di Vincenzo Caccioppoli
Il polverone creato dal presunto scoop della Stampa sulle parole del sottosegretario Giovan Battista Fazzolari, uno dei più fedeli ed ascoltati consigliere della premier Giorgia Meloni. seccamente smentite dallo stesso a stretto giro, dimostra ancora una volta come pare ci sia in atto una sorta di attacco di retroguardia contro lo stretto cerchio dei fedelissimi della premier.
Prima il caso Donzelli e Delle Vedova, ora il sottosegretario all’attuazione del programma. Senza voler entrare troppo nel merito della vicenda, che pare comunque piuttosto inverosimile, considerando il contesto in cui si sarebbe svolto il colloquio, l’interlocutore ( un generale che poco o nulla ha attinenza con l’insegnamento scolastico ) interpellato dal sottosegretario ed infine anche la proposta stessa che appare davvero inverosimile, anche se a fare una proposta simile, e cioè introdurre la pratica sportiva ( e disciplina olimpica ) del tiro a segno nelle scuole fu un ministro della sinistra Giuseppe Fioroni nel 2007 dell’allora esecutivo Prodi II. Ma allora il polverone e le polemiche non sono minimamente paragonabili a quello che sta accadendo adesso con Fazzolari.
Ecco allora che come diceva quel famoso politico della prima repubblica, a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. Da quando la premier Meloni è salita a Palazzo Chigi, le antenne della stampa e degli osservatori si sono sintonizzate con precisione nemmeno troppo chirurgica ( visto le ultime vicende) con grande attenzione a captare sussurri e spifferi di quello che viene ritenuto da molti, come la sua squadra di fedelissimi a cui certamente sia Donzelli, che Del Mastro e che soprattutto Giovan Battista Fazzolari fanno parte. In realtà un primo capitolo di tutto ciò si era verificato prima delle elezioni del 25 settembre, quando ancora Meloni a Palazzo Chigi sembrava solo una remota possibilità.
Quando l’inchiesta di fan page ( poi smentita nei fatti poche settimane dalla magistratura che ne ha chiesto l’archiviazione) su Carlo Fidanza, eurodeputato e rivale della meloni nella ormai celebre contesa per la presidenza di Azione Giovane nel famoso congresso di Viterbo nel 2004, da cui tutto avrebbe preso inizio. Ora gli strali di certa stampa sembrano rivolgersi ad altri importanti protagonisti di quello storico congresso del 2004, come Giovanni Donzelli e Andrea Del Mastro, attualmente vicepresidente del Copasir e sottosegretario alla giustizia, messin in mezzo per una fuga di notizie ( che conoscevano tutti i quotidiani già da ore) su Cospito e la visita che ha fatto all’anarchico in 41 bis, una delegazione del Pd, il 12 gennaio scorso e di cui se ne parla ancora dopo dieci giorni, con ripetute richieste di dimissioni per i due.
Su Fazzolari, invece, raramente si è visto un tale accanimento da parte di organi di stampa, anche dopo una secca smentita da parte del presunto colpevole che riguarda la presunta frase sulla proposta fatta ad un generale per inserire nel programma scolastico il tiro a segno ( tutto questo favorito solo dalla nota passione per il tiro dinamico da parte del sottosegretario meloniano) Sulla vicenda probabilmente sarà chiamata a fare chiarezza la magistratura, se davvero il sottosegretario andrà avanti sulla strada della querela, come ha annunciato di fare, contro la Stampa e il suo direttore. Al di là comunque delle due vicende totalmente diverse, sia nella forma che nella sostanza, quello che appare simile è l’accanimento che taluni media sembrano riservare da qualche settimana, ai fedelissimi della premier, considerando che lei stessa per ora appare inattaccabile.
L’impressione che si ha è che si voglia colpire il partito di maggioranza relativa per scatenare anche il senso di rivalsa e di rivincita che è forse presente sia nella Lega che in Forza Italia, che inevitabilmente soffrono l’inatteso ed improvviso strapotere della premier e del suo partito a livello di voti raccolti e di consenso. Tenendo conto anche del fatto che praticamente attualmente non esiste forse una opposizione degna di tale nome.
Qualcuno definisce Fazzolari come il vero ideologo della Meloni, che lei stessa definisce come la persona più intelligente che abbia mai conosciuto, e per questo si prova ad indebolirlo con temi ed argomenti piuttosto discutibili e in questo caso comunque tutti ancora da dimostrare, malgrado le certezze granitiche ed un po supponenti del direttore del quotidiano torinese Massimo Giannini. In realtà chi lo conosce bene ne apprezza le doti di umanità ( sono diverse le missione che ha già fatto in Ucraina per portare sostegno ed aiuti al popolo afflitto da mesi di conflitto ) la sua intelligenza, la sua sagacia politica e la sua abilità di tattico, ed è per questo motivo che molti sono certi che mai uno come lui avrebbe potuto fare simili affermazioni in un contesto pubblico e alla presenza di giornalisti ed osservatori.
Si vedrà ma quello che è certo che la polemica sta scadendo a livelli così bassi che imporrebbe forse a tutti un momento di sana riflessione ed un abbassamento dei toni che sarebbe altresì opportuno, considerando il contesto internazionale in cui siamo finiti da quasi un anno.