Natalità in calo e matrimoni in flessione, lo scenario demografico italiano nel 2023

Attualità & Cronaca

Di

La natalità in Italia sta attraversando un momento di profonda trasformazione, con una diminuzione preoccupante del numero di nascite e una serie di cambiamenti nelle dinamiche sociali e familiari che stanno ridefinendo il volto della popolazione italiana. In un’epoca in cui il Paese affronta numerose sfide economiche e sociali, comprendere le tendenze demografiche diventa cruciale per delineare politiche efficaci e garantire un futuro sostenibile per le generazioni a venire.L’Istituto Nazionale di Statistica (Istat) ha recentemente pubblicato un’analisi dettagliata della natalità in Italia, rivelando dati sorprendenti e nuovi spunti di riflessione.
Le blogger di AngoloDonne.it  hanno analizzato i dati scoprendo come  la natalità sta cambiando nel Belpaese, quali sono le implicazioni di queste trasformazioni e come l’eccezione della Provincia Autonoma di Bolzano potrebbe offrire spunti preziosi per invertire la tendenza.

Diminuisce il tasso di natalità e aumentano le donne senza figli

Il declino demografico in Italia è una problematica crescente, dovuto alla continua diminuzione delle nascite e all’aumento dei decessi. Dal 2007, la mortalità supera la natalità, e i dati ISTAT mostrano una situazione allarmante: nel 1862, il tasso di mortalità era di poco superiore al 30%, mentre quello di natalità si attestava intorno al 38%; al contrario, nel 2021 questi valori registrano rispettivamente il 12% e l’8%.

Le donne senza figli aumentano sensibilmente: una su quattro per le nate nel 1980 (stima a fine vita riproduttiva), il doppio rispetto alla generazione del 1950 (11,1%). Questo fenomeno riguarda donne tra i 15 e i 49 anni nate tra il 1933 e il 1980. Di generazione in generazione, le donne tendono ad avere meno figli e sempre più tardi, portando ad una contrazione dei secondi figli e ad una drastica diminuzione dei terzi figli e oltre.

La posticipazione dell’evento nascita si riflette anche nell’aumento dell’età media alla nascita del primo figlio: nel 1933 era di 25,9 anni, mentre nel 1970 raggiungeva i 29 anni. Questa tendenza, unita al calo del tasso di natalità, evidenzia l’urgenza di affrontare le sfide demografiche per garantire un futuro sostenibile e prospero per l’Italia.

Il paese delle culle vuote: dati e cause

L’Italia si sta trasformando nel paese delle culle vuote, con un record negativo di nascite raggiunto nel 2020 e nuovamente superato nel 2021, che ha visto solo 400.249 nati. Questo indica una diminuzione del 1,1% rispetto all’anno 2020 e del 31% rispetto al 2008, quando si è registrato il più recente picco massimo delle nascite. In particolare, il 2021 ha registrato quasi 5mila nascite in meno in un anno, con un forte calo osservato a gennaio 2021, in corrispondenza delle concezioni dei primi mesi dell’ondata epidemica. Nel 2022, la situazione sembra peggiorare ulteriormente, con quasi 9mila nati vivi in meno rispetto al 2021, considerando solo i primi 10 mesi, e un calo più marcato nei primi mesi del 2022, che accelera soprattutto a marzo e aprile.

La diminuzione delle nascite è accompagnata da un aumento delle donne senza figli: nel 2016, quasi la metà delle donne non aveva figli. Tuttavia, solo il 2% delle donne totali dichiara che avere figli non rientra nel proprio progetto di vita o che non ci sarà tempo per altre cose importanti della propria vita (stiamo parlando del fenomeno childfree). La complessità della situazione richiede un’analisi approfondita delle cause alla base di questo fenomeno, che potrebbe includere fattori economici, sociali e culturali, oltre all’impatto della pandemia.

L’Istat ha determinato che la diminuzione delle nascite tra il 2008 e il 2021 è dovuta per la maggior parte all’effetto struttura, ovvero alla denatalità persistente che ha ridotto la popolazione femminile. Solo una piccola parte del calo delle nascite è invece attribuibile alla diminuzione della fecondità, che è passata da 1,45 nel 2008 a 1,25 nel 2021.

