Il Giappone taglia l’export di chip

Economia & Finanza

Di

Il piano del governo nipponico colpisce soprattutto la Cina, ma la misura intende “prevenire la deviazione della tecnologia per scopi militari”. Tokyo Electron e Nikon le aziende più interessate. E intanto, dopo tre anni, il ministro degli Esteri Yoshimasa Hayashi andrà in visita a Pechino questo fine settimana

di Giorgia Ariosto

© WLADIMIR BULGAR / SCIENCE PHOTO LI / WBU / SCIENCE PHOTO LIBRARY VIA AFP

– Un microchip

AGI – Il Giappone ha annunciato che limiterà l’esportazione di apparecchiature per la produzione di semiconduttori, dopo un annuncio simile fatto dai Paesi Bassi all’inizio del mese e fortemente criticato dalla Cina. La misura è volta a “prevenire la deviazione della tecnologia per scopi militari”, ha dichiarato ai giornalisti il ministro dell’Economia giapponese Yasutoshi Nishimura.

Negli ultimi anni sono aumentate le tensioni internazionali intorno al settore strategico dei semiconduttori, componenti elettronici essenziali per il funzionamento di smartphone, auto connesse o console per videogiochi, ma anche di attrezzature militari. Cina e Stati Uniti sono impegnati in una feroce battaglia per la produzione di questi chip e, in nome della sicurezza nazionale, negli ultimi mesi Washington ha aumentato le sanzioni contro i produttori cinesi. All’inizio di marzo, anche i Paesi Bassi hanno annunciato di voler limitare l’esportazione di tecnologia per la produzione di chip per motivi di “sicurezza”, dopo le pressioni esercitate dagli Stati Uniti. Anche Washington ha esortato l’alleato giapponese a imporre restrizioni, ma Nishimura ha dichiarato che la misura non era rivolta a nessun Paese in particolare.

Il piano del governo giapponese riguarda 23 tipi di apparecchiature avanzate per la produzione di semiconduttori, e dovrebbe entrare in vigore a luglio. Circa 10 aziende giapponesi, tra cui Tokyo Electron e Nikon, saranno interessate dalle nuove misure. Il prezzo delle azioni della Tokyo Electron alla Borsa di Tokyo, che era salito prima dell’annuncio del governo, è ora in calo. Lo scorso ottobre Washington ha annunciato nuovi controlli sulle esportazioni volti a limitare la capacità di Pechino di acquistare e produrre chip di fascia alta “utilizzati in applicazioni militari”.

Di fronte a queste restrizioni, alla fine del 2022 la Cina ha annunciato la presentazione di una causa all’Organizzazione mondiale del commercio, accusando gli Usa di mettere a rischio le catene di approvvigionamento globali. Pechino aveva anche criticato aspramente la decisione olandese, che a suo dire era il risultato di “molestie ed egemonia” da parte dell’Occidente. Per ridurre la dipendenza dalle importazioni dall’estero per i suoi chip elettronici, la Cina ha speso miliardi di dollari negli ultimi 10 anni per la propria industria dei semiconduttori. All’inizio di marzo ha anche annunciato che avrebbe iniettato 1,9 miliardi di dollari (1,7 miliardi di euro) di finanziamenti in uno dei principali produttori cinesi di semiconduttori, Yangtze Memory Technologies.

Il ministro degli Esteri Yoshimasa Hayashi andrà in visita in Cina questo fine settimana: la prima volta che un capo diplomatico giapponese visita il Paese in oltre tre anni. Le relazioni tra i due stretti partner commerciali si sono deteriorate negli ultimi anni a causa delle crescenti ambizioni della Cina nella regione Asia-Pacifico. Lo scorso novembre, il primo ministro giapponese Fumio Kishida e il presidente cinese Xi Jinping si sono incontrati a margine di un vertice a Bangkok, concordando di continuare i contatti ad alto livello tra i due Paesi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube