Così si è espresso il Critico d’arte Melinda Miceli nella sua relazione: “E come convitati…oggi siamo qui, alla presenza dell’idealismo di Platone e del realismo del Gattopardo. Come ideatrice e organizzatrice di eventi culturali e benefici di portata internazionale, quali l’Art Prize Giotto, asserisco che quest’iniziativa unisce l’Arte, li gusto per il bel vivere e una visione economica, basata sulle immense potenzialità museali e artistiche di Siracusa. I riferimenti storici sono innumerevoli e comprendono un arco di millenni di Bellezza, sparsa come il profumo delle zagare in ogni quartiere.
La produzione artistica ha nei secoli seguito l’evoluzione umana come spinta innata a voler agire sul mondo e dar vita a ciò che si manifesta all’occhio della mente, ovvero creare una realtà “altra”, laterale e percepita da molteplici visuali. L’Arte, declinazione complessa della mente umana, si pone allo stesso tempo su più livelli, come mezzo e fine, soggetto e oggetto…utile e inutile e risponde all’impulso di voler fare oltre a quello di apparire.
L”Associazione due più per la città che vorrei di Sergio Pillitteri, promuove l’esperienza dei musei diffusi che nascono per raccontare, valorizzare e attivare, insieme alle comunità che lo vivono, il patrimonio culturale diffuso di specifiche aree di Siracusa. Esperienze museali che trasformeranno i quartieri della città, in un museo a cielo aperto che raccoglie, rende fruibile e attiva un patrimonio multiforme di luoghi, memorie, oggetti e personaggi che sono l’essenza di un luogo vivificato.
Esperienze d’innovazione sociale, che stimolano la partecipazione e l’attivazione delle comunità locali, e che rafforzano l’identità e l’attrattività di territori attraverso la sperimentazione culturale di nuovi linguaggi in grado di raccontare il luogo.
La cena proposta vede come ideali convitati i Grandi della Magna Grecia e il Principe di Salina.
Analizzando il celebre detto di Tomasi Di Lampedusa “Cambiare tutto perché nulla cambi”, esso spesso è stato letto come un monito nostalgico da Restaurazione, un’esaltazione acritica del tempo dei privilegi. Se lo leggessimo, invece, come una riflessione critica da cui deriva l’invito a non dimenticare un immenso patrimonio di Cultura e Bellezza?”
Dott.ssa Melinda Miceli critico d’arte