L’orrore in parrocchia, storie di abusi sessuali perpetrati dai religiosi cattolici nel territorio dell’Arcidiocesi di Baltimora, negli U.S.A.

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E’ stato depositato nel mese di aprile 2023 presso l’ufficio del Grand Jury il rapporto del Procuratore Generale di Baltimora

Il Procuratore Generale della città statunitense di Baltimora, nello stato del Maryland, ha depositato e reso pubblico il rapporto redatto e aggiornato all’aprile 2023, relativo agli episodi di abuso sessuale perpetrati nel territorio della Arcidiocesi di Baltimora da religiosi cattolici nei confronti di minorenni soggetti alla loro autorità o a loro affidati anche per poche ore al giorno per motivi di studio, di sport o di crescita spirituale.

Il quadro delineato da questo rapporto, dettagliato e corposo (è infatti composto da ben 463 pagine) è agghiacciante, e deve portare ad una riflessione seria sul fenomeno, che si è manifestato e si manifesta anche in altre Nazioni, e anche in Italia ove pure siamo più restii a volerlo vedere prima ancora che a tentare di dimostrarlo e di condannarlo.

Trattandosi di un rapporto redatto dall’Autorità inquirente, non dimostra la colpevolezza dei 156 prelati cattolici il cui nome e ruolo è in esso riportato, unitamente ai numerosi episodi di abuso sessuale ad essi ascritti in quanto denunciati dalle numerose vittime attraverso diversi canali.

Però la serialità dei comportamenti abusanti, la loro reiterazione continuata nel tempo, e la reazione sempre uniforme da parte della linea gerarchica, finalizzata spesso a coprire e insabbiare più che a garantire e favorire l’emersione dei misfatti, offre una visione di insieme deprimente, in cui ogni singola scena conferma l’altra, sebbene i protagonisti siano stati o siano persone diverse, in contesti diversi, e in tempi diversi.

E ciò non può essere letto che nel senso della verità o verosimiglianza complessiva di quanto fatto venire finalmente alla luce.

E’ ovvio che, essendo tutti i responsabili ministri della Chiesa cattolica, il rapporto del General Attorney possa essere letto, o possa essere fatto passare, dalle persone ignoranti o al contrario da coloro che siano in mala fede, come frutto di una sorta di “complotto” contro una religione e una struttura religiosa.

Però quando diverse Procure statunitensi, e diverse autorità giudiziarie in tutto il mondo occidentale, in Canada, in Irlanda, in Gran Bretagna, in Francia, verificano l’esistenza di sistematiche abitudini all’abuso sessuale, occorre arrendersi all’evidenza, e riconoscere che nella Chiesa cattolica esiste un grave problema.

Nel 2018 l’Ufficio del Procuratore Generale del Maryland avviò un’indagine del Grand Jury (il “Grand Jury” corrisponde negli U.S.A. a una sorta di udienza preliminare italiana, nel corso della quale l’inquirente presenta le prove di un reato ascritto a taluno, e la Giuria deve decidere se sia stato raccolto o meno materiale probatorio sufficiente a condurre l’imputato davanti al giudice del dibattimento) sull’Arcidiocesi di Baltimora, esaminando le accuse penali di abusi sessuali su minori da parte del clero cattolico, seminaristi, diaconi e dipendenti dell’arcidiocesi. L’Ufficio del Procuratore Generale decise anche di indagare sugli sforzi compiuti dai vertici della Chiesa cattolica per nascondere gli abusi sessuali.

Il Gran Giurì della città di Baltimora emise di conseguenza ordini di comparizione e di produzione documentale nei confronti dell’Arcidiocesi, così come delle singole parrocchie, degli ordini religiosi e del Seminario di St. Mary. Centinaia di migliaia di documenti risalenti fino agli anni ’40 sono stati prodotti in esecuzione degli ordini giudiziali, tra cui rapporti di cura, registri del personale, rapporti di trasferimento e politiche del personale, rapporti di trasferimento, regolamenti e procedure varie.

Inoltre l’Ufficio del Procuratore generale creò un indirizzo e-mail, una linea telefonica ordinaria e una “hotline” (ossia una linea per le emergenze e urgenze) telefonica per le persone che volessero riferire informazioni sugli abusi del clero: oltre trecento persone contattarono attraverso queste vie la Procura, e gli investigatori dell’Ufficio del Procuratore Generale hanno contattato e interrogato centinaia di vittime e testimoni.

Molti di coloro che si fecero avanti avevano già raccontato la loro storia, altri si fecero avanti per la prima volta.

