Dal 2010 al 2020 il numero delle persone di colore è diminuito” di quasi 200 mila unità, circa il 9%. I motivi sono soprattutto di origine economica con gli affitti sempre più alle stelle. Una sofferenza che colpisce anche quartieri tipici come Harlem
di Alberto Ferrigolo
AGI – Per molte famiglie d’origine nera, è diventato sempre più difficile vivere e crescere i propri figli a New York. Al punto che stanno progressivamente abbandonando la città. Il New York Times registra che “dal 2010 al 2020, decennio durante il quale la popolazione della città ha mostrato un sorprendente aumento caratterizzato da un incremento di residenti asiatici e ispanici, il numero delle persone di colore è diminuito” di quasi 200 mila unità, circa il 9%.
Tant’è che ora “quasi un residente su cinque è nero non ispanico, rispetto a uno su quattro nel 2000, secondo gli ultimi dati del censimento”, si legge nell’articolo.
Il calo più netto è tra i newyorkesi più giovani: il numero di bambini e adolescenti neri che vivono in città è diminuito di oltre il 19% nel decennio. Ma il calo continua, suggeriscono i dati delle iscrizioni scolastiche. E se le scuole hanno perso bambini in tutti i gruppi demografici, la perdita di quelli neri è stata molto più forte poiché le famiglie se ne sono andate e il tasso di natalità tra le donne nere è diminuito. I fattori che spingono le famiglie fuori città sono i più diversi e vanno dalla preoccupazione per la qualità della scuola al desiderio di essere più vicini ai parenti al lamentare le difficili condizioni di vita urbana. Su tutti emerge un motivo principale: il costo crescente della vita.
“Le famiglie nere, attratte dalle opportunità in luoghi in cui i posti di lavoro e gli alloggi sono più abbondanti, stanno trovando nuove opportunità per espandersi e creare ricchezza – sottolinea il Times – tuttavia l’esodo potrebbe trasformare il tessuto di New York”, ciò che ha allarmato non poco i rappresentanti della comunità e gli economisti, che indicano la carenza di manodopera in settori come l’assistenza infermieristica in cui i neri sono stati tradizionalmente sovrarappresentati. La sola Harlem, ad esempio, “ha perso più di 5.000 neri in un decennio, mentre quasi 9.000 bianchi si sono trasferiti, secondo i dati del censimento analizzati dal New York Times. Bedford-Stuyvesant ha perso più di 22.000 residenti neri guadagnando 30.000 residenti bianchi”.
E se il regista Spike Lee è preoccupato per la mancanza di convenienza di New York per viverci, il sindaco nero Eric Adams ha promesso di promuovere una città meno costosa per arginare “l’emorragia delle famiglie di colore”. Tra i fattori principali della scarsa economicità della città va segnalata l’elevata inflazione e il turbolento mercato degli affitti che, nel mentre la pandemia si attenuava, hanno danneggiato i newyorkesi nei più diversi aspetti. Specie nella possibilità di comprare casa, aspetto dove la comunità nera è molto più arretrata rispetto ai bianchi per via del reddito: 53 mila dollari di media contro i 98 mila dei secondi.
Il calo dei residenti neri a New York City è andato a tutto vantaggio del sud, anche se Regine Jackson, docente al Morehouse College di Atlanta, che studia i modelli migratori, ha affermato che non è certo che il Sud alla fine fornirà le maggiori opportunità che si cercano. Alla fine, il risultato è che in tutta NYC i residenti bianchi ora costituiscono circa il 31% della popolazione, secondo il censimento, i residenti ispanici il 28% e gli asiatici quasi il 16%. E mentre la popolazione bianca è rimasta più o meno la stessa, quella asiatica è cresciuta del 34% e l’ispanica del 7%.