I numeri che raccontano il cambiamento del mondo del lavoro, il cambiamento che sta rivoluzionando il mondo del lavoro.”
Secondo i dati dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, il numero di dimissioni nel primo trimestre del 2023 è aumentato del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo trend sembra essere in costante aumento, con molti esperti del settore che prevedono un ulteriore aumento del numero di dimissioni nei prossimi mesi.
Numeri notevoli
Le dimissioni dal lavoro continuano a crescere in Italia anche dopo la fine del periodo di blocco pandemico. Secondo i dati trimestrali del Ministero del Lavoro, nei primi nove mesi del 2022, sono state registrate oltre 1,6 milioni di dimissioni, il 22% in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Anche il numero dei licenziamenti è aumentato, con circa 557.000 rapporti di lavoro interrotti dal datore di lavoro nei primi nove mesi del 2022, contro i 379.000 del 2021, rappresentando un aumento del 47%.
La tendenza alle dimissioni riguarda sia gli uomini che le donne, e si pensa possa essere dovuta alla ripresa occupazionale dopo il picco della crisi Covid.
Ciò ha portato a maggior mobilità e opportunità per i profili tecnici e specializzati, ma anche alla necessità o al desiderio di un diverso equilibrio tra vita privata e professionale.
Tuttavia, il boom delle dimissioni non si limita al solo settore tecnologico. Anche altri settori, come quello della sanità e dell’istruzione, hanno visto un aumento del numero di dimissioni tra i propri dipendenti.
L’aumento del numero di dimissioni potrebbe rappresentare un problema per le aziende. L’alto tasso di rotazione del personale potrebbe rendere difficile per le aziende mantenere un livello costante di produttività e continuare a soddisfare le esigenze dei propri clienti.
Cosa dicono i Sindacati?
Secondo Giulio Romani della Cisl, è necessario rivedere i modelli organizzativi verso una maggiore qualità, poiché le imprese in cui si sviluppa benessere lavorativo e qualità del lavoro sono una minoranza. Ciò è particolarmente vero per le microimprese, che costituiscono la maggioranza delle imprese italiane e hanno minore produttività e meno possibilità di sviluppare forme di welfare integrativo e di contrattazione aziendale.
In sintesi, il fenomeno delle dimissioni si fa sempre più spazio in Italia, sia per scelta che per necessità, ma il problema va affrontato in modo strutturale per garantire un’occupazione di qualità e la possibilità di conciliare vita privata e lavoro.
Veramente un bel articolo curato nei minimi particolari, fatto bene. I miei complimenti.