Che tempo farà lo dicono le donne

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Gli studi atmosferici, la fisica affascinano molte più donne, che ormai hanno conquistato lo spazio che fino a poco tempo fa era occupato dagli “eredi” del colonnello Bernacca. Claudia Adamo, responsabile di Rai Meteo nella direzione Rai Pubblica Utilità, spiega all’Agi come è cambiata l’attenzione verso le previsioni meteorologiche

di Maria Letizia D’Agata

 Claudia Adamo

 

AGI –  Non solo uomini ma sempre più donne mettono a disposizione degli italiani il loro sapere scientifico in fatto di meteo. Una volta si attendevano le previsioni e le spiegazioni del notissimo colonnello Bernacca, dell’Aeronautica Militare, poi con il passare degli anni e l’accostamento agli studi di fisica dell’atmosfera da parte delle donne, è sempre più frequente vederle in tv fra grafici e immagini per far capire agli italiani i fenomeni che regoleranno il meteo l’indomani.

“È vero – afferma all’AGI Claudia Adamo, responsabile di Rai Meteo nella direzione Rai Pubblica Utilità –  le donne in questo settore sono sempre di più. È una condizione che premia e riconosce pari valore agli studi scientifici compiuti dalle donne rispetto ai colleghi maschi. Oggi, quello del meteorologo è un lavoro che le donne possono fare come gli uomini e questo perché, sono sempre di più le giovani che studiano  fisica dell’atmosfera. Ci sono docenti donne che insegnano questa materia, dunque nessuna preclusione. Piuttosto, riconoscimento della professionalità e dello studio che c’è dietro. Nella nostra direzione ci occupiamo di meteo, clima ambiente e grandi rischi, e oltre me, ci sono molti colleghi uomini ma anche colleghe meteorologhe regionali, cosi come nell’Aeronautica. Abbiamo anche una giornalista presentatrice. Insomma, c’è un interesse crescente per le meteorologia anche dal punto di vista femminile”.

E a proposito di interesse, siamo diventati tutti “ossessionati” dal tempo visto che fra smartphone, tv e altro siamo sempre a controllare se sarà bello o brutto?  

“E si – prosegue Adamo – occupandomi di questo lavoro lo posso testimoniare. Tutti hanno una domanda, una curiosità da soddisfare sul tema. E in effetti, gli eventi della natura suscitano la nostra attenzione perché sono i primi che vediamo: anche i bambini chiedono perché c’è la brina, perché vediamo l’arcobaleno, perché le nuvole si muovono veloci, perché cambiano forma, è una cosa ancestrale che è sempre stata dentro di noi. A maggior ragione ora, con il cambiamento climatico che ha reso più frequenti gli eventi estremi e quindi c’è più timore. Inevitabilmente, ci preoccupiamo di più. Ma il tempo, è un tema, un argomento che è sempre stato nel nostro immaginario”.

L’attenzione verso il meteo  “da parte degli italiani c’è sempre stata  – spiega Claudia Adamo – ma sicuramente in quest’ultimo periodo avendo più informazioni disponibili in ogni momento ce n’è ancora di più. Da un lato è aumentato l’interesse per il meteo proprio per le tante informazioni a portata di mano, e dall’altro,  l’interesse c’è per via degli eventi estremi che spesso interessano la nostra penisola. Ecco il motivo per cui inevitabilmente, controlliamo sempre di più il meteo e non solo per vedere cosa fare nel tempo libero, ma lo facciamo anche con più attenzione e responsabilità in caso di spostamenti che ci riguardano o in caso di rischi”.

Gli italiani hanno sempre la testa china sulle app del telefonino per vedere se a una determinata ora nel loro quartiere il tempo sarà bello…

“Il genere di informazione puntuale, meteorologica che può giungere da una app quartiere per quartiere – sottolinea l’esperta –  è sicuramente di richiamo per il grande pubblico. Ma dobbiamo sempre ricordare che in certe situazioni è fondamentale  il meteorologo, l’esperto che possa mettere le mani sull’uscita automatica di un modello. Perché da una parte c’è  il modello matematico che simula il movimento della atmosfera e quindi genera una previsione simulata con la quantità di pioggia, l’umidità la temperatura di una determinata massa d’aria. Dall’altra parte c’è l’uomo, con la sua sensibilità, la sua esperienza su determinate zone, che serve per tirare fuori delle informazioni importanti. Se l’app può essere consultata da tutti in ogni momento, questo è comunque il risultato di un modello automatico che per quanto buono e in grado di dare dettagliatamente ora per ora  il tempo previsto, è automatico. Ecco quindi che manca tutta quella che è la conoscenza dell’uomo, dell’uomo che sa interpretare: l’app quindi è automatica, mentre la previsione fornita da un meteorologo ha in più l’interpretazione del modello matematico, la scienza, la sensibilità e la conoscenza umana associate”.

Cosa rispondere all’italiano brontolone secondo il quale, i meteorologi non azzeccano le previsioni?

“Che se sulla  nostra testa c’è il sole mentre la previsione parlava di pioggia, non vuol dire affatto che quella previsione fosse sbagliata. Quello che accade da noi non è detto che succeda altrove e a pochi chilometri da noi. Ci sono eventi estremi che interessano una zona e a pochi chilometri la situazione è tranquilla. Giudicare la previsione solo con l’occhio di chi apre la finestra è sempre sbagliato”.

È difficile spiegare il meteo in tv?

“Il meteo va spiegato con un linguaggio che tutti possano capire, la grafica è utile perché fa capire  la situazione che stiamo descrivendo. Spiegare i fenomeni atmosferici – afferma ancora Adamo –  le previsioni del tempo in TV dove gli spazi televisivi sono brevi, è assolutamente una cosa sfidante: bisogna dare un’idea chiara a tutti e dunque bisogna assolutamente cercare un linguaggio che tutti possano capire. Un termine meteorologico va spiegato con chiarezza. Dunque pioverà sì ma una mappa di pioggia con colori appropriati potrà dare l’indicazione dell’intensità del fenomeno previsto”.

Allora, di chi ci dobbiamo fidare in fatto di previsioni del tempo?

“Dobbiamo affidarci a una voce professionista – conclude Adamo – informarci delle allerte che ci sono sul sito della Protezione Civile che sono dettagliate, e capire che le previsioni a lungo termine non sono super affidabili. Fino a cinque giorni si, ci può stare, oltre non c’è tanta affidabilità ma anche sue questo si sta lavorando, grazie soprattutto a super calcolatori e a satelliti che via via che gli studi vanno avanti, saranno sempre più in grado di dare informazioni. Su questo sta lavorando l’Italia ma anche tutta l’Europa”.

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