Meloni convoca le opposizioni, primo faccia a faccia con Schlein

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Il presidente del Consiglio apre il cantiere delle riforme: “Ho in testa un calendario chiaro e serrato”. Martedì primo giro di confronto sul presidenzialismo. Italia viva e Azione si presenteranno insieme

© Maria Laura Antonelli/ Rossella Papetti/ AGF – Elly Schlein e Giorgia Meloni

AGI – Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni apre il cantiere delle riforme e convoca le opposizioni per il primo giro di confronto sul modello da adottare riguardo al presidenzialismo e lo strumento da scegliere per realizzarlo. Martedì l’appuntamento è alla Biblioteca del presidente alla Camera. Sarà l’occasione per il primo faccia a faccia con la segretaria del Pd Elly Schlein e con gli altri leader del partito dell’opposizione. Andranno insieme all’appuntamento Italia viva e Azione.

Il calendario prevede un programma fitto dalle 12,30 alle 18,30. Una riunione con +Europa, le Autonomie e componente minoranze linguistiche, il ruppo Alleanza Verdi e Sinistra, quello di Renzi e Calenda. Il tavolo si concluderà con M5s e, infine, il Pd. Parteciperanno i vicepremier Salvini e Tajani, la ministra delle Riforme Casellati, il responsabile per i Rapporti con il Parlamento, Ciriani, i sottosegretari alla presidenza del Consiglio, Mantovano e Fazzolari e il costituzionalista Saverio Marini.

La mossa della premier arriva dopo il dialogo portato avanti dall’ex presidente del Senato Casellati con le forze politiche che non sostengono l’esecutivo. Al momento l’esecutivo sembra orientato sull’elezione diretta del premier come possibile elemento di convergenza, in particolar modo con Italia viva e Azione. Il tema del presidenzialismo si intreccia con quello dell’autonomia (il ddl Calderoli è in Commissione Affari costituzionali al Senato, al momento sono previste circa 50 audizioni) con la Lega che punta ad accelerare. Fdi mira pure ad inserire il dossier su Roma capitale (potrebbe esserci un intervento del governo).

Ipotesi Bicamerale

Già da martedì si comincera’ a capire se verrà abbandonata la strada della Bicamerale (opzione che la ministra Casellati ha già fatto sapere di non ritenere prioritaria) o si andrà, come più possibile, su una ‘Bicameralina’ che potrebbe essere presieduta dall’ex presidente di palazzo Madama e senatore Fdi Pera. Sullo sfondo c’è anche la questione del ‘ritorno’ delle province.

Dialogo in corso tra maggioranza e Pd – anche se sul modello elettorale non c’è accordo – mentre il Movimento 5 stelle è contrario. Ma il focus di martedì sarà sulle riforme. “La riforma delle istituzioni si fa in Parlamento ma non si fa con un’imposizione della maggioranza. La maggioranza vuole confrontarsi con le opposizioni per vedere cosa si può cambiare, scrivendo un testo insieme. Certamente noi ci auguriamo che le opposizioni abbiano un atteggiamento costruttivo ma non possiamo accettare veti. Mi auguro che diano un contributo costruttivo per migliorare la nostra Costituzione e garantire stabilità politica al nostro Paese”, ha sottolineato il ministro degli Esteri Tajani.

Qualche giorno fa il presidente del Consiglio aveva annunciato l’intenzione di accelerare. “Io ho in testa un calendario di riforme chiaro e abbastanza serrato, e credo che sia un lavoro su cui vanno coinvolti tutti quanti e mi prendo io la responsabilità di farlo”, aveva affermato.

 

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