Sangue a Tel Aviv durante la visita di Netanyahu a Roma

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Un terrorista palestinese apre il fuoco in centro e causa un morto e due feriti, per poi essere ucciso dalle forze di sicurezza. Il premier israeliano incontrerà Meloni alle 13:30.

di Cecilia Scaldaferri

© Jack Guez/ Afp – Attentato a Tel Aviv

AGI – Il premier israeliano Benjamin Netanyahu è arrivato a Roma, per la sua terza visita all’estero dall’insediamento del nuovo governo. Prima tappa al ghetto con il saluto alla comunità ebraica, alla presenza della presidente Ruth Dureghello, la presidente dell’Unione comunità ebraiche d’Italia Noemi Di Segni e il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni. Domani alle 13:30, riferisce Palazzo Chigi, Netanyahu incontrerà la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Palestinese apre il fuoco in centro: un morto e due feriti

Durante la cerimonia dei saluti alla sinagoga di Roma è arrivata la notizia di un attentato a Tel Aviv: “Un terrorista palestinese di 23 anni”, riferisce la polizia, ha aperto il fuoco e ferito gravemente tre persone, una delle quali deceduta in ospedale. Il giovane autore della sparatoria è poi stato ucciso da due poliziotti e due civili armati che si trovavano nella zona: secondo il responsabile della polizia Yakov Shabtai, “la loro rapida reazione ha impedito che l’attacco colpisse un maggior numero di civili”.

Netanyahu, informato dell’accaduto, ha immediatamente espresso “speranze e preghiere per la veloce guarigione dei feriti”. “Continueremo a costruire la nostra nazione, ad approfondire le nostre radici e a costruire il nostro futuro comune. Come fratelli e sorelle”, ha affermato il leader del Likud.

Netanyahu a roma attentato tel aviv
© Ministero della Difesa

Netanyahu accolto dal ministro della Difesa Crosetto

“Non dobbiamo farci sopraffare dall’Iran”

Nel corso del suo intervento Netanyahu ha anche ricordato” le sfide che abbiamo di fronte a noi: domani incontrerò il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e le presenterò i miei timori rispetto a tanti argomenti, uno di questi è l’Iran”, che “spaventa tutta l’Europa e il mondo”. “Quello che dobbiamo fare è cercare di non farci sopraffarre da questa potenza”, ha aggiunto, sottolineando che “siamo un popolo solo”.

Dureghello ha ricordato come “la comunità ebraica è sempre stata e sempre sarà dalla parte dello Stato d’Israele, di Gerusalemme sua capitale indivisibile e di ogni ebreo nel mondo”. “Siamo dalla parte di Israele perché l’antisemitismo che si cela anche dietro l’antisionismo non permette divisioni. Noi rispettiamo la vitalità della democrazia israeliana e l’unico auspicio è che il popolo israeliano possa continuare a essere unito nelle sue differenze”, ha proseguito, esprimendo fermo sostegno al “riconoscimento da parte del governo italiano di Gerusalemme come capitale di Israele”.

Le polemiche seguono il premier israeliano

Il sostegno allo Stato ebraico è stato ribadito da Noemi Di Segni che ha tuttavia voluto anche esprimere “profonda preoccupazione di fronte alla spaccatura in Israele che si riflette nelle nostre comunità”. “Il riconoscimento di Israele come Paese illuminato e democratico vogliamo difenderlo ma questo è possibile se la dialettica politica riflette valori ebraici. Non può essere orgogliosamente ebraico chi incita violenza contro il proprio vicino”.

Un riferimento implicito all’escalation di tensioni in Cisgiordania, alle violenze dei coloni ma anche alle proteste che scuotono Israele da oltre due mesi contro la riforma della giustizia promossa dal governo. Proteste che anche oggi hanno bloccato il Paese, con migliaia di persone che si sono riversate nelle strade, creando problemi anche all’agenda del capo del governo, costretto a prendere un elicottero per arrivare all’aeroporto per partire alla volta di Roma. In serata è intervenuto a tal proposito anche il presidente Isaac Herzog che in un discorso alla Nazione ha chiesto al governo di ritirare il progetto di riforma.

 

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