L’attualita’ di Verdi e del suo Attila… “Flagellum dei”

Teatro

Di

Nunzia Berardini

L’epopea di Attila è stata rappresentata con il consueto successo di pubblico, dal teatro Petruzzelli dal 21 al 28 aprile: una atmosfera cupa ma con sprazzi di vivida luce sul  palcoscenico barese capace, come sempre,  di esaltare la scenografia, le luci e l’animata presenza di tanti personaggi tra protagonisti e Coro.

L’opera di Verdi (su libretto di Temistocle Solera tratto dalla tragedia Attila, König der Hunnen di Zacharias Werner) è ambientata ad Aquileia, attorno alla metà del V secolo.

Pur considerato titolo minore, Attila ha rivestito  una notevole importanza all’interno della produzione di Giuseppe Verdi: nell’opera l’autore ha affinato l’approfondimento psicologico dei suoi personaggi, che si svilupperà nel successivo Macbeth, e ha posto  l’attenzione sulla componente spettacolare dei suoi lavori, in particolar modo gli effetti scenografici e le ampie scene di massa che ben si sposano con l’imponenza della musica.

L’Attila di Verdi è una figura complessa: da una parte barbaro stupratore dei vinti, dall’altra un carattere “integro” tra gli le ambiguità di altri personaggi  che lo circondano.

Gli Unni saccheggiano la città, guidati da dal loro re, e il coro canta “Urli, rapine, Gemiti, sangue, stupri, rovine. E stragi e fuoco D’Attila è gioco”.

E il Re risponde “Eroi, levatevi! Stia nella polvere chi vinto muor. Qui!…  l’inno diffondasi del vincitor”.

A partire da questi versi si può ritrovare l’attualità del tema che Verdi nel 1846 ambienta nel quinto secolo a.c. ma la cui eco si può trasferire ai nostri giorni in cui le immagini della guerra appartengono nuovamente e tragicamente ad una assurda realtà.

Gli elementi per una comparazione (o se si vuole con una forzatura) “storica” ci sono tutti: l’invasore, la soppressione del nemico e  la distruzione delle città, il coraggio delle donne, la ricerca della vendetta,  il ruolo del Papa che interviene per  allontanare il Barbaro da Roma…..

Grazie alle scelte della direzione e della regia, i protagonisti sul palcoscenico sono riusciti a dimostrare grandi capacità molto apprezzate soprattutto durante le varie romanze:  tra le varie pagine spiccano sicuramente il sogno e l’incontro con il Papa.

Complessivamente tutta l’opera è stata supportata dalla capacità di un’orchestra magnifica, capace di un fraseggio a volte solenne e in altre sfumato, che  ha permesso  al pubblico di comprendere la psicologia dei vari  personaggi  e di coglierne le molteplici sfaccettature, e che ha regalato ai protagonisti convinti e calorosi applausi anche a scena aperta .

Nunzia Bernardini

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