Quanto abbiamo bisogno di silenzio!

Interviste & Opinioni

Di

Dario Patruno

In occasione del privilegio che mi ha offerto una parrocchia di Bari di essere solo davanti a Gesù sacramentale in adorazione eucaristica comprendo che comunicare questa piccola realtà che nasconde un Mistero, il Mistero, mi chiedo, ha ancora senso?

E’ l’interrogativo che ognuno di noi si fa di fronte ad un piccolo pezzo di ostia, in fondo un oggetto che però nasconde qualcuno, un Dio invisibile, ma visibile solo agli occhi della fede.

Chi l’ha detto che la fede, l’adorazione eucaristica è roba da preti?

O non piuttosto materia per laici che non hanno voglia, tempo di fermarsi e dire: “Signore mio, Dio mio” come Tommaso che vide e credette.

Il dipinto del Caravaggio descrive questo stupore, un candore che si fa consapevolezza di un Dio con noi sempre soprattutto quando siamo fuori dalla Chiesa.

Queste sensazioni che raccolto trepidante prima di raccogliermi in preghiera, rappresentano un modo per essere non solo in comunione con i miei parenti, amici e parenti ma anche con chi non conosco, defunti recenti e passati, mio nonno che morì il 5 maggio, mai zia morta recentemente, ma anche con chi è nato da poco, mio nipote e tutti i bambini, soprattutto quelli che soffrono nei reparti oncologici di qualsiasi parte del mondo.

Altro che giro del mondo in ottanta giorni. L’Eucarestia ti permette di essere ovunque non in maniera virtuale, ma reale perché Gesù è qualcuno, non qualcosa. E’ mio ma anche di tutti nella consapevolezza che la fede è un dono ma ogni ateo pensante dovrebbe sapere che Cristo è morto per ciascuno, non giudicando, ma desiderando il bene di tutti.

“Brividi, brividi, brividi” voglio comunicare e non so se sia utile a qualcuno ma sicuramente sento di volerlo fare perché non posso tacere di fronte alla gioia di essere alla presenza di una Persona viva e reale che mi ascolta e mi parla. Il silenzio di Dio parla: in questo sta il Mistero.

E questo mi basta. Ma questo scritto ha l’ambizione di essere coinvolgente, provate per un attimo ad entrare in una Chiesa o a pensare che una persona vissuta duemila anni fa ha offerto la vita per sconosciuti che neanche lo riconoscevano, diventa veramente rivoluzionario, non crea consenso, non porta voti ma accresce la domanda: perché?

A ognuno di noi la risposta!

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