Meno figli e più tardi

Rispetto al 2001, i tassi di fecondità stanno aumentando tra le donne che hanno più di 30 anni, ma non accennano a diminuire tra le donne più giovani. Questo fenomeno rifletta il progressivo rinvio della maternità, che sembra peggiorare con il passare del tempo.

Il risultato è un forte calo della fecondità sotto i 30 anni, che viene solo in parte compensato da un aumento in età più avanzata. Il continuo rinvio spesso si traduce nella rinuncia ad avere figli.

Il numero medio di figli per donna (TFT) è tornato ai livelli del 2001, con un’età media al parto in continuo aumento. Questi dati dimostrano che la tendenza alla riduzione della fecondità tra le donne più giovani e il rinvio della maternità sono trend persistenti che meritano ulteriori analisi e azioni per garantire un futuro sostenibile.

Meno nascite da genitori di nazionalità diverse

Nel 2021, si è registrata una riduzione significativa delle nascite da genitori stranieri in Italia. Sono stati iscritti all’anagrafe per nascita 85.878 bambini con almeno un genitore straniero, pari al 21,5% del totale, segnando una diminuzione di 21,4 mila unità rispetto al 2012. La flessione riguarda principalmente i nati da genitori entrambi stranieri, che nel 2021 sono stati 56.926 (14,2%), con un calo di 23 mila unità rispetto al 2012.

Le comunità straniere più rappresentate tra i neonati sono quelle rumene, marocchine, albanesi e nigeriane. Il declino può essere attribuito a fattori strutturali, alla dinamica migratoria e ai progetti migratori delle famiglie. In particolare, l’evoluzione demografica e l’instabilità economica possono aver influito sulle decisioni riguardanti la formazione delle famiglie e la procreazione, portando a una diminuzione del numero di nascite tra i genitori di nazionalità diverse.

Calano matrimoni e nati da figli coniugati

In Italia, dove circa il 60% delle nascite avviene all’interno del matrimonio, la diminuzione dei nati è in parte dovuta al calo dei matrimoni. Nel 2014, si è registrato un minimo storico con 189.765 nozze celebrate, circa 57 mila in meno rispetto al 2008. Successivamente, il numero di matrimoni è lievemente aumentato, superando le 200 mila celebrazioni nel 2016.

Tuttavia, dopo una fase di assestamento, il numero dei matrimoni ha ripreso a calare fino a dimezzarsi nell’anno della pandemia, con 96.841 nozze nel 2020. In un contesto di nascite in diminuzione, le nascite fuori dal matrimonio sono aumentate di 47 mila unità rispetto al 2008, raggiungendo i 160 mila nati da genitori non coniugati nel 2021. Il peso relativo di queste nascite continua a crescere, arrivando al 39,9%. L’incidenza è minore per i nati da genitori entrambi stranieri (26,5%) e maggiore nel caso di coppie di genitori entrambi italiani (43,0%).

Provincia Autonoma di Bolzano: l’eccezione alla decrescita demografica

La Provincia Autonoma di Bolzano si distingue dal resto d’Italia per la sua fecondità più elevata rispetto alla media nazionale e per un andamento demografico in crescita. Questo trend positivo si è manifestato sia durante gli anni di recessione economica a partire dal 2010, sia nell’ultimo anno rispetto al 2020, rappresentando un esempio virtuoso di contrasto alla tendenza decrescente osservata nel resto del Paese.

Nel 2021, la Provincia Autonoma di Bolzano ha evidenziato un tasso medio di figli per donna di 1,72, notevolmente superiore alla media italiana di 1,25 e in aumento dal 2003. Mentre l’Italia sperimenta un crollo della fecondità del primo ordine, nella Provincia Autonoma di Bolzano si osserva una fecondità riferita ai primi figli in aumento, superando decisamente il valore medio nazionale. Nel 2021, infatti, la provincia presenta un numero medio di primi figli per donna pari a 0,74, rispetto allo 0,59 della media nazionale.

Fonte: https://www.angolodonne.it/12990/natalita-in-calo-e-matrimoni-in-flessione-lo-scenario-demografico-italiano-nel-2023/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Traduci
Facebook
Twitter
Instagram
YouTube