Meloni e Schlein, duello alla camera

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Si fronteggiano in aula alla Camera a colpi di fioretto la Presidente del consiglio Giorgia Meloni e la segretari del Pd Elly Schlein. “Il salario minimo non è la soluzione e il suo partito ha reso più povero il Paese”, dice Meloni. La leader del Pd le ricorda che “il Pd ha provato ad approvarlo il salario minimo”, quando era al governo con Draghi “ma i suoi alleati della Lega l’hanno affossato. Ora è lei al governo, e io all’opposizione, deve dare risposte”, aggiunge. Schlein chiede l’introduzione del salario minimo e il congedo paritario di 3 mesi. La premier chiude sul primo punto (ma ho un approccio pragmatico, non ideologico”, dice, mentre lascia un piccolo spiraglio per il secondo. In fondo anche il governo di destra-centro ha introdotto un limitato congedo paritario. “Con le risorse che avevamo”, dice.

“Apprezzo la sincerità dell’onorevole interrogante”, dice Meloni ricordando che la stessa Schlein ha affermato che “l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui il salario annuale sia diminuito”. E’ accaduto durante il governo del Pd con Draghi. In sostanza, per la premier “il salario minimo legale rischierebbe di peggiorare la condizione dei lavoratori”, dice, “molto meglio – aggiunge – estendere la contrattazione collettiva anche nei settori dove non è prevista e tagliare le tasse sul lavoro e lavorare per combattere le discriminazioni e le irregolarità”. Una soluzione che anche la sinistra ha accarezzato all’epoca in cui proponeva il taglio del cuneo fiscale.

“Lei è in carica da soli cinque mesi ma state già andando in direzione opposta e sbagliata. Il vostro governo si risolve in tre parole: incapacità, approssimazione e insensibilità”, dice Schlein, con una concessione alla propaganda. Ma i margini si riavvicinano sul congedo parentale, dove la premier si dice “sempre disponibile a un confronto”. Il duello ‘garbato’ lascia freddi gli uomini dei rispettivi schieramenti. Le protagoniste, in aula, sono state donne.

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