Il Bari espugna la Signoria estense col batticuore. 3-4 alla Spal

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Foto SSC Bari

Il Bari espugna il castello della Signoria estense di Ferrara circondato dall’acqua quasi a volerne significare l’inespugnabilità, e sul suo tetto, stasera, sventola un vessillo biancorosso. E si, perché con i suoi soldati la Signoria passa a Bari da oggi. Ma, sia chiaro, non è tutto oro quel che luccica. Il Bari ha vinto giocando non come si pensa quando si vince per 3-4. Molti i limiti, gli errori in difesa, insomma tutti gli ingredienti di una squadra di metà classifica che, però, si ritrova saldamente al quinto posto, occorre dire con merito.

Un Bari devastante nel primo tempo che si è procurato ben tre opportunità per segnare nei primi otto minuti, poi il gol di Folorunsho nel suo repertorio migliore, ovvero quello del tiro in porta dalla distanza, (meno in quello della gara, troppo nervoso, qualche pallone perso e talvolta fuori dal gioco), l’altro di Esposito su assist sempre di Folorunsho, quindi nel secondo tempo ha dilagato nei successivi venti minuti quando ha segnato altri due gol con Cheddira ed Antenucci, nel frattempo subentrato ad Esposito, tra gli applausi scroscianti dei tifosi ferraresi che non lo hanno mai dimenticato, quindi la sofferenza che ha sortito speranze nei giocatori spallini in quanto hanno segnato due gol nel giro di tre minuti con Naingollan, puntualmente rinvigorito dal Bari che da sempre rigenera giocatori arrugginiti, e Celia andando sul 3-4 grazie a dormite generali in difesa, poi la suddetta sofferenza fino alla fine anche se, a doverla dire tutta, gli estensi non hanno quasi mai tirato in porta per cercare il pareggio clamoroso. E’ seguito, quindi, il fischio finale liberatorio.

Che ansia nel finale, però, il 4-1 ha dato quel sapore di passeggiata e i tre punti son sembrati cosa fatta ma, si sa, nel calcio mai dire mai soprattutto quando hai un Naingollan nella squadra pronto al ritorno nel calcio grazie alle cure sapienti biancorosse, ma il Bari ha resistito nel suo nuovo maniero estense.

Ci voleva questa vittoria, c’era scoramento dopo la prestazione col Perugia, i tifosi erano delusi e rassegnati ad un campionato mediocre, poi la squadra si è riaccesa con Cheddira che, diciamolo pure, è quello che riaccende la luce al Bari anche se spesso sbaglia a controllare il pallone, con lui è un’altra musica, senza di lui la sinfonia è diversa, più cupa, lui è quasi sempre il protagonista sia quando segna, sia negli assist, sia anche nel procurarsi i rigori, insomma crediamo che un buon 50% dei gol fatti dal Bari sia merito suo. Cheddira fa paura agli avversari, i compagni giocano più liberamente, hanno la possibilità di riposizionarsi in difesa e a centrocampo.

Poi l’inserimento a tempo di record di Esposito che, un po’ come nelle belle favole, gioca a sorpresa e fa gol dando un assaggio della sua qualità calcistica, e si vede che è molto bravo e dotato di giudizio anche perché dà una mano alla squadra, un po’ come Antenucci, e se torna ad essere la promessa dell’Inter ci si potrà divertire.

E’ stato fatto un mercato positivo, ed oggi un primo segnale è arrivato proprio da lui, da Esposito, un giocatore più attaccante di Salcedo che dà qualche certezza in più.

Però non si può soffrire così, rischiare un pareggio e la beffa nel finale. Certe gare vanno vinte con giudizio come le hanno vinte l’Ascoli e il Perugia al San Nicola, il Bari no, il Bari fa faville, spesso è micidiale nei contropiedi, tante volte va in confusione, regala speranze agli avversari ma poi può capitare che vinca, come oggi. Ma si, chi se ne frega, direbbero in tanti, l’importante è vincere, ma da questa squadra dotata di tanta qualità, esperienza e affiatamento non si può e non si deve arrivare a soffrire così tanto, d’accordo che si ha di fronte pur sempre un avversario ma se si ha la consapevolezza di esser più forte occorre gestire meglio, molto meglio le partite. E forse proprio questo è un limite del Bari che, probabilmente, gli sbarrerà la strada alla promozione quanto meno a quella diretta.

Il Bari ha una predisposizione a complicarsi la vita da sempre a differenza di altre squadre, magari meno dotate, che azzeccano la partita giudiziosa e portano a casa tre punti, del resto non sarebbe il Bari.

Poi occorre tener presente che la Spal aveva un bel potenziale con Moncini sulle cui tracce c’è stato il Bari lo scorso anno, La Mantia, Naingollan e Celia anche se la difesa è apparsa a dir poco imbarazzante.

Questa gara dovrebbe aver insegnato ai giocatori di non abbassare mai la guardia.

La vittoria serva a non perdere di vista il quarto posto, sorprendentemente preso dal Sudtirol, che, in caso di playoff, darebbe la possibilità di saltare il turno preliminare anche se è prematuro fare i conti. Ma al di là di tutto la sensazione è che il Bari abbia una potenzialità notevole inespressa e queste sono le partite dove il Bari si esprime il meglio con le ripartenze ma, per favore, non chiamiamola “squadrone”, non ne ha i titoli, troppi i limiti. Del resto lo afferma anche Mignani, non è solo una nostra considerazione.

Questa vittoria può dare slancio in vista del doppio impegno in casa dove bisogna vincere assolutamente sfruttando le mura amiche.

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