Governo Meloni introduce la ‘Mia’

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Addio Reddito di Cittadinanza, ecco la nuova ‘Mia’: una misura incentrata sull’inserimento nel mondo del lavoro con una clausola di attivazione per i beneficiari.
Tutti i dettagli.

Il governo Meloni annuncia la sostituzione di Reddito e Pensione di Cittadinanza con un nuovo sussidio, chiamato “Mia” per l’inclusione attiva, che entrerà in vigore dal 1° settembre 2023.
La bozza del decreto attuativo prevede una riduzione dei benefici per gli ultra 67enni percettori della Pensione di Cittadinanza e per le famiglie con figli aventi diritto all’assegno unico, oltre a una riduzione della soglia ISEE per gli aventi diritto, che passa dagli attuali 9.360€ dell’RdC a 7.200€.

Il nuovo strumento sarà un beneficio economico corrisposto tramite una carta di pagamento elettronica ricaricabile, la cosiddetta “Carta Mia”, destinata ai nuclei familiari con almeno un componente con disabilità o minorenne o con almeno 60 anni d’età, nonché ai nuclei familiari senza componenti disabili o minorenni o con almeno 60 anni d’età. Al momento della presentazione della domanda, è richiesto l’accertamento della residenza in Italia per un periodo di almeno cinque anni, di cui gli ultimi due in modo continuativo.

Per ottenere il diritto alla “Mia”, è necessario avere un ISEE relativo al nucleo familiare che presenta domanda pari a 7.200€ e un reddito familiare non superiore a 6.000€, da moltiplicare per la cosiddetta “scala di equivalenza” legata alla numerosità dei componenti il nucleo familiare. Il valore del patrimonio immobiliare diverso dalla casa di abitazione non deve superare i 30.000€ e quello relativo alla casa di abitazione non deve superare i 150.000€ ai fini IMU, mentre il valore del patrimonio mobiliare, come definito a fini ISEE, non deve superare i 6.000€, accresciuto di euro 2.000 per ogni componente il nucleo familiare successivo al primo, fino ad un massimo di euro 10.000.

Il beneficio consiste in un’ integrazione del reddito familiare fino a 6.000 euro annui, da adeguare con la cosiddetta “scala di equivalenza”. La soglia cresce del 40% per ogni componente con più di 18 anni che non usufruisce dell’assegno unico sino ad un massimo del 220% in presenza di componenti in condizione di disabilità grave o non autosufficienza. I figli minori non sono conteggiati nella scala di equivalenza in quanto percepiscono l’assegno unico. In tal caso, per ciascuno di essi, viene riconosciuto un importo mensile della Mia in misura pari a 50€. Non è prevista alcuna integrazione in caso di affitto o mutuo per la prima casa.

Tuttavia, il nuovo sussidio prevede una novità importante: il rifiuto della prima offerta di lavoro congrua comporterà la perdita del beneficio. Sarà interessante vedere come questa misura sarà accolta dalla popolazione italiana e se effettivamente sarà in grado di incentivare l’inclusione.

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