La questione della protezione dei dati personali è un problema recente che ha reso necessaria la scrittura e la nascita di nuove regole. Lo sviluppo delle tecnologie informatiche, di cui tutti ci avvaliamo, ha cambiato profondamente non solo il modo di comunicare e le relazione sociali, ma ha aperto nuove emergenze per chi fa uso delle nuove tecnologie. Ogni giorno viene raccolta ed archiviata una quantità infinita di informazioni da rete internet , social media, posta elettronica; immettiamo, senza rendercene conto, una serie di dati personali non sapendo chi li riceverà. Per tale motivo tutti siamo vulnerabili. Non tutti sanno che i dati personali costituiscono un vero e proprio mercato con grossi risvolti economici: per esempio un’impresa ha interesse ha conoscere i dati dei clienti per creare offerte mirate. Anche il semplice andare al ristorante e visionare col proprio cellulare il menu tramite scansione codice QR è una cessione di dati infatti dopo poco tempo riceviamo sulla nostra mail le offerte e le promozioni, eppure noi non abbiamo volutamente dato l’indirizzo mail, lo ha fatto il sistema! I dati vengono venduti anche per fini politici, utilizzati per indirizzare e condizionare l’opinione pubblica verso un certo voto o determinate questioni; potrebbe sembrare un problema di poco conto ad una prima impressione, in realtà la cosa è molto grave perché è a rischio l’essenza della stessa democrazia. Per questo motivo nel tempo si sono susseguiti una serie di interventi normativi, anche europei, a tutela della protezione dei dati personali. Nel 1950 nella Convenzione europea dei diritti dell’uomo già si prevedeva , all’art.8 il diritto al rispetto delle vita privata e familiare, del domicilio e della corrispondenza, fu una normativa illuminante ed in qualche modo ante litteram. Le istituzioni hanno cercato di delineare interventi normativi ad hoc, anche in Europa: vi è la direttiva 95/46/CE che voleva armonizzare le norme degli stati membri e favorire la circolazione dei dati personali nell’Unione per poter creare un sistema di raccolta e archiviazione comune però imponeva limiti precisi alla loro diffusione. Il Trattato sul funzionamento dell’Unione europea all’articolo 16 stabilisce che la protezione dei dati è un diritto fondamentale dell’individuo ed appartiene alle persone fisiche viventi ed è autonomo rispetto al diritto di riservatezza. La normativa più recente è il Regolamento europeo generale per la protezione dei dati personali n.2016/679 che passa da una visione proprietaria del dato per cui il dato stesso si può trattare solo col consenso, ad una di controllo che ne favorisce la libera circolazione, anche se l’interessato deve poter sapere come sono usati i suoi dati.
Il tanto decantato rispetto della privacy resta subdolamente comunque quella cosa che consente al sistema di poter in ogni caso violare la vita pubblica, privata e segreta di chiunque.
Ovviamente per migliorare la qualità dei servizi!