione, un po ‘di vertigine da onnipotenza e il sorgere di incomprensioni  e divisioni interne, hanno fatto precipitare il partito indietro, fino al deludente risultato delle elezioni politiche del 25 settembre. Ma da quella delusione all’interno del partito è partita una vera e propria rivoluzione copernicana di tutto quello che era stato fino a lì,  la linea comunicativa assai aggressiva, che puntava alla esasperazione dei contenuti e alla polemica quotidiana contro tutto e tutti, per creare una forte visibilità, ma anche un clima di odio contro il segretario, che alla fine però si è ritorta contro lo stesso partito. Da questa esperienza, prima della campagna elettorale, nelle stanze del partito tra gli uomini fidatissimi del segretario ( in primo luogo i due capigruppo a camera e Senato) si è aperto un confronto a tratti anche aspro ( la storia che nel partito decida tutto e solo Salvini è l’ennesima bufala creata ad arte ) che ha portato però alla decisione di portare avanti un cambiamento radicale nella gestione del partito e della sua comunicazione.

Il motto che sembra essere prevalso era quello di piena fiducia al segretario ( anche da chi è creduto essere avversario come Giorgetti, sempre presente a questi incontri) per creare una idea di maggiore compattezza, con meno polemiche sia all’interno che soprattutto fuori dal partito, meno slogan ad effetti, ma più lavoro concreto sul campo. Il risultato è stato che la Lega è apparso fin dai primi giorni della formazione del governo, è apparso come l’alleato certamente piu affidabile, lasciando di stucco molti giornali che già preconizzavano ( e forse auspicavano) da settimane di scontri frontali tra Salvini e la Meloni, che anzi ha operato una moral suasion tra i due contendenti Fdi e Fi.

E proprio grazie a questo la Lega ha ottenuto certamente di più rispetto al partito di berlusconi, ottenendo per esempio che al ministero degli Interni,tanto agognato dal leader leghista, finisse comunque quel Piantedosi che era stato capo di gabinetto quando Salvini era al Viminale nel 2018. In questi primi cento giorni, al di là della questione della autonomia differenziata, vera e propria battaglia storica della Lega, gli attriti con tra Lega e Fdi si contano sulle dita di una mano. Lo stesso leader leghista lavora alacremente ( smentendo i suoi detrattori che ancora adesso gli rinfacciano una scarsa presenza al Viminale quando era ministro) al ministero delle infrastrutture, senza entrare troppo nel merito di altre questioni proprio per non creare polemiche e strumentalizzazioni. Il profilo basso tenuto da lui e dai suoi ministri, sembra insomma una scelta destinata a pagare sia in termini di consenso che di risultati.

“ La Lega è compatta come non mai. le Polemiche e le strumentalizzazioni le lasciamo a giornali ed avversari. Noi pensiamo a lavorare a fare le cose per cui i nostri elettori ci votano da oltre trent’anni. Sarà assai difficile che ci vedrete in prima linea a creare polemiche e problemi al governo.” dice un ascoltato esponente di spicco del partito.

Ed in effetti anche la estemporanea iniziativa portata avanti dal vecchio leader Umberto Bossi dei comitati del Nord, sembra avere fino ad ora avuto pochissima fortuna. Certo c’è sempre da fare i conti con i numeri di Fratelli d’Italia, che anche alle prossime regionali sembra destinato a sbaragliare la concorrenza. Ma l’idea della Lega è quella di non guardare in questa fase troppo ai sondaggi ( anche se sono sicuramente migliori di qualche mese fa) mma di pensare al lavoro, di serrare i ranghi e di mantenere il profilo basso, lasciando per ora la ribalta ad altri, ben consapevoli che quello che conta alla fine sono sempre il lavoro e i risultati sul campo.

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