Washington e Seul lanciano le maggiori manovre militari in cinque anni. La Corea del Nord, che le vede come la simulazione di un attacco ai suoi danni, lancia per la prima volta due missili da crociera da un sottomarino e promette una risposta “senza precedenti”
di Eugenio Buzzetti
AGI – La Corea del Nord ha testato due missili cruise “strategici” da un sottomarino, alla vigilia dell’inizio delle più grandi esercitazioni congiunte tra Stati Uniti e Corea del Sud degli ultimi anni. Il lancio è stato confermato dall’agenzia di stampa del regime di Kim Jong-un, la Kcna, e i missili lanciati dal sottomarino “8.24 Yongung” hanno percorso 1.500 chilometri prima di colpire un bersaglio in mare.
Il test “ha confermato l’affidabilità del sistema d’arma e ha esaminato le operazioni offensive subacquee verso la superficie delle unità sottomarine che costituiscono una delle grandi forze di deterrenza nucleare” della Corea del Nord, si legge in una nota.
I missili cruise “strategici”, in grado di trasportare testate nucleari, hanno “colpito con precisione il bersaglio prefissato” nel Mare Orientale (o Mar del Giappone) e l’esercitazione ha raggiunto “con successo” l’obiettivo. I lanci delle scorse ore sono la seconda provocazione di Pyongyang in pochi giorni, dopo il test di un missile balistico a corto raggio, finito nel Mar Giallo, giovedì scorso. Corea del Sud e Stati Uniti hanno dichiarato di avere monitorato i lanci di Pyongyang, e di essere impegnati a studiarne le specifiche.
I lanci di Pyongyang sono i primi noti da un sottomarino ed è la prima volta che la Corea del Nord lancia più missili da un sottomarino in una sola occasione.
Oggi cominciano le esercitazioni congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti “Freedom Shield 23”, della durata di undici giorni, le più lunghe dal 2017, al culmine della crisi missilistica nord-coreana, e contemporaneamente si terranno le manovre sul campo “Warrior Shield”, simili per dimensioni alle esercitazioni “Foal Eagle”, le più grandi esercitazioni di terra tra Corea del Sud e Stati Uniti, interrotte nel 2018, nel tentativo di arrivare alla denuclearizzazione del regime di Kim Jong-un.
Per Pyongyang, le esercitazioni congiunte tra Corea del Sud e Stati Uniti sono una prova di invasione e il regime di Kim ha criticato le operazioni: “Gli imperialisti statunitensi e le marionette sud-coreane stanno diventando sempre piu’ palesi nelle loro manovre militari anti-Dprk”, si legge nella nota della Kcna, che utilizza la sigla della Repubblica Democratica Popolare di Corea, il nome ufficiale della Corea del Nord.
Corea del Sud e Stati Uniti vengono nominati anche in un comunicato emesso al termine di una riunione della Commissione Militare Centrale – vertice decisionale delle Forze Armate nord-coreane, con a capo lo stesso Kim Jong-un – che si è occupata di “azioni concrete” per un uso dei deterrenti bellici “più efficace, potente e offensivo”.
La tensione tra Corea del Nord e Stati Uniti sale anche, infine, sul tema delle violazioni dei diritti umani da parte del regime di Kim. Il ministero degli Esteri nord-coreano ha accusato gli Stati Uniti e altri Paesi occidentali di volere un incontro informale del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per discutere della questione, che definisce “non esistente”, dei diritti umani in Corea del Nord. Pyongyang, si legge nella nota, prenderà “le contromisure più dure” per difendere la sovranità e i propri diritti e interessi nazionali.