La storia incontrovertibile emersa da questa indagine, ha osservato il Procuratore Generale, è quella di abusi pervasivi e persistenti commessi da parte di sacerdoti ed altro personale dell’arcidiocesi, coperti dalla gerarchia della Chiesa cattolica.

Sebbene la storia di ogni vittima sia stata unica e particolare, nel suo insieme dalle parole dei testimoni e dai documenti è uscita fuori infatti una ricostruzione di comportamenti tipici e seriali di adulti che abusano sessualmente dei bambini, con la garanzia di copertura da parte dei propri superiori e vertici, e con una diffusa omertà dovuta all’autorità che tutti questi sacerdoti esercitavano sulle vittime, sulle loro famiglie e sulle loro comunità.

Gli abusanti individuavano spesso le loro vittime nei bambini particolarmente isolati o vulnerabili a causa di timidezza, mancanza di fiducia o problemi a casa, e si presentavano come protettori e amici dei bambini e delle loro famiglie.

I responsabili predavano i bambini più devoti alla chiesa: i servitori dell’altare e i membri del coro, coloro che partecipavano alle organizzazioni giovanili della chiesa e ai gruppi scout, e soprattutto quelli che lavoravano nelle canoniche rispondendo al telefono la sera e nei fine settimana.

Adescavano le vittime con regali e attenzioni speciali, dicevano alle vittime che l’abuso era “volontà di Dio” e che nessuno avrebbe dubitato della parola di un prete, di un sacerdote. Alcuni minacciavano la vittima o la sua famiglia che sarebbero “andati all’inferno” se avessero raccontato a qualcuno degli approcci sessuali.

I religiosi quando venivano affrontati negavano il comportamento, se possibile; e altrimenti cercavano di minimizzarne la portata descrivendolo come debolezza o aberrazione.

Fino agli ultimi decenni, i funzionari della Chiesa che ricevevano le denunce di abusi non si sono comportati meglio dei violentatori: emerge infatti dal rapporto del Procuratore generale che più volte i vescovi e gli altri vertici della Chiesa cattolica hanno mostrato un’empatia per gli abusanti di gran lunga superiore alla compassione per i bambini abusati, mostrando quasi sempre di voler credere più alla parola dei responsabili che alle denunce delle vittime e delle loro famiglie.

Il delitto di pedofilia è stato assimilato dalla Chiesa alle patologie da dipendenza di alcool e di stupefacenti, meritevole di “trattamento” più che di punizione

Inoltre, ciò che è ancora peggio, in alcuni casi in cui anche le indagini più inadeguate portate avanti dalla Chiesa non avevano potuto che confermare la veridicità delle accuse, con la conseguenza che l’Arcidiocesi aveva rimosso gli autori dell’abuso, costoro venivano trasferiti con provvedimenti che non facevano alcuna menzione del motivo dell’allontanamento, e spesso e più volte venivano trasferiti presso altre parrocchie senza avvertire i parrocchiani degli abusi precedenti.

Per cui le famiglie e i bambini venivano lasciati indifesi in balia dei predatori seriali.

Le vittime accertate nel rapporto sono circa 600, in relazione a condotte commesse nell’arco di diverse decadi; ma, come spesso accade, la gran parte di coloro che subiscono abusi sessuali da bambini e da ragazzi preferisce tacere e non rendere pubblica la condotta vergognosa agìta contro di loro.

Pertanto, come anche sottolinea il Procuratore Generale di Baltimora nel rapporto, la vera dimensione del fenomeno è molto più ampia. E stiamo parlando non già di uno Stato degli U.S.A. o di una Contea, bensì del territorio di una sola Arcidiocesi, benché avente la cura di un’area grandemente popolata (l’Arcidiocesi di Baltimora nel 2020 contava infatti 525.500 battezzati su 3.304.588 abitanti).

2 Replies to “L’orrore in parrocchia, storie di abusi sessuali perpetrati dai religiosi cattolici nel territorio dell’Arcidiocesi di Baltimora, negli U.S.A.”

  1. Elisabeth ha detto:

    Un articolo ben approfondito e ben scritto, su un grave problema che in Italia viene quasi volutamente snobbato, gli abusi da parte del clero. Baltimora rappresenta un fenomeno ben più ampio ma almeno le autorità del posto hanno cercato senza timore di favorire le vittime e non come accade in Italia se c’è di mezzo il Vaticano, nascondere i carnefici. Brava ad aver denunciato questa situazione prendendo come esempio il caso di Baltimora

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