Addio a Enzo Carra, il giornalista prestato alla politica

Politica

Di

Cronista ed editorialista de Il Tempo, portavoce della Dc con Arnaldo Forlani segretario, e infine parlamentare della Margherita, Carra è scomparso a 79 anni
© Pierpaolo Scavuzzo / AGF – Enzo Carra

 

AGI – E’ scomparso a Roma in nottata il giornalista ed ex parlamentare Enzo Carra. Aveva 79 anni. A lungo cronista ed editorialista de Il Tempo, tra il ’70 e l’87, abbraccio’ poi l’impegno diretto in politica. Agli inizi degli anni ’90 e fu portavoce dc con l’allora segretario Arnaldo Forlani, poi l’ingresso in Parlamento nel 2001, con la Margherita. E’ stato deputato dalla 14esima alla 16esima legislatura.

Il suo nome ha segnato un episodio chiave della stagione di Tangentopoli, quando furono usati gli ‘schiavettoni’ per condurlo in Aula in Tribunale, a Milano, dopo l’incriminazione e l’arresto per false informazioni al pm, Di Pietro, nell’ambito dell’inchiesta Enimont. Episodio che scateno’ una polemica molto accesa.

Nella politica e nella comunicazione pre-social, quando le edizioni dei telegiornali erano praticamente la meta’ di quelle attuali, anche i canali all news erano di la’ da venire e i giornali erano l’altra meta’ del ‘verbo’ per addetti ai lavori e comuni cittadini, e soprattutto nell’immediata vigilia di un cambiamento che avrebbe sconvolto ogni consolidato assetto di potere, portavoce e capi uffici stampa non si chiamavano ancora ‘spin doctor’ ed avevano un ruolo se possibile ancora piu’ centrale di quello che tuttora, ovviamente, conservano. Enzo Carra,  lo declinava con autorevolezza, non senza uno spiccato senso dell’ironia, e autoironia, di taglio ‘british’ che accompagnava un’analisi dei fatti altrettanto acuta e diretta.

Appassionato di cinema e musica quanto della politica, Carra era il portavoce della Dc con Arnaldo Forlani segretario, e progressivamente il suo ruolo era diventato sempre piu’ non solo quello del ‘comunicatore’ ma anche del ‘tessitore’, tanto all’esterno del partito quanto dentro la stessa Balena Bianca, dentro la quale convivevano ‘correnti’ che per ampiezza e caratura dei rispettivi leader erano praticamente veri e propri partiti nel partito.

Un ruolo forte, importante, amato e odiato, e tuttavia gestito da una persona schiva quanto determinata, perfetto contraltare di Forlani, piu’ felpato nell’azione quanto disponibile nel rapporto con i giornalisti. E un giornalista era, prima di tutto e comunque, anche nella guida della ‘macchina’ di un ufficio stampa organizzato come una redazione, primo banco di prova per tanti giovani poi approdati al giornalismo attivo.

Arriva Tangentopoli e Carra viene coinvolto in un episodio che resta negli archivi, per l’immagine e il dibattito che ne segue: la foto di un ‘potente’ che arriva in tribunale addirittura con gli ‘schiavettoni’ ai polsi, i pesanti ferri di traduzione, quale che ne sia stata la genesi, e’ di grande impatto e scatena un’accesissima polemica tra garantisti e giustizialisti.

Per l’accusa di false dicharazioni al pm, Antonio Di Pietro, nell’ambito dell’inchiesta Enimont, Carra viene condannato, e’ il marzo ’93. Nel marzo 2004 verra’ riabilitato.

Nel frattempo, avvia un’intensa attivita’ di autore televisivo, che lo porta per esempio nella Cuba dopo la visita di Giovanni Paolo II, a intervistare Gheddafi, e Teresa di Calcutta. Nel 2001 il ritorno in politica, alla Camera, nella Margherita.

Vi tornera’ nel 2006, con lo stesso partito, e nel 2008, con il Pd. Lascia la moglie, Olga, e il figlio Giorgio.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube