Il ‘donatore’ di protesi che aiuta i soldati ucraini a tornare a camminare

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La storia di Giuseppe Paris, promotore del progetto “Abbracciamo l’Ucraina” e titolare del Centro protesi ortopediche di Viterbo

di Alessio Campana

© Comune di Viterbo – sito web
– L’incontro con la sindaca del Comune di Viterbo

 

AGI –  Grazie a lui due soldati ucraini, Sergej e Yanuta, gravemente feriti nel conflitto cominciato 365 giorni fa con l’invasione russa, sono tornati a camminareGiuseppe Paris, promotore del progetto ‘Abbracciamo l’Ucraina‘ e titolare del Centro protesi ortopediche di Viterbo, negli ultimi mesi ha seguito la storia dei due feriti.

Donando loro le protesi costruite dal suo laboratorio. Una iniziativa che ha particolarmente colpito la sindaca Chiara Frontini che a fine gennaio, assieme allo stesso Paris, ha ricevuto in Comune Sergej e un altro soldato (Igor) con le rispettive consorti.

“Io e mia moglie Viktoriya, ucraina, abbiamo vissuto questa aggressione come qualcosa di inimmaginabile per i nostri tempi – afferma Paris in questa intervista all’AGI – e quindi abbiamo iniziato a fare volontariato come tanti altri italiani. Poi un giorno ho detto a mia moglie ‘perché non facciamo qualcosa in più?’ E allora, considerando che avevo già collaborato per la donazione di protesi in occasione del terremoto ad Haiti, mi sono impegnato a realizzare delle protesi di ultima generazione in maniera totalmente gratuita”.
donatore di protesi viterbo aiuta i soldati ucraini a tornare a camminare 
© Comune di Viterbo – sito web

Il centro protesi ortopediche di Viterbo  

Paris è stato aiutato nella logistica da un’associazione ucraina viterbese e ha avuto contatti con il ministero della Difesa di Kiev. Da lì a poco, nel mese di dicembre, il primo ragazzo, Yanuta, è arrivato nella città dei Papi.

“In quella occasione – prosegue Paris – abbiamo fornito una protesi particolare, bionica.  Poi a gennaio sono arrivati Sergej e Igor”. Ma le situazioni cliniche che Paris si è trovato di fronte sono molto diverse: “Per Igor ci sono state difficoltà legate a dei problemi sul moncone e a un trauma causatogli da ciò che ha vissuto nel Donbass. Sergej invece ha risposto in maniera molto più idonea. È molto contento, si trova in un centro riabilitativo in Ucraina e mi ringrazia molto. Mi ha mandato dei video in cui gioca a bowling e altri in cui sta sul tapis roulant”.
“Nel Centro non esistono colori, religioni o ideali politici – aggiunge Paris -, ad esempio sto realizzando una protesi per il marito di una signora, che si trova in Italia, russa e putiniana. Per me un amputato russo, sia anche militare, o uno ucraino sono la stessa identica cosa. C’è stato anche un incontro tra Sergj e il marito di questa signora e tutto si è svolto civilmente. Io, avendo mezzo cuore ucraino, posso parlare di altri argomenti a casa o con i miei collaboratori, ma nel mio Centro no. Lavoro e basta”.

Quale costo possono avere protesi di questo tipo? “Non amo parlare di queste cose. Le posso dire che la prima – quella bionica – tra costi e materiali, manodopera esclusa, può costare intorno ai 30 mila euro, poiché ha un ginocchio Ossur che può costare oltre i 20 mila euro. La seconda, invece, costa intorno ai 4 mila e si caratterizza per avere un piede a restituzione d’energia in carbonio”.

Nel corso del progetto, tuttavia, non sono mancati attacchi: “Inizialmente un ecclesiastico ucraino – dice ancora Paris – mi ha detto di aver perso notti insonni perché non poteva immaginare che qualcuno realizzasse queste protesi in maniera totalmente gratuita. Lui e molti altri erano convinti che fornissi roba scadente, che riciclassi i soldi. Volevo mollare, sono sincero. Poi, grazie ai miei collaboratori Jury e Lilith e a mia moglie e a Sergej ho deciso di proseguire.

Che cosa mi ha detto Sergej? ‘Io non chiedo niente, chiedo soltanto di tornare nel mio Paese e riabbracciare le mie figlie. Non con un braccio solo, perché uno è impegnato a tenere la stampella, ma riabbracciarle per davvero’, questo è quello che mi ha confidato”.

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