La storia delle sale da gioco in Italia: da Venezia (fondata nel 1638) al mondo d’oggi

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Come molti altri settori dell’economia italiana, anche l’industria dell’intrattenimento ha una sua storia che risale a tempi piuttosto remoti. In questo caso ci possiamo concentrare su un particolare ramo di tale comparto, ossia quello del gioco. Dagli antichi Greci del Sud Italia, che si narra fossero soliti scommettere sull’esito di processi pubblici o sugli agenti atmosferici, ai Romani, che potrebbero aver inventato addirittura un primo prototipo di roulette, più somigliante ad una ruota della fortuna in realtà. Insomma, il gioco è presente in diverse forme nel nostro Paese da secoli e non sorprende che si sia evoluto costantemente nel tempo fino ad arrivare alle sue forme più moderne con le quali ci si confronta oggigiorno. Ma andiamo per gradi e ripercorriamone la storia attraverso la fondazione delle famose sale da gioco italiane.

In origine fu Venezia: il Ca’ Vendramin

Che l’Italia potesse essere, dunque, terreno fertile per la nascita del primo casinò della storia non sorprende affatto. E così è andata effettivamente, visto che nella prima metà del Seicento, un bellissimo palazzo rinascimentale venne usato per la prima volta come casa del gioco. Stiamo parlando del Ca’ Vendramin Calergi di Venezia, fondato ufficialmente nel 1638. Esso sorge in una posizione strategica, ossia il Canal Grande, ed era meta dei nobili e degli appartenenti ai ceti medio-alti della città lagunare o provenienti da altre parti d’Italia e d’Europa. Il Casinò veneto, però, venne chiuso improvvisamente nel 1774 e riaperto solo negli anni 50 del Novecento, a seguito di imponenti lavori di ristrutturazione. Oggi ospita giochi francesi e americani, slot machine comprese.

1905: nasce il casinò di Sanremo

Il primo vero casinò pubblico legale in Italia è stato fondato nel 1905 ed è quello Municipale di Sanremo. Il palazzo, che già dalle prime fasi ha ospitato giochi tipici da sala, aveva, però, anche la funzione di ospitare ricevimenti e concerti. Non a caso il Festival della Canzone Italiana si è svolto lì per decenni, prima di trasferirsi al Teatro Ariston. Solo negli Anni ‘70, dunque, il casinò Municipale ligure ha iniziato a svolgere in modo esclusivo l’attività di sala riservata al gioco.

Saint Vincent: il casinò degli Anni ‘20

La via, quindi, era segnata e sulla scia dell’entusiasmo portato dall’apertura del Casinò di Sanremo, si decise di costruirne un terzo, sempre nel Nord del Paese. Per la precisione in Valle d’Aosta, laddove venne fondato nel 1921, ossia 16 anni dopo quello ligure, il Casinò di Saint Vincent, noto anche come il Casinò de la Vallée. Lo sviluppo delle sale da gioco valdostane, però, si ebbe solo al termine della Seconda Guerra Mondiale, quando dal 1946 in poi iniziarono dei lavori di ampliamento e sviluppo della struttura, con il massimo splendore raggiunto negli Anni ‘80.

Ca’Noghera: la chiusura del cerchio

Da Venezia a Venezia. Dal 1638 al 1999. Ai margini del vecchio millennio, il capoluogo veneto celebra l’apertura della seconda sede del casinò veneziano: il Ca’ Noghera. Si tratta della sala da giochi più moderna da un punto di vista concettuale mai realizzata in Italia fino a quel momento, dato che ospita molti più giochi di stampo americano e oltre 400 slot machine. Anche dal punto di vista estetico, per quel che riguarda gli interni, c’è un richiamo ai più lussuosi casinò di Las Vegas, mentre da fuori c’è un richiamo all’antico Ca’ Vendramin, dato che parliamo di un palazzo del tutto consono agli standard architettonici della città lagunare.

Campione d’Italia: la svolta del 2007

Per quanto questa sala fosse stata fondata ben prima di quella della Val d’Aosta e del Ca’ Noghera, ad interessare è la storia recente del Casinò Campione d’Italia, inaugurato ufficialmente ad inizio Novecento, quando venne usato come luogo di spionaggio nel corso del primo conflitto mondiale, ma ristrutturato in modo definitivo solo nel 2007, con l’apertura del nuovo edificio su nove piani e da 55mila metri quadrati di estensione. Il casinò più grande d’Italia, anche se collocato geograficamente fuori dal nostro Paese, ha subito una brusca frenata nel 2018, quando fu costretto a dichiarare fallimento. Per fortuna, la storia può proseguire con un nuovo capitolo dopo la recente riapertura del Gennaio 2022.

Dalle sale fisiche a quelle virtuali

Oggi il mondo si muove in una direzione completamente opposta. Niente più palazzoni eleganti o sale giochi enormi, bensì un concentrato di intrattenimento racchiuso in pochi pollici di uno schermo da PC o da dispositivo mobile. Perché il gioco passa da internet, che dà la possibilità agli utenti di raggiungere queste nuove sale virtuali in qualsiasi momento della giornata e da qualunque luogo. Inoltre, l’offerta ludica ivi presente, del tutto coerente con quella fisica, risulta più grande, data l’assenza di limiti di spazio. Infine, i casinò tradizionali non mettono a disposizione i bonus casinò che, invece, vengono offerti agli utenti dai nuovi portali di iGaming. Insomma, la storia ci ha portato dal Ca’ Vendramin secentesco alle versioni smaterializzate dei casinò del nuovo Millennio.